35 anni dalla rivoluzione romena celebrati alla Casa della Memoria e della Storia

Ieri 12 dicembre, l’Ambasciata di Romania in Italia ha organizzato un evento, per festeggiare l’anniversario dei 35 anni dalla caduta della dittatura di Nicolae Ceaușescu.
Alla biblioteca Casa della Memoria e della Storia di Roma, in presenza dell’Ambasciatrice Gabriela Dancău, si è tenuta la proiezione del lungometraggio “L’Esperimento Pitești” (realizzato nel 2023 dalla regista Victoria Baltag, presente all’evento), seguito da una conferenza.

Il film, dal carattere documentaristico, si concentra sulle vicende che riguardarono il carcere penitenziario di Pitești (città romena), tra il 1949 e il 1951. L’esperimento in questione – attuato sotto il regime comunista – non fu altro che un tentativo di rieducazione politica (rivolta agli ultra nazionalisti e legionaristi della Guardia di Ferro, gli ex liberali e i sionisti).
Il mezzo impiegato fu quello della tortura, deposto però in mano dei prigionieri stessi, guidati dai piani alti del carcere.
Il film ha come protagonista il giovane Herman, ispirato a Eugen Ţurcanu, il detenuto realmente esistito e fautore dell’ODCC (“Organizzazione dei detenuti con convinzioni comuniste”, ispirata alla controversa pedagogia di Anton Makarenko), capo delle operazioni di rieducazione per ordine della Securitate.
L’opera si pone come rappresentazione senza filtri della tragica realtà del carcere di Pitești, il cui esperimento viene tutt’ora considerato come uno dei peggiori tentativi di deumanizzazione della storia. Oltre alle condizioni degradanti in cui i detenuti erano costretti a vivere, le torture erano all’ordine del giorno, sia fisiche che psico-morali: l’obiettivo finale era lo “smascheramento” dei soggetti, ovvero la confessione forzata, che avveniva per fasi.
Il numero di vittime raggiunse circa le 1.000-5.000 persone, fino a quando l’esperimento venne ufficialmente soppresso dalle autorità (nel 1952) e tutti i soggetti coinvolti vennero messi a processo.
Dopo la proiezione, si è tenuta invece una conferenza, in cui sono intervenuti il Professor Francesco Guida (Università Roma Tre) e la Professoressa Anca Stângaciu (Università Babes-Bolyai di Cuj-Napoca), i cui contributi hanno permesso di compiere un’approfondita riflessione sull’importanza e sul retaggio della Rivoluzione romena del 1989.
Come l’Ambasciatrice Gabriela Dancău ha ricordato all’inizio dell’evento, la libertà è stata per la Romania il traguardo più grande e costituisce oggi un valore ineliminabile. L’appartenenza alla Nato, la dedizione nell’ambito dell’Unione Europea e la recente entrata completa nello spazio Schengen ne sono la prova.