Festa d’indipendenza colombiana… da non perdere

Il 20 luglio in Colombia le bandiere sventolano, suoni e colori riempiono la capitale, Bogotà. La festa d’indipendenza è una cosa molto seria nel Paese giallo, azzurro e rosso. Il giorno in cui si commemora il primo atto di indipendenza del popolo colombiano dalla Spagna, risalente al 1810, parate, eventi culturali e manifestazioni, riempiono di gioia le strade e le città.
E così anche all’estero. A Roma, la comunità colombiana ad esempio festeggia questa ricorrenza con il Festival Festipaz, giunto quest’anno alla sua 18esima edizione. Una celebrazione all’insegna della pace e dell’integrazione che valorizza il patrimonio artistico e culturale colombiano.
I festeggiamenti
Ma se per caso vi capita di trovarvi a Bogotà proprio durante la festa dell’indipendenza colombiana, ai festeggiamenti non si sfugge. A Plaza de Bolívar viene ospitata la parata militare e il discorso presidenziale trasmesso in diretta nazionale. Poi spettacoli di artisti di strada, mercatini e mostre fotografiche.
Le celebrazioni iniziano almeno qualche giorno prima. Le scuole mettono in scena rappresentazioni storiche, le strade fioriscono tra i colori degli addobbi e dei festoni. E tutto il Paese si prepara alla convivialità.
Al pranzo del 20 luglio l’orgoglio nazionale è anche culinario. Ajiaco (una zuppa a base di pollo, patate e mais), bandeja paisa (un piatto ricchissimo di riso, carne, uova, avocado, arepas), tamales, oltre a dolci come la mazamorra e il postre de natas. Tra un vero caffè colombiano, spesso accompagnato da aguapanela, poi, non mancano brindisi con l’aguardiente, il liquore locale.
Ma l’indipendenza è una ricorrenza soprattutto familiare. Un tentativo di custodire il passato senza temere il futuro che passa di generazione in generazione.
Origini
Dobbiamo ricordare che la festa d’indipendenza nasce molto indietro nel tempo. Un episodio banalissimo e poi la rivolta che ha contribuito al giorno della memoria collettiva nazionale colombiana. All’epoca dei fatti, nel 1810, i patrioti locali chiesero in prestito un semplicissimo vaso, il Florero de Llorente, al commerciante spagnolo José González Llorente. La risposta fu negativa e il rifiuto esplosivo. La negazione di tale richiesta, infatti, fu interpretata come l’ulteriore simbolo dell’arroganza coloniale.
Centinaia e centinaia di persone si riunirono in una sommossa. Non tanto per quell’oggetto, ma per cosa esso rappresentava: la possibilità di riscatto, la fine delle disuguglianze. Le letture storiche dell’evento sono molteplici. C’è chi ne nega l’importanza e vede nell’evento la necessità di costruire postumo un mito nazionale; c’è poi chi invece nel vaso, la punta dell’iceberg, un episodio in grado di concentrare tutta la forza collettiva verso un’unico interesse.
Dopo il 1810, ci vollero altri nove anni per affermare l’autonomia colombiana. Anni di lotte, culminati nella Battaglia di Boyacá il 7 agosto 1819. Una data anch’essa importante, ma che lascia largo spazio al 20 luglio per rappresentare la tappa fondamentale dell’indipendenza del Paese.