LUIGI BONOTTO | Arte ragione di vita e motore d’impresa
Una grande azienda che ha aperto nuove strade, grazie al titolare deciso a fare della propria passione sistema di vita e di lavoro, condividendone con il prossimo i contenuti. Luigi Bonotto.
Due occhi azzurri come il cielo novembrino, lo sguardo limpido e schietto, dipinto sul volto lo stupore, nonostante una soffice corona di capelli bianchi. Un sorriso disarmante…
Appassionato di Fluxus, tanto da diventare uno dei massimi esperti di questo movimento, si legge così la felicità che corre sul filo della lettera, dell’appunto, anche dell’opera ma non è il perno questa.
Giovanni, il figlio senior mi dice che Yoko Ono, come tanti altri fluxus era di casa quando lui e suo fratello Lorenzo erano piccoli.
Il perno quindi è la vita trascorsa con gli artisti che via via si avvicendavano.
La prima casa di Luigi era una piccola costruzione, tipica casa/ bottega, una casa con l’anima, cresciuta con le fortune dell’azienda e con la sua passione per Fluxus.
Ora la casa a Bassano è più grande e più bella, ma è solo un contenitore. Mi ritorna in mente ” la gatta” di Gino Paoli…
‘Ora ho una casa bellissima bellissima come vuoi tu…’
‘Ma qui c’è l’archivio, qui ho posto’.
E la fondazione nata il 10 giugno che affonda qui le sue radici negli anni 80, e qui avrà tempo e luogo per espandersi grazie a questo capitano d’industria del tessile con l’animo di un poeta.
La sua azienda esporta in tutto il mondo ma la sua passione ‘che è una cosa intima’ ci tiene a precisare, è ben lungi però dall’essere egoista perché al contempo è felice di condividerne i risultati.
Questa la ragione primaria del suo ARTOUR-O d’Argento a Firenze nel 2013. Una passione la sua che l’ha spinto a raccogliere collezionare selezionare catalogare digitalizzare montagne di documenti.
Perché proprio Fluxus? “Perché mi riconosco in questo movimento”…
La nascita della fondazione è stata l’occasione per ringraziare i suoi due figli Giovanni e Lorenzo che hanno
seguito le orme paterne passo dopo passo in azienda e in archivio.
Perchè?
“Nella vita le cose accadono… Accadono…” mi dice quasi tra sé e sé.
Certo ma la Fabbrica Lenta e stata un’intuizione straordinaria: una scelta coraggiosa, controcorrente e vincente, portatrice di valori di vita e di lavoro impagabili. Bonotto ha il coraggio appunto di mettere un punto fermo in contrasto al dictat che impera, la standardizzazione industriale tesa alla produzione mirata in serie a basso costo.
Decide di smarcarsi da questa omologazione, ottusa e pericolosa, che costringe ad una produzione di serie a basso costo. Un gioco perverso. Di qui la scelta di affidare tutti i processi a macchinari meccanici, privi di automatismi per tornare a “sentire” il prodotto, che nasce da vecchi telai riportati in auge, il tessuto viene maneggiato, tastato, testato, cosi da esprimere al meglio il messaggio della grande artigianalità della campagna veneta, la sua, ricca da sempre di creatività e di progettualità.
La fabbrica non è più un luogo di mera produzione meccanica, ma un luogo dove arte vita creatività e progettualità passione si fondono dando e prendendo vita dal territorio con le sue storie e memorie. L’arte è l’altra faccia dell’Azienda, perché arte e impresa sono le due anime di Luigi Bonotto che decise di stravolgere i canoni convenzionali di organizzazione e processo produttivo. “Per decenni la fabbrica ha ospitato innumerevoli artisti che hanno donato o realizzato appositamente alcune loro opere”.
Fluxus, il movimento di cui Luigi Bonotto è un appassionato, lo affascina a un punto tale da traslarne il messaggio nell’azienda, e da qui nasceranno poi in modo naturale, le logiche operative morbide, flessibili e fluttuanti, rendendo il lavoro prima processo culturale, poi business.
Ciò che ne è scaturito è oggi raccolto e tutelato dalla Fondazione Bonotto, la cui sede resta saldamente collocata all’interno del grande sito produttivo di Molvena, e che nacque quasi naturalmente dalla frequentazione di Luigi Bonotto con artisti Fluxus e della Poesia Concreta, Visiva e Sonora accolti a partire dai primi anni Settanta proprio qui a Molvena.
In oltre quarant’anni di attività, la Collezione è cresciuta custodendo circa 20.000 documenti, sovente donati dagli artisti stessi. Un corpus unico per lo studio delle relazioni e le collaborazioni sviluppate nel corso degli anni tra gli artisti. La Collezione collocata all’interno dei 10.000 metri della Bonotto Spa (uffici, linee produttive, magazzini) crea un forte legame concettuale e fisico tra arte e industria. La decisione di digitalizzarne tutti i contenuti, rendendoli liberamente consultabili online, l’ha trasformata in un punto di riferimento internazionale per studiosi e appassionati.
L’attività imprenditoriale procede a vele spiegate e dall’anno scorso il Gruppo Ermenegildo Zegna, leader nel mondo e affine come filosofia alla Bonotto, con cui ha un consolidato primato con il Lanificio omonimo, Lanerie Agnona e Tessitura di Novara, ha concluso un accordo per il controllo della Bonotto SpA, accordo che lascia comunque la più ampia libertà gestionale alla famiglia Bonotto che mantiene il 40% del capitale sociale.
Il Gruppo Zegna, è poi presente anche nella Bonotto Editions, partecipata anche da Cristiano Seganfreddo, noto e stimato nome nel mondo dell’arte, che a sua volta ha creato un progetto innovativo dedicato ad edizioni tessili speciali, tra arte, fashion e design.
La sperimentazione è sempre al centro dei loro interesse, e il loro approccio culturale oltre ad essere ormai eretto a simbolo, ha anticipato un nuovo saper fare contemporaneo ma a ben vedere le radici sono antichissime. Oggi l’Azienda guidata da Lorenzo e Giovanni, nipoti del fondatore della dinastia imprenditoriale, è cresciuta a livello internazionale ed è presente nei maggiori mercati mondiali.
L’unione tra Zegna e Bonotto come precisa Ermenegildo Zegna era quasi dovuta dati i tanti fattori comuni come l’attenzione al territorio, l’arte e la cultura come leve per lo stesso sviluppo dell’impresa. Si sono potuti così implementare lo spirito pionieristico e la ricerca di un’innovazione coerente con le tradizioni. “ le cose accadono.. accadono e ciò che sembrava un’utopia quarant’anni fa oggi è realtà di un nuovo e migliore sistema di lavoro e soprattutto di vita aprendo l’azienda all’arte… o viceversa.