“Oltre Ogni Ragionevole Dubbio”: la docuserie del caso Yara

“Oltre ogni ragionevole dubbio”, disponibile ora su Netflix, è la docuserie oggetto di attenzioni da ormai settimane. La trama è incentrata su una delle vicende di cronaca nera più conosciute in Italia: il caso di Yara Gambirasio, la ragazza tredicenne di Brembate, in provincia di Bergamo scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata morta nel febbraio del 2011.
Fonte foto: Cinematographe.it (https://www.cinematographe.it/news/il-caso-yara-verita-e-bugie-sulla-nuova-docuserie-netflix-oltre-ogni-ragionevole-dubbio/ )
Il racconto del caso di Yara in “Ogni ragionevole dubbio” si scandisce in cinque puntate, mantenendo un ritmo lineare nel ripercorrere dettagliatamente i fatti realmente accaduti. Si parte dalla scomparsa della ragazza, accompagnando lo spettatore, episodio dopo episodio, nelle indagini del caso, fino alla condanna dell’assassino.
Nonostante il caso di Yara sia ben noto all’opinione pubblica, nella docuserie non mancano colpi di scena, dovuti anche dai materiali inediti e alle interviste esclusive fornite appositamente per la produzione della docu serie. Infatti, nel racconto della vicenda emergono in ogni puntata dei retroscena e dettagli intimi di alcune vicende molto personali della famiglia di origine di Massimo Bossetti, che hanno rappresentato poi alcuni dei punti chiave per la sua condanna.
Le testimonianze esclusive
A fomentare la curiosità verso la serie ci sono testimonianze inedite: tra cui quella dell’assassino Massimo Bossetti, ex muratore e ad oggi condannato all’ergastolo per l’omiciodio di Yara Gambirasio.
Massimo Bossetti nella docuserie. Fonte foto: Fanpage.it (https://www.fanpage.it/spettacolo/serie-tv/quando-esce-il-caso-yara-oltre-ogni-ragionevole-dubbio-lorario-e-la-data-di-uscita-su-netflix/ )
L’uomo nelle sue testimonianze esclusive per la docuserie continua a ribadire la sua innocenza ed estraneità nella vicenda, dichiarando anche in passato di non aver mai avuto nessun tipo di contatto con Yara. Durante le numerose interviste nella docuserie, Massimo Bossetti si lascia spesso coinvolgere dalle emozioni, specialmente quando parla di come la sua vita sia cambiata e di quanto la sua famiglia sia stata affetta privatamente e pubblicamente dalla vicenda, pur non essendo direttamente coinvolta nel caso.
Una voce nella docuserie è stata data anche a Marita Comi, moglie dell’assassino Massimo Bossetti, anche lei sostenendo fermamente di credere l’innocenza del marito, racconta in breve il dramma familiare e l’oppressione e stigma subito da parte dei media, momento dell’arresto di Massimo Bossetti fino ad oggi.
Altre testimonianze sono anche state date da esperti forensi, legali e giornalisti, alcuni dei quali coinvolti del caso, che hanno fornito una lente più oggettiva e analitica del caso, bilanciando le tesi innocentiste di Massimo Bossetti, con quelle che invece che credono la piena colpevolezza.
L’opinione pubblica si divide
Dall’uscita, “Oltre ogni ragionevole dubbio” ha diviso subito diviso gli spettatori, scatenando reazioni contrastanti: molti ne hanno apprezzato la corretta e lineare ricostruzione dei fatti, sottolineando l’accuratezza nel ripercorrere le indagini ed i vari processi da parte degli enti giudiziari, dando una chiusura a chi ancora avesse dubbi sulla trasparenza del processo, altre note positive sono state la riservatezza ed il rispetto della famiglia della vittima, da sempre fuori dai riflettori del caso.
Altrettante le critiche arrivate da chi ha giudicato aspramente la presenza attiva dell’assassino Massimo Bossetti per tutta la serie, che tramite la sua testimonianza esclusiva ha raccontato la sua versione dei fatti, dichiarandosi vittima di errore giudiziario e di essere stato incastrato. La sua presenza ha immediatamente suscitato parecchia indignazione ed in molti vedono nella docuserie un tentativo di convincere l’opinione pubblica sulla poca trasparenza delle indagini e su teorie del complotto contro l’assassino Massimo Bossetti, dando anche notorietà e visibilità ad un assassino. Molti si chiedono se la sua presenza abbia potuto giovare all’interno della serie ai fini di una rappresentazione oggettiva del caso. Sui vari social, tra cui Tik Tok, sono anche nati gruppi per promuovere l’innocenza di Bossetti, sostenuti dagli hashtag #massimobossettilibero e #bossettiinnocente.
Tutto ciò sembra aver creato una situazione inverosimile, fomentando una tendenza verso la poco trasparenza del sistema giudiziario italiano. Nonostante le diverse e contrastanti opinioni sulla docuserie “Oltre ogni ragionevole dubbio” e sull’innocenza di Massimo Bossetti, è importante non dimenticare il lavoro svolto dalle istituzioni per dare giustizia alla famiglia di Yara Gambirasio. Una sentenza di colpevolezza è stato emessa, anche sostenuta in tre gradi di giudizio, fino alla Cassazione che ne ha confermato definitivamente la pena all’ergastolo per l’unico responsabile dell’omicidio di Yara: Massimo Bossetti.