Sette Variazioni a Porta Portese, l’intervista a JBROCK

Domenica 19 dicembre al via il primo appuntamento di JBROCK Sette Variazioni: 2000-2022, episodio 1. Una domenica al mese, da dicembre a maggio, lo street artist JBROCK (Roma, 1979), pioniere della street art della Capitale, presenterà un’opera inedita in esposizione per un’intera giornata e un banco di Porta Portese diventerà galleria d’arte, grazie a Contemporary Cluster. Gli episodi, in totale, sono sette e altrettante le opere inedite di JBROCK che verranno esposte a giugno 2022 in una grande mostra personale. L’abbiamo intervistato.
Quando hai iniziato a fare Street Art e cosa ti ha spinto a cominciare?
Dopo essere andato mega in fissa con lo skateboard, totalmente pervaso da quell’estetica, sono stato attratto dai graffiti, in particolar modo da quelli della crew FDC che vedevo crescere sempre di più sui muri del quartiere dove sono cresciuto, il Trieste Salario. Tutto ciò è avvenuto in maniera istintiva e naturale quando ero poco più di un bambino.
Cosa mi ha spinto? Bella domanda, forse ho solo voluto provare a fare una cosa che non mi riusciva facile, ecco sì, dopo 32 anni forse posso dire che, tutt’oggi che sto ancora cercando di migliorare, è ancora questo uno dei motivi che sicuramente mi ha spinto, oltre ovviamente all’influsso pervasivo che coglie chiunque abbia avuto a che fare con la magia dei graffiti…
Quali sono gli artisti da cui ti ritieni influenzato e a cui ti ispiri?
Sono molti e di vari ambiti differenti, Giuseppe Capogrossi, Cesare Tacchi, Gianfranco Baruchello, Carlo Gabriele Tribbioli, Gabriele Silli, Niccolò Berretta, Federico Maria Tribbioli, Giacomo Sponzilli, Federico Lodoli, Claudio e Roberto Franchi, Sten e Lex, Lucamaleonte, Andrea Ambrogio, Noyz Narcos, Stefano Pane Monfeli, Scarful, Blu, Hogre, Banksy, Burne Hoggart, Robert Krumb, Egon Schiele, Barry McGee, Mkue, Dondi White, Keiichirō Kimura, Katsushika Hokusai, Aldous Huxley, William Blake, Iems Qrp, Jade btm, Tieone/Seo T2B, Sacer irak, Earsnot irak, Dream Tdk, Retna Msk, Shepard Fairey, Ed Templeton, Cheryl Dunn, Margaret Kilgallen… Tutti questi più un altro paio di miliardi sono artisti che mi hanno influenzato e da cui mi ispiro.
Ci parli del Ciccio, quella che ormai si può dire essere diventata la tua icona e di come lo inserisci nel progetto “Sette Variazioni”?
Anni fa ho deciso, dopo aver letto A Brave New World di Aldus Huxley, di incentrare tutta la mia ricerca su un unico personaggio e provare così a fare un esperimento: riuscire a entrare, tramite la ripetizione continua dello stesso soggetto sparso in diversi punti strategici della città, nella testa di qualcun’altro e di rendere in questo modo familiare un qualcosa che all’inizio magari ripudiavano o semplicemente ignoravano. Ora, nel progetto Sette Variazioni, racconto come si è evoluto il mio segno nel tempo.
Cosa pensi della street art e che funzione, secondo te, ha nella nostra società?
Penso che la Street Art sia una ficata, soprattutto per chi la fa e per chi in qualche modo riesce ad apprezzarla. Non credo abbia nessun’altra funzione più di quella che riesce ad avere nell’animo di chi ci si approccia, un pò come tutta l’arte del resto.
Come ti relazioni col tuo pubblico?
Allora rega: “e da lì, giù deliri su deliri”… Direi in maniera trasparente e molto diretta. Chi mi segue lo sa.
