Saltburn: potere, inganno e Jacob Elordi
Saltburn è il nuovo e disturbante film diretto da Emerald Fennell, distribuito su Prime Video, che ha scandalizzato la Gen Z.
Di recente, infatti, Tik Tok è stato invaso dai video delle reaction di ragazze e ragazzi, alle scene più forti del film.
Il fatto che uno dei protagonisti sia Jacob Elordi, crush del momento di tantissime adolescenti, ha incentivato la curiosità nei confronti della pellicola. Una storia che parla di potere, inganno e di seduzione.
Ma entriamo nel vivo della vicenda.
Visione pop-gotica
Oliver, lo studente interpretato magistralmente da Barry Keoghan, aspira a trovare il suo posto nell’Università di Oxford. Il suo interesse è catturato da Felix, affascinante e aristocratico (l’irresistibile Jacob Elordi), che lo invita a trascorrere un’estate indimenticabile nella suggestiva tenuta di famiglia a Saltburn.
Nel corso del film lo spettatore assiste agli escamotage messi in atto da Oliver per conquistare Felix e parteggia per lui, nella sua ostinata ricerca di felicità. Ma più la pellicola va avanti e più sembra chiaro che quel ragazzo, apparentemente innocente, nasconde dietro ai suoi occhi penetranti il desiderio vorace di prendere agli altri ciò che non ha mai avuto.
Saltburn è stato studiato ad hoc per scandalizzare. Se inizialmente ci fa credere di essere la tipica trama centrata sulle dinamiche da college, piano piano scopriamo che si tratta di un mero espediente per dare forma a una personalità disturbata.
Come si evince dalla colonna sonora e dai brani quali Time to Pretend o Murder on the Dancefloor, Fennell confeziona un teen movie ispirato ai primi Duemila.
La fotografia satura, invece, conferisce al un’aura gotica e al tempo stesso pop, rendendolo godibile anche da un punto di vista estetico.
Inganno e seduzione
Attraverso la lente dell’eccesso e del disturbo, il film evoca richiami al noto Teorema di Pasolini. Ci viene, infatti, presentata una famiglia agiata il cui equilibrio borghese viene sovvertito dall’arrivo inaspettato di un estraneo misterioso.
Questa presenza scuote e divide ogni membro della famiglia, mettendo in discussione le loro identità preconcette. Allo stesso modo, Oliver si aggrappa alle debolezze della famiglia di Saltburn e fagocita dall’interno tutti i suoi componenti; prima sottomettendoli psicologicamente e poi eliminandoli fisicamente.
Come un verme che appare molle e invertebrato che trae nutrimento dalla terra, scavandola in profondità. Così il nostro protagonista, dapprima si mostra mansueto, finendo per divorare la vita degli altri, di quegli altri che ha sempre invidiato.
Con la seduzione e l’inganno, Oliver crea una rete articolata a cui è difficile resistere, alimentata dalla sete di potere, dal sesso e dalla manipolazione.
Nell’epilogo vediamo Oliver danzare nudo per le stanze sontuose di Saltburn e in questo momento si manifesta la quintessenza del racconto di Fennell: l’appagamento di un’ossessione.
Una coscienza macchiata e simile a quella di Dorian Gray, placata in maniera effimera dal fresco successo. Tuttavia, il film suggerisce il reale pericolo di perdere il controllo su un mondo di illusioni e sogni infranti che ci hanno condotto allo smarrimento.