San Marino: intervista al Segretario di Stato Alessandro Bevitori

Intervista al Segretario di Stato per il Lavoro, la Programmazione Economica, i rapporti con A.A.S.S., la Transizione Ecologica e l’Innovazione Tecnologica Alessandro Bevitori
Quali sono le principali direttrici che intende seguire nel suo mandato come Segretario di Stato per il Lavoro, e quali obiettivi ritiene prioritari per lo sviluppo economico e occupazionale della Repubblica?
Il mio mandato si fonda su un pilastro triplice: consolidamento, innovazione e inclusione. In primo luogo, intendiamo consolidare la ripresa economica post-pandemica, puntando su una maggiore diversificazione settoriale. San Marino non può più dipendere esclusivamente da pochi settori tradizionali. Stiamo lavorando per attrarre investimenti in ambiti ad alto valore aggiunto come le tecnologie pulite, la ricerca e sviluppo, la finanza innovativa e il turismo di qualità. L’obiettivo prioritario è creare un ambiente economico che favorisca la nascita e la crescita di imprese innovative, garantendo al contempo stabilità e opportunità lavorative per i nostri cittadini e per i tanti lavoratori frontalieri che contribuiscono in modo significativo alla nostra economia. Ciò significa anche semplificare la burocrazia, migliorare la formazione professionale in linea con le esigenze del mercato e garantire un welfare state efficiente e sostenibile. Vogliamo trasformare San Marino in un hub per talenti e imprese che cercano un ambiente dinamico, sicuro e ben collegato, ma con una qualità di vita elevata. Stiamo inoltre prestando grande attenzione alla transizione ecologica, non solo come un obbligo, ma come una vera e propria opportunità di sviluppo, sia in termini di nuove professioni verdi che di efficienza energetica per le nostre imprese e infrastrutture.
L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea è stato definito un passaggio strategico per San Marino. Qual è, a suo avviso, il valore politico ed economico di questo trattato per il futuro del Paese?
L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea rappresenta, senza retorica, la svolta più significativa per San Marino dalla sua indipendenza. Dal punto di vista politico, ci inserisce pienamente nel contesto europeo, garantendoci una maggiore stabilità e visibilità internazionale. Non siamo più un’isola, ma un attore riconosciuto e rispettato all’interno della grande famiglia europea, pur mantenendo la nostra specificità e sovranità. Questo rafforza la nostra posizione geopolitica e ci permette di partecipare attivamente al dibattito su temi cruciali che riguardano il futuro del continente. Dal punto di vista economico, il valore è inestimabile. L’Accordo ci aprirà le porte al Mercato Unico europeo, il più grande mercato del mondo con oltre 450 milioni di consumatori. Per le nostre imprese, si traduce in un accesso facilitato a nuovi mercati, una riduzione delle barriere burocratiche e tariffarie, e una maggiore competitività. Potranno operare con le stesse regole delle aziende europee, aumentando il loro potenziale di crescita e internazionalizzazione. Inoltre, l’allineamento alle normative europee ci garantirà maggiore certezza del diritto e attrattiva per gli investitori stranieri, che vedranno San Marino come una porta d’accesso privilegiata al mercato UE. Non è un caso che già ora stiamo registrando un crescente interesse da parte di operatori internazionali. La fiducia nel nostro sistema paese aumenterà esponenzialmente.
In termini di opportunità concrete, quali benefici occupazionali e produttivi può generare l’Accordo di Associazione con l’UE per il tessuto imprenditoriale e per i lavoratori sammarinesi e frontalieri?
Le opportunità sono molteplici e tangibili. Per il tessuto imprenditoriale, l’accesso al Mercato Unico si traduce in una maggiore domanda per i nostri prodotti e servizi, potenziando l’export e favorendo la crescita dimensionale delle nostre aziende. Molte piccole e medie imprese sammarinesi avranno la possibilità di ampliare i loro orizzonti, accedere a filiere produttive più ampie e partecipare a bandi e progetti europei, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Ci aspettiamo un aumento degli investimenti esteri diretti, con la creazione di nuove imprese o l’espansione di quelle esistenti, generando così nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda i lavoratori, sia sammarinesi che frontalieri, i benefici saranno significativi. Innanzitutto, l’espansione economica porterà a una maggiore offerta di lavoro e a una diversificazione delle tipologie di impiego. L’allineamento agli standard europei in materia di diritto del lavoro, sicurezza e formazione garantirà maggiori tutele e opportunità di crescita professionale. La libera circolazione dei lavoratori, seppur con le dovute salvaguardie per il nostro mercato interno, permetterà ai nostri giovani di acquisire esperienze lavorative in Europa e ai professionisti europei di considerare San Marino come una meta attrattiva. Per i frontalieri, si rafforzerà la certezza giuridica e la stabilità delle loro condizioni lavorative. In sintesi, prevediamo un mercato del lavoro più dinamico, qualificato e inclusivo, in grado di rispondere meglio alle sfide del futuro e di offrire prospettive concrete per tutti.
