Cinque film su Napoli. La napolitan wave nata all’ombra del Vesuvio
Era il lontano 2006 quando Roberto Saviano pubblicava Gomorra. Uno dei suoi lavori più controversi, che quasi immediatamente – oltre al successo di pubblico e critica – lo costrinse ad una vita sotto scorta per le minacce ricevute dai clan della Camorra che erano stati citati nel libro.
Chissà se all’epoca il giovane Saviano (in quei giorni nemmeno trentenne) avrebbe scommesso un solo euro sul fatto che Gomorra, libro d’inchiesta tradotto negli anni in più di 50 lingue, sarebbe diventato anche il primo passo verso una nuova maniera di raccontare la città di Napoli ed il suo hinterland.
Di lì a breve infatti i diritti del romanzo vennero acquistati da Fandango e Rai Cinema per farne un film girato da Matteo Garrone. Ed era solo l’inizio, visto che il passo successivo fu una serie tv ancor oggi in produzione, che ha definitivamente riscritto i canoni del gangster movie all’italiana.
«A Napoli è nato un nuovo linguaggio cinematografico», disse Mario Martone in una delle conferenze stampa per la presentazione del suo ultimo Il sindaco del rione Sanità. Vogliamo allora ripartire dallo spunto del maestro Martone per provare a capire quali sono i film di questa new wave napoletana.
Storie che partono spesso da questioni problematiche e che quindi almeno in apparenza sembrano rifarsi alla grammatica già vista in Gomorra, ma che a ben vedere tentano di raccontare una terra diversa, pervasa da una instancabile ed irriproducibile energia.
Ultras, di Francesco Lettieri
Il primo lungometraggio di Francesco Lettieri non è ancora arrivato al grande pubblico ma già è diventato un piccolo caso. A partire dal 20 marzo infatti Ultras sarà disponibile direttamente su Netflix e nelle intenzioni della distribuzione ci sarebbe dovuto essere prima un passaggio in sala, poi gravemente compromesso dall’emergenza coronavirus.
Noi di 2duerighe il film siamo riusciti a vederlo in anteprima e ci è sembrato subito che questa storia ambientata tra i gruppi del tifo organizzato dovesse entrare di diritto nella nostra lista di film su Napoli.
Lettieri negli ultimi anni si è fatto le ossa con il videoclip, collaborando con nomi divenuti noti della oramai ex scena indie: Calcutta, Thegiornalisti, Carl Brave x Franco126.
Ma soprattutto una delle cose più interessanti uscite nell’ultimo periodo a firma Lettieri è Capri Rendez-Vous, serie di videoclip legata al lancio del primo album di LIBERATO.
Il misterioso musicista partenopeo – sulla cui identità continuano a girare leggende metropolitane di ogni sorta – ha prodotto anche la colonna sonora di Ultras, imponendosi come vero e proprio simbolo dell’ultima generazione di artisti cresciuti all’ombra del Vesuvio.
La paranza dei bambini, di Claudio Giovannesi
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino nel 2019, La paranza dei bambini è l’adattamento cinematografico di un altro libro di Saviano, edito da Feltrinelli con titolo omonimo.
Il film narra le vicende di una delle tristemente note baby gang che sfrecciano tra i rioni della città ma, nonostante le pistole e le rasature dei suoi giovani protagonisti, cerca di emanciparsi dall’immaginario gomorresco, raccontando invece «una storia di sentimenti, che scava nell’anima dei protagonisti e documenta la perdita dell’innocenza».
Disponibile su Tim Vision.
Il sindaco del rione Sanità, di Mario Martone
Il testo di partenza è chiaramente quello di Eduardo De Filippo. L’intenzione di Mario Martone però era quella di riscoprire la parola del grande drammaturgo partenopeo per raccontare la spaccatura – viva oggi come allora – tra la «Napoli per bene» e la «Napoli per male».
Prima di diventare un film a basso budget (disponibile da qualche settimana anche su RaiPlay), questo Sindaco di accezione moderna era stato concepito da Martone come spettacolo teatrale.
Assieme alla compagnia del NEST di San Giovanni a Teduccio, il regista de Il giovane favoloso vinse infatti il premio Le Maschere 2018 proponendo una riscrittura brillante del classico eduardiano, stupefacente per capacità di adattamento alle dinamiche contemporanee della città.
Nella rappresentazione cinematografica le sinergie tra gli attori del NEST vengono riproposte intatte, così come viene confermato Francesco Di Leva nei panni del sindaco Antonio Barracano (per la cui interpretazione Di Leva è candidato ai David di Donatello).
Selfie, di Agostino Ferrante
Anche Selfie, quando venne presentato al Festival di Berlino nel 2019, lasciò tutti senza fiato. E pure quando tornò in patria, il documentario di Agostino Ferrante iniziò ad essere un vero e proprio cult nel circuito dei cineclub e delle piccole sale indipendenti.
La quotidianità di due ragazzi del rione Traiano – periferia nord ovest della città – viene ripresa direttamente dalla fotocamera interna di un iPhone che i due protagonisti continuano a passarsi come fosse un pallone.
Selfie è uno spaccato autentico della periferia, il dispositivo cinematografico che si insinua nell’intimità del quartiere senza far sentire mai il proprio peso. Ciò che ne esce è una serie di ritratti quantomai autentici di ragazzi e ragazze che provano a trovare una propria dimensione, anche quando tutto sembrerebbe portarli fuori strada.
Indivisibili, di Edoardo De Angelis
A questa lista di film su Napoli non poteva di certo mancare il contributo di Edoardo De Angelis. Il regista di Il vizio della speranza ambienta da sempre i suoi lungometraggi nei luoghi appartenuti alla sua infanzia.
Il cinema di De Angelis è un vero e proprio atto d’amore nei confronti della città: Mozzarella Stories, Perez, l’episodio Magnifico Shock nel film collettivo Vieni a vivere a Napoli.
Indivisibili è la storia di due gemelle siamesi con la passione della canzone neomelodica. Il film, oltre a raccontare l’hinterland con intenti documentaristici alla Francesco Rosi, è anche un atto d’amore nei confronti della tradizione musicale partenopea, dai canti a fronna ‘e limone, al repertorio di Enzo Avitabile (che è anche l’autore della colonna sonora).
Disponibile su Infinity