ROMA 2017 | #Day5: Nanni Moretti, The Movie of My Life, Who we are now

The Movie of My Life, di Selton Mello
Sarà presentato oggi uno dei film più promettenti di questa Festa del Cinema, edizione 2017: The Movie of My Life di Selton Mello. Tratto dal romanzo A distant father di Antonio Skàrmeta, la nuova fatica del regista brasiliano è un omaggio all’adolescenza e all’importanza di sperimentare determinate tappe della vita.
Una fotografia che vira al seppia introduce sin da subito lo spettatore in una storia che tanto deve al realismo magico di Cesare Zavattini, mettendolo di fronte ad un voyerismo primigenio ed essenziale, che dipinge il protagonista in maniera intima e garbata.
Tony Terranova -è questo il nome del ragazzo interpretato da Johnny Massaro – è un professore in erba, amante del cinema e della letteratura, che ha perso le tracce del padre (Vincent Cassel) quando era bambino. Questo trauma si fa sentire in maniera sempre più impetuosa proprio ora che il ragazzo si appresta a diventare definitivamente uomo, un tempo in cui persino l’amore diventa una cosa seria.
Who we are now, di Matthew Newton
Era una tematica affrontata di striscio da Last Flag Flying, diventa un topic cardinale in Who we are now. Si allude alla problematica -non solo americana- del reinserimento sociale dopo un periodo di detenzione.
Beth (Emma Roberts) ha appena scontato dieci anni di prigione per omicidio colposo e tenta di riprendersi in tutti i modi la sua vita. Cercare un lavoro dignitoso è però un’utopia, il suo passato sembra un macigno troppo ingombrante da poter essere tenuto nascosto ed ancor più indelebile per chi dovrebbe assegnarle un incarico lavorativo. Who we are now è un film che parla di un universo femminile borderline, in cui le figure maschili sono poche e del tutto private di una carica paternalistica. Il rapporto uomo-donna non è mai complice ed anzi spesso e volentieri conflittuale, volto ad accentuare un’idea di società tutt’altro che amica.
Nanni Moretti incontra il pubblico
Ospite speciale della giornata è stato Nanni Moretti, protagonista di un incontro col pubblico pieno di spunti di riflessione. Una personalità inimitabile nel panorama del cinema italiano, che si evince già dal fatto che l’incontro canonico con Antonio Monda in realtà, stavolta, è gestito totalmente dall’ospite.
Una carriera, quella di Moretti, iniziata facendo la gavetta: «Ho visto i primi film di Polanski, mettendo insieme ed intersecando il cinema dei Taviani e quello di Carmelo Bene».
Poi continua: «Andavo al cinema al Nuovo Olimpia e guardavo il cinema d’autore: Bertolucci, Ferreri, Bellocchio. Tutti film che avevano in comune col cinema europeo, il rifiuto nei confronti del cinema passato».
Alla domanda sul suo modo di esser attore, Moretti invece spiega: «La mia idea di interpretazione è immedesimarmi nell’idea di personaggio che ha il regista. Come spettatore, come autore e come attore non mi piacciono quegli attori che si nascondono totalmente dietro il personaggio che stanno interpretando».
Ogni sua parola, ogni sua esperienza, rimanda inevitabilmente ad un cinema che ormai, purtroppo, non c’è più!