Draghi: “Qe garantirà +1% Pil all’Italia”
La ripresa economica dell’Europa è cominciata. E l’italia, che con il quantitative easing della Banca centrale europea può avere una spinta alla propria crescita di un punto percentuale di Pil entro il 2016, può giocare un ruolo importante. Ad affermarlo è il presidente della Bce, Mario Draghi. Nella sala del mappamondo di Montecitorio, a conclusione dell’incontro con la presidente della Camera Laura Boldrini, Draghi ha risposto alle domande dei deputati, soffermandosi in particolare sul programma di acquisti di titoli da 60 miliardi al mese da parte della Bce, che potrebbe spingere anche il piano Juncker per gli investimenti. Un aiuto alla crescita che per l’Italia dovrebbe garantire un miglioramento del Pil “di un punto percentuale fino al 2016”.
L’ex governatore di Bankitalia, interpellato dalle commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche Ue, non risparmia comunque un rimprovero ai governi succedutisi in Italia, fautori di un aggiustamento di bilancio “poco amico della crescita” perché fatto di “aumento di spesa corrente, che continua a crescere anche quest’anno, aumento delle tasse fino ai livelli attuali e tagli agli investimenti pubblici” ai minimi storici, i quali al contrario vanno stimolati.
Draghi non lesina, inoltre, un incoraggiamento in direzione delle riforme strutturali “cruciali”, senza le quali la ripresa resta ciclica e una volta terminata “si torna al punto di partenza”. Occorre sfruttare l’occasione del Qe, soprattutto per migliorare il “contesto” in cui operano le imprese, le quali si muovono tra tempi lunghi della giustizia, procedure fallimentari infinite, competitività e produttività basse.
Infine, formazione dei lavoratori, banche da consolidare sfruttando anche la “bad bank”, che Draghi appoggia in maniera sentita. E un invito ad un “vero taglio delle tasse” ritenuto necessario per non sciupare l’occasione offerta dalla Banca centrale europea. Il tutto nella consapevolezza della dannosità di “trincerarsi nuovamente dietro i confini nazionali” e della necessità di rafforzare le istituzioni europee.
Giuseppe Ferrara
27 marzo 2015