Intervista a Malas Jeans. I Baggy non passano mai di moda

Ciao Fabrizio, ti ringraziamo da subito per la disponibilità. Partiamo dagli inizi, 1997: com’è nata l’idea del marchio Malas?
Ciao ragazzi, grazie a voi per questo spazio. Malas nasce dalla passione per la cultura Hip Hop e lo Skateboarding. Negli anni ’90 ero un giovane skater che ispirato dal lifestyle losangelino. Ascoltavo i Cypress Hill, Snoop, Dr. Dre e restavo sveglio la notte per vedere il programma YO MTV Raps.
Mi piaceva anche la musica Punk Rock usata nelle soundtrack dei video di skate e
insieme ai miei amici facevo graffiti in zona. Vivevo la strada a 360°.
Malas nasce dall’esigenza di vestirsi come i rapper americani, mio padre aveva una sartoria e mi feci fare dei baggy pant da lui, ispirati dalle foto che vedevo sulle fanzine di skate che arrivavano dagli States.
I miei amici videro i miei pantaloni e ne vollero subito un paio anche loro! Fu così che nacque l’idea di creare un brand di Baggy Jeans.

La vostra voglia di puntare forte su un indumento preciso, il “Baggy”, idea originale e allo stesso momento rischiosa, perché questa scelta?
Negli anni ’90 i Baggy Jeans sono stati un capo rivoluzionario nella moda.
Il Jeans già simbolo di ribellione negli anni ’50 tornava a vestire una generazione di giovani che volevano rompere gli schemi, essere differenti e affermarsi in quanto tali.
Le rivoluzioni sono rischiose e lo spirito di quegli anni ci fomentava. Mettersi i Baggy Jeans significava far parte di una nicchia di persone spinte da gusti e idee comuni, che non accettava il finto perbenismo della società e che voleva rompere gli schemi. Erano il simbolo della cultura di strada.
Qual è stato il vostro primo approccio con la scena rap italiana?
Nel 1996 organizzai il concerto di Neffa qui a Cantù, durante il tour dell’album “Neffa e i messaggeri della dopa”. Non avevo ancora lanciato il brand Malas, ma ci stavo lavorando.
In quell’occasione capii che potevo creare le giuste connessioni.

Aprendo una parentesi imprenditoriale, quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato nel corso della vostra storia? Avete qualche consiglio da dare a chi vuole iniziare oggi un attività imprenditoriale simile alla vostra?
Sicuramente le difficoltà nella distribuzione del prodotto. Nessun distributore voleva prendersi il rischio di acquistare e rivendere il nostro prodotto. Il fatto che fosse 100% Made in Italy non lo rendeva competitivo in termini di prezzi all’ingrosso e quindi dovetti inventarmi una distribuzione diretta, andando personalmente dai negozi a proporre i capi e spesso facevo anche le consegne per risparmiare sui costi dei corrieri.
Oggi tutto è cambiato, fare un brand è più semplice da un punto di vista creativo, anche se persistono le difficoltà distributive e soprattutto i costi per avviare un progetto del genere sono decisamente aumentati.
A chi intende investire in un brand consiglio di lavorare prima in un negozio, così da capire effettivamente che un marchio esiste in quanto ci sono persone che giornalmente lo spingono, mettendolo sugli scaffali, nelle vetrine e proponendolo ai clienti spiegandolo e valorizzandolo. Questo è il vero branding… non basta fare le sponsorizzate su Instagram.
Torniamo al presente, com’è nata la collaborazione con DJ Double S?
Ti ricordi di quando prima raccontavo del concerto di Neffa? Ecco in quell’occasione conobbi DJ Double S e da allora siamo diventati amici, supportando a vicenda i nostri progetti.

L’idea del mixtape su cassetta: com’è nata?
In passato abbiamo sempre sponsorizzato i mixtape di DJ Double S e quest’anno quando siamo tornati ci siamo subito trovati d’accordo sull’idea di riprendere le nostre collaborazioni la dove avevamo lasciato anni fa.
Noi abbiamo sempre avuto un forte legame con i mixtape e DJ Double S aveva in mente di uscire con un nuovo progetto quindi ecco l’idea della cassetta…nulla di più anni ’90 insieme ai Baggy Jeans!
Ricordaci com’è possibile averla.
Semplicemente andando nel nostro shop online su malasjeans.com
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro un in bocca a lupo per i progetti futuri.
Grazie a voi per questa intervista e W il Lupo!