Quali ambiti ritiene prioritari per rafforzare il dialogo tra San Marino e Italia sul fronte del lavoro e dell’inclusione sociale?
Il rapporto con l’Italia è per noi fondamentale, un legame storico e culturale imprescindibile che si traduce in una fitta rete di interconnessioni economiche e sociali. Sul fronte del lavoro, gli ambiti prioritari per un dialogo rafforzato riguardano innanzitutto il coordinamento delle politiche attive del lavoro, in particolare per quanto concerne i lavoratori frontalieri. Dobbiamo garantire la piena armonizzazione delle normative per evitare disparità e favorire la mobilità, assicurando al contempo tutele adeguate. Un focus specifico riguarda il riconoscimento reciproco dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, un elemento cruciale per la fluidità del mercato del lavoro e per valorizzare le competenze. Inoltre, è essenziale intensificare la collaborazione sui temi della formazione professionale e dell’aggiornamento delle competenze, soprattutto in settori strategici e innovativi. Possiamo imparare molto dalle esperienze italiane in ambiti come la transizione digitale e verde, e viceversa offrire la nostra flessibilità e capacità di sperimentazione. Sul piano dell’inclusione sociale, il dialogo con l’Italia deve riguardare il coordinamento delle politiche di welfare, l’assistenza sanitaria per i frontalieri e le famiglie con membri che lavorano in entrambi i Paesi, e la promozione di progetti comuni volti a favorire l’integrazione e la coesione sociale. Penso ad esempio a iniziative congiunte per contrastare la disoccupazione giovanile o per supportare le categorie più fragili. Siamo vicini geograficamente e culturalmente, e questo deve tradursi in una collaborazione sempre più stretta e proficua per il benessere dei nostri cittadini.
Il tema dell’innovazione tecnologica è sempre più centrale per la competitività di un Paese. Che ruolo ha, oggi, San Marino nello sviluppo di nuove competenze, imprese e opportunità per le nuove generazioni, alla luce anche delle attività svolte dal San Marino Innovation?
L’innovazione tecnologica non è solo un tema centrale, è la chiave di volta per la competitività futura di qualsiasi Paese, e San Marino ne è pienamente consapevole. Il nostro ruolo è quello di essere un laboratorio di idee e un acceleratore di processi innovativi. Sebbene siamo un piccolo Stato, la nostra agilità e la nostra capacità decisionale possono renderci estremamente efficaci in questo campo. San Marino Innovation, l’Istituto per l’Innovazione della Repubblica, è il braccio operativo di tale visione. La sua missione è duplice: attrarre imprese e talenti nel settore tecnologico e promuovere lo sviluppo di nuove competenze all’interno del Paese. Stiamo lavorando intensamente per creare un ecosistema favorevole all’innovazione, che includa incentivi fiscali per le startup e le imprese tech, un ambiente regolatorio chiaro e moderno per settori emergenti come la blockchain, l’intelligenza artificiale e la green economy, e la creazione di spazi di co-working e incubatori d’impresa. Per le nuove generazioni, questo si traduce in opportunità concrete. Vogliamo sempre più investire nella formazione scolastica e universitaria in materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), con l’obiettivo di promuovere percorsi di studio che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro del futuro. I nostri ragazzi devono essere i protagonisti della creazione di nuove imprese innovative e San Marino può diventare un polo d’attrazione per giovani talenti da tutto il mondo che cercano un ambiente in cui le loro idee possano fiorire e tradursi in realtà, con il supporto di un sistema snello e reattivo. Il traguardo è creare una San Marino all’avanguardia, capace di generare valore e benessere attraverso l’innovazione.