Roy Lichtenstein Sculptor
La mostra che occuperà, fino al 24 novembre, i locali della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, a Venezia, presenta al grande pubblico un aspetto inedito, ovvero l’arte plastica, di uno dei più celebri protagonisti della Pop Art Americana, Roy Lichtenstein, attraverso quarantacinque opere tra bozzetti, maquettes, modelli, sculture in bronzo realizzate tra il 1965 e il 1997 e provenienti in massima parte dalla Roy Lichtenstein Foundation.
La scultura è non solo una forma inconsueta della produzione di Lichtenstein, da tempo oggetto di studi, ma diviene, in questa occasione un’analisi ancora più insolita se la si rapporta allo Spazio Vedova all’interno dei Magazzini del Sale: una ricerca di dialogo che da un lato apre all’intercomunicabilità e all’internazionalità della Fondazione e dall’altro permette un legame con l’attuale Biennale di Venezia; legame che si esplica, tramite la celebre opera House II presentata da Germano Celant in occasione della Biennale del 1997. House II è la rappresentazione di una casa, che riproduce nel tridimensionale la piattezza bidimensionale del linguaggio espressivo dell’artista: una casa che non potrà mai essere totalmente una casa perché mancante, perché perfetta in apparenza, ma non in sostanza poiché nonostante il suo tentativo di essere scultura rimane vittoriosamente immagine.
Il rapporto tra curatore ed artista riemerge in questo spazio dove non viene a troneggiare solo l’estrema maestria e singolarità della produzione di Lichtenstein, ma anche l’intensa stima provata da Germano Celant nei confronti di tale personalità artistica trasformando la mostra non solo in momento di studio e riflessione ma rendendola un vero proprio omaggio.
Lo spettatore si troverà incantato nel vedere la corrispondenza tra pittura e scultura, un convivere continuo tra bidimensionalità e tridimensionalità, tra arti non in opposizione ma in dialogo: ecco, quindi, che non si potrà non notare come l’arte scultorea di Lichtenstein non omaggi solo la sua stessa produzione pittorica ma diventi espressione di rispetto per la storia dell’arte in generale. Tornano con audacia e reverenza, ma trasmutati in un nuovo linguaggio pittorico, o meglio, in una nuova veste visiva e percettiva, Modigliani e Picasso fino a giungere all’arte antica ed in special modo a quella egizia, un’arte che non ammette barriere, ma promulga la continuità, la collaborazione.
Interessante è tuttavia l’approccio con il quale l’artista americano, amante di una bidimensionalità data da linee grafiche e dots, decide di applicarsi alla tridimensionale plasticità della scultura, in uno studio che inizia attorno al 1964. La ricerca, così apparentemente utopica, di ricreare la bidimensionalità dello sguardo umano operato dai mass media, l’appiattimento dell’uomo a causa della società dei consumi, nella tridimensionalità scultorea dimostra l’estrema abilità dell’artista e la sua continua critica alla società contemporanea. Il visitatore, infatti, non potrà non notare l’attualità delle opere in mostra e del linguaggio, spesso criticato e non sempre apprezzato, della Pop Art che nasconde sotto una patina glamour ed apparentemente di facile fruizione le difficoltà del nostro vivere, la perdita della tridimensionalità umana data dalla sfera emotiva a discapito dell’apparenza (bidimensionalità).
E non sorprende, allora, rivedere il tanto acceso spirito critico di Lichtenstein a questa Biennale di Venezia dove, nella sede dell’Arsenale, è esposta l’opera del celebre fumettista americano Robert Crumb: il visitatore, quindi, potrà sicuramente notare come nell’assenza e nella perdita della parola orale e delle tradizioni che ad essa sono connesse, il linguaggio fumettistico in generale e quello innalzato da Lichtenstein in particolare diventino espressioni di tutto ciò che non riusciamo a dire ma vorremmo, di tutte le sfide che temiamo di affrontare, di noi, così timorosi di essere tridimensionali da ricercare una utopica bidimensionalità.
La mostra Roy Lichtenstein Sculptor non è solo una mostra d’arte, una nuova riflessione artistica sull’opera di un grande maestro, ma, cosa ben più importante, è un ritorno alla critica sociale ed artistica, una rivendicazione del pop come mezzo per comunicare e non per denigrare, per cercare di essere e non di apparire.
Scheda tecnica
Roy Lichtenstein Sculptor- Emilio Vedova Cosiddetti Carnevali, fino al 24 novembre 2013, Fondazione Emilio e Annabianca vEdova, Zattere 50.
Orario: 10.30-18.00. Chiuso il martedì.
Biglietto unico per le due mostre: intero 12 euro; studenti fino ai 26 anni: 6 euro; ridotto: 9 euro;
di Giulia Jurinich
27/06/2013