Il campione dei dischi – Dj Delta
Nuovo appuntamento con Fiori di Cemento. L’ospite di oggi è uno dei più importanti turntablist italiani nonchè campione nazionale ai Red Bull Thre3style, Dj Delta.
A maggio hai vinto la prima edizione del Red Bull Thre3style, a dicembre sei atteso in Chile per i mondiali. Sensazioni?
E’ sicuramente una grande soddisfazione aver conseguito un titolo nazionale in una competizione che anno dopo anno accresce il proprio prestigio a livello internazionale. Nei miei 20 anni di attività non ho mai intrapreso il percorso delle DJ battles, preferendo più il lavoro in studio o nei clubs. Nel Red Bull Thre3style ho trovato invece un tipo di competizione più in linea con il mio modo di intendere il giradischi, una formula più trasversale in cui oltre alle doti da performer, e quindi le skills nello scratch e nel beat juggling, assume valore anche la selezione musicale e il knowledge. Rispetto alla finale mondiale penso che adotterò lo stesso criterio adottato per la finale nazionale: racconterò la mia storia, il mio percorso musicale e il mio stile sperando che piaccia come è piaciuto in Italia, senza curarmi troppo di ciò che fanno gli altri e senza seguire i trend del momento, sia sul piano della tecnica che sul piano dei gusti musicali.
Come e quando ti sei avvicinato ai dischi?
La prima volta che misi mano su un giradischi era il 93: l’idea di fondo era reinterpretare quello che dai più veniva considerato come un oggetto per riprodurre musica, un elettrodomestico qualsiasi, come un vero e proprio strumento musicale. Una sfida che mi ha sempre incuriosito e che mi ha portato ad approfondire la questione, ascoltando e guardando tutto il materiale che riuscivo a rimediare, sia dai DJs italiani più forti di allora come Skizo, Gruff, Zappalà e Prezioso, sia dai DJs americani come Jazzy Jeff, Cash Money, Q-Bert. Direi che ho veramente capito come funzionava il tutto guardando vari video musicali in cui erano presenti dei DJs che scratchavano o rimediando le VHS del DMC, una delle più prestigiose competizioni per DJs ancora oggi.
Punti di riferimento nel settore?
Alcuni di loro li ho nominati poco sopra. A questi vanno aggiunti altri nomi tra cui DJ Double S, con cui collaboro ormai da anni nella realizzazione di un mixtape che fonde Reggae e Hip Hop dal titolo “ComboKlat”, e che è sempre stato fonte di ispirazione per me avendo uno stile molto prossimo al mio. Ci sono poi gli Alien Army e Men in Scratch, pionieri nell’aver elaborato e sviluppato in Italia la formula della “DJ band”. Fuori dall’Italia cito sicuramente Invisible Skratch Piklz e Beat Junkies mentre per quel che concerne il clubbing di sicuro tra i miei punti di riferimento ci sono DJ Nu-Mark, DJ Spinna, J-Rocc, Kenny Dope e Louie Vega.
Che musica suoni? C’è un genere a cui ti senti di appartenere?
Suono Black Music nelle sue varie ramificazioni quindi: Funk, Soul, RnB, Reggae, Latin, Afrobeat e Afrocuban, Disco e un certo tipo di House anni 90, Jazz e Blues. Poi se dovessi individuare un genere a cui mi sento di appartenere al 100% ti direi sicuramente l’Hip Hop, il genere con il quale ho iniziato, dal quale ho preso tanto e a cui ho dato tanto. Il grosso della mia collezione di vinili, infatti, è composto prevalentemente da rap.
Non pensi che in Italia ci sia ancora poca attenzione su questa disciplina?
Sul piano quantitativo forse è così: pochi sono i turntablist che ottengono l’attenzione che meritano. Questo secondo me perché il turntablist, il DJ performer, è un “talebano” (ride n.d.r.), è uno estremo in quello che fa e difficilmente scende a compromessi. Non cerca il dialogo a tutti i costi con il pubblico, la paraculata: e più uno che vuole impressionarti, mandarti a casa dopo la sua esibizione con un grosso punto interrogativo in testa. Questo a volte può tradursi in incomprensione da parte del pubblico e, in generale, in una disattenzione più o meno diffusa nei confronti della disciplina. Sul piano qualitativo invece non è così: abbiamo una DJ Culture molto ricca e consolidata, ottimi scratcher come DJ Fakser e Simo G tra i più giovani o come TY1 e T-Robb tra i più navigati. Anche nel mondo del clubbing abbiamo ottimi rappresentanti, come Damianito e Mr Phil per rimanere nell’ambito della black music.
Ora sei impegnato con diversi set in tutta Italia, poi a dicembre, come detto, ti aspetta il Chile. Altri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
A dicembre, subito dopo il mondiale con la Red Bull, io e DJ Double S pubblicheremo il volume due di ComboKlat Mixtape che conterrà remix inediti e specials esclusivi di vari artisti della scena Reggae e Hip Hop nazionale e internazionale. Oltre a questo, sarò impegnato nella lavorazione del terzo album degli Shakalab, band di cui sono membro ormai da anni, e nei live concert che portiamo in giro per tutta Italia. E poi…per rimanere aggiornati potete seguirmi nei miei canali social che tengo costantemente aggiornati con calendario eventi, materiale audio e video.
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