Autunno d’arte a Roma: le mostre attive

Rinascita, ripresa, ripartenza: solo alcuni dei termini utilizzati nell’ultimo periodo per parlare della stagione culturale post Covid. Dopo il dibattito sulla capienza dei luoghi di cultura che è stato finalmente chiuso con la delibera del 7 ottobre 2021 e l’aumento al 100%, la stagione autunnale si prospetta ricca di prelibatezze culturali. Nella capitale tante sono le mostre attive, eccone alcune.
MAXXI
Al Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, dal 20 ottobre al 6 marzo 2022, Thomas Hirschhorn. The Purple line. L’artista presenta 118 collage della serie Pixel-Collage, con immagini di corpi mutilati in zone di guerra, istantanee di stragi e conflitti accostate a fotografie pubblicitarie di riviste patinate. Mentre le prime immagini sono molto nitide e senza filtri, queste ultime sono pixellate, invertendo così ciò che normalmente succede in tutti gli organi di informazione. Il pixel come strumento di connessione tra bellezza e crudeltà, per accorciare le distanze tra realtà opposte eppure contemporanee. Nella stessa sede, dal 1° ottobre al 13 febbraio 2022, viene ospitata anche la mostra Sebastião Salgado. Amazônia, un’immersione totale nella potenza della foresta amazzonica e delle popolazioni indigene che la abitano e custodiscono. Il progetto, durato 6 anni, ha visto l’artista intraprendere una serie di viaggi per catturare l’incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, vivendo nei loro villaggi per settimane e fotografando i diversi gruppi etnici. Un’altra esposizione viene ospitata invece nello Spazio Extra MAXXI, dal 22 settembre al 14 novembre 2021, Di roccia, fuochi e avventure sotterranee con i progetti fotografici di cinque autori della fotografia italiana attuale: Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco, Francesco Neri, inviati a documentare la nascita di altrettante grandi opere infrastrutturali in tutto il mondo. Infine, in occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI celebra Giacomo Balla con l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale. Il progetto Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno comprende anche una mostra, visibile nel museo.

Da Klimt a Dora García
Dal 27 ottobre è aperta al pubblico l’esposizione Klimt. La Secessione e l’Italia presso Palazzo Braschi, promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (dove sono presenti le più grandi opere del celebre pittore come “Il bacio” ) e in cooperazione con la Klimt Foundation. Le opere dell’artista austriaco saranno divise in 14 sezioni, con particolare risalto ai lavori legati alla sua esperienza in Italia e a distanza di 110 anni dalla sua partecipazione all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911. Al Mattatoio invece il progetto Conosco un labirinto che è una linea retta dal 7 ottobre al 9 gennaio 2022. Le storie di Dora García contrassegnate da un copione sommario e da un finale aperto, indagano quale impatto abbiano la lingua, la letteratura, la traduzione e l’inconscio nelle costruzioni sociali e nelle identità. I padiglioni 9A e 9B del Mattatoio si specchiano, sdoppiandosi grazie a una narrativa labirintica e a un allestimento binario: da un lato proiezione, dall’altro performance.

Le personali
Quayola. Re-coding a Palazzo Cipolla, la prima mostra monografica dell’artista romano di origine e londinese di adozione, tra i più importanti media artist internazionali. Attraverso sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo, l’artista ricodifica la storia dell’arte attraverso una nuova prospettiva, con un linguaggio innovativo capace di riflettere la sua visione poetica del mondo digitale. Quayola esplora le infinite possibilità di formalizzazione dell’idea creativa attraverso le innumerevoli opportunità che la tecnologia gli offre. Il processo di ricerca è, in questo modo, la base dell’opera d’arte stessa. Ai nostri occhi complesse composizioni digitali prendono il posto di dipinti rinascimentali e barocche e sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito sono scolpite mediante mezzi robotici. L’ultima sede espositiva da citare è la Fondazione Pastificio Cerere che, dal 22 settembre al 27 novembre 2021 ospita la personale dell’artista Antonio Della Guardia: Per un Prossimo Reale. L’artista indaga sui condizionamenti imposti dal lavoro contemporaneo sul corpo, sui processi cognitivi e sulle sfere più intime della nostra vita privata, rilevandone i segni e immaginando forme e strategie poetiche di emancipazione condivisa. Il progetto nasce dagli studi sul metodo Bates, sistema di rieducazione della vista senza l’uso di occhiali, che rappresenta per l’artista un repertorio di possibili pratiche performative, da prelevare e trasfigurare con libertà, cristallizzandole poi all’interno di dispositivi scultorei e installativi. Questi diventano per il visitatore uno strumento per stimolare processi sopiti nello sguardo e nell’immaginazione.