Madame. La Lady ha il suo album, ed è davvero una “sciccheria”
Madame è un disco fortemente autoreferenziale, usiamolo questo termine, ma non nella sua accezione negativa, non per niente il titolo è omonimo dell’artista e di negativo, difatti, c’è ben poco. Tracce nuove e singoli già pubblicati che, appena usciti, hanno fatto impazzire i fan della Lady. Folgorante il successo di questo periodo, ma Madame è come le sue hit, esuberante e prorompente. In soli due anni, da Sciccherie in poi, abbiamo imparato a riconoscere la sua voce in molti featuring, che come acqua tra le rocce – così canta in Acqua di MACE con Rkomi- scivola fluida in ognuno di essi.
Metamusica
Quello che non si afferra subito, ma che rende l’album almeno in parte, un continuo autocelebrarsi, è la lode alla musica che, per mezzo della voce di Madame, parla di se stessa in un rincorrersi che affascina e che si svela solo in parte. Già in Il mio amico con Fabri Fibra, uno dei singoli che ha anticipato l’album, Madame rendeva grazie al rap:
Tu mi hai salvato dal vuoto che c’è
Sei più di un amico, tu frate sei un mito
Lo so che fa strano, ma parlo del rap.
(Il mio amico, feat Fabri Fibra)
E ancora in Dimmi ora canta: “Ogni mia parola si appoggia alla musica”, e se a dirlo accanto a lei c’è uno che di nome fa Guè, chiedo agli amici che il rap lo rimpiangono e continuano a dire che è defunto, di sentire questa, per poi skippare ad Amiconi -freestyle: vi verranno i lucciconi.
Molte quindi le tracce che richiamano il rap tradizionale, altrettante, invece, sono più impalpabili, nate da quel meltin-pot di collaborazioni che di questi ultimi tempi ci piace davvero tanto. Così anche i Pinguini Tattici Nucleari trovano posto in Babaganoush, il cui sound orientale è inatteso e spiazza, ma il testo ci allerta:
La notte resto sveglia col mostro di Belzebù
Ma la mia anima di legno vuol bruciare.
(Babaganoush – feat Pinguini Tattici Nucleari)
Un sabba per liberarsi
Tra queste canzoni, di demoni ce ne sono tanti e Madame non li nasconde, li mostra e li accarezza, come in un sabba dipinto da Goya. Perché in fondo, quei demoni che canta sono gli stessi che nascondiamo noi tutti. Le sue canzoni, invece, sono maledettamente libere e sincere. Per questo hanno scandalizzato e – speriamo – continueranno a farlo.
Bando ai bigotti quindi, se Clito vi ha fatto storcere il naso, forse apprezzerete la sua voce, ma non capirete il messaggio, e questo nella musica è davvero un aborto. Non vogliamo Vergogna, Madame i demoni li esorcizza cantando:
La vergogna non la provo
E la mia faccia non colora.
(Vergogna)
Perché a cantare è una ragazza che le bugie le conosce bene e quando parla della sua verità incanta, perché è sofferta come solo chi ha 19 anni può sapere. Ma la luce vuole il suo opposto, e queste forme luminose sembrano sorgere da un’anima nera che si denuda:
Ed eri più bella quando non ti avevo
Una stella vuota è come avere un buco in un telo
Eppure un po’ ci godo quando soffri, e sincero
Perché solo allora puoi capirmi davvero.
(Nuda – feat Ernia)
Uno specchio stregato
Ormai è chiaro, è la voce di Madame col suo flow a essere la protagonista assoluta in un album dove la musica parla di musica e la Lady, un brano alla volta, si spoglia nell’intimo, in un gioco di specchi e riflessi(oni). E se alcune canzoni come Mami Papi sono un grido e una richiesta di amore e accettazione, lo specchio che restituisce l’immagine, non può che restarne stregato e chiedere ancora di sentire la sua Voce.