La bellezza della Natura alla scoperta di Noi Stessi passeggiando per i Boschi

Natur! Genie! questo è il binomio fondamentale del Romanticismo tedesco, che si esprime in maniera sublime nel “Viandante sul mare di nebbia” di Friedrich.
Chiunque, almeno una volta, passeggiando per le montagne, si sarà immaginato come quel viandante, padrone di uno sconfinato paesaggio, ebbro di stupore per le meraviglie della Natura.

La poetica espressa nello Sturm und Drang affonda le sue radici nelle teorie filosofiche di Spinoza e Giordano Bruno sulla Natura Naturans. E’ solo nel XIX secolo che nelle menti europee, seguendo l’onda romanticista e naturalista, si afferma sempre più l’autonomia della fantasia creatrice rispetto al freddo intelletto.
Goethe ne è maestro e precursore, la Natura, per lui, è forza vivificatrice, manifestazione di una realtà impenetrabile, chiusa in sé, così inesplicabile eppure così vicina all’Uomo. Macrocosmo e microcosmo.
Agli antipodi troviamo Comte, il filosofo francese sostiene che l’intelletto ci permette di comprendere solo superficialmente quello che la Natura vuole comunicarci. La sua filosofia si fonda sulla divisione del metodo conoscitivo su tre stadi. Solo l’ultimo, quello positivo/scientifico, è realmente valido. L’uomo deve abbandonare ogni conoscenza assoluta per applicarsi solo alla scoperta delle leggi che regolano i fenomeni, l’indagine scientifica si deve fermare ai dati e all’esperienza, rendendoci di fatto impossibile comprendere i motivi di tanta beatitudine provata nell’osservazione animica della Natura. L’Uomo però, camminando vicino ad un ruscello, si sente felice e ricaricato, i polmoni si riempiono non solo di ossigeno, ma di quiete e serenità.

Nessuna misurazione può darci il senso dell’intimo rinvigorimento della nostra anima, conoscere il peso di una goccia di rugiada, l’altezza di un abete, lo spessore di una foglia di felce non ci comunica nulla se non freddi dati, tutti questi rilevamenti non possono spiegare come la vista dello spettacolo della Natura ci rinfranchi lo Spirito.“Natura! Da lei siamo circondati e avvinti, incapaci di uscirne, incapaci di penetrarla più addentro. Non richiesta e senza preavviso, essa ci afferra nel vortice della sua danza e ci trascina con sé, finché, stanchi, non ci sciogliamo tra le sue braccia… Noi viviamo in mezzo a lei, ma le siamo stranieri.”Con queste parole Goethe descrive la magnificenza del mistero manifesto della natura, realtà vivente e divina.
Uno dei punti fondamentali della sua concezione del mondo è l’impossibilità di ridurre il mondo organico alla stregua di una complessa macchina inorganica.

Il nostro secolo, intriso nella corrente di pensiero di derivazione cartesiana, di cui Comte era ammiratore, crede fermamente che tutto il mondo, anche gli animali, le piante e lo stesso Uomo, siano meccanismi, e in quanto tali possano essere spiegati dalle leggi meccaniche del mondo inanimato.
Per comprendere qualsiasi fenomeno del mondo inorganico, abbiamo bisogno solo del nostro intelletto e dei nostri sensi. La causa e l’effetto, appartenendo al mondo sensibile, sono deducibili da altri fenomeni sensibili. Per esempio, in un banale esperimento di chimica al liceo, ogni reazione sarà provocata dall’aggiunta di un nuovo ingrediente da parte del professore.
Per citare Kant potremmo dire che il noumeno, cioè l’inconoscibile causa, in questo caso coincide con il fenomeno, cioè il maestro che aggiunge nuovi elementi.
Se osserviamo e viviamo la Natura ci accorgiamo subito di non poter dedurre nessun tipo di qualità semplicemente osservando i rapporti, ad esempio chimici, che intercorrono in ciò che osserviamo. Una foresta, e per fortuna aggiungerei, non è un esperimento scolastico di chimica, qui non abbiamo la possibilità di conoscere il fattore esterno, ovvero il nostro caro professore che mescola gli ingredienti. La causa primordiale che fa esistere la foresta così com’è non è esterna, come nel mondo inanimato, è bensì parte integrante della natura stessa.
Una forza che agisce dall’interno per organizzare al meglio se stessa.

Un’affermazione spesso banale che muove critica a questa differenza è la seguente: la foresta è “semplicemente” molto più complessa dell’esperimento chimico di laboratorio e che presto riusciremo a spiegare anche quella.
Per chiunque si appresti, con lo spirito rivolto alla Natura, a camminare in una foresta, alle pendici di una montagna, tra le sconfinate vallate riempite da laghi cristallini, questa critica non può essere valida. Le spiegazioni materialistiche affrancano esclusivamente la nostra sete di conoscenza intellettuale, il resto, l’invisibile agli occhi, il mistero manifesto, ci riempie l’anima di sensazioni risanatrici durante tutte le nostre passeggiate. Camminando nei boschi noi ritorniamo alla pace. Qualcuno potrebbe obiettare che una passeggiata è solo una passeggiata, che tutte queste emozioni di cui parlo sono solo illusioni della mente, o peggio ancora reazioni tra neuroni. Vi risponderò che tutte le creazioni naturali ci riempiono di riverenza, ma solo quando siamo aperti alla loro influenza. Solo quando siamo pronti ad ascoltare la voce silenziosa della Natura. Se ci apprestiamo all’osservazione con aridità, senza interesse, non troveremo nulla che ci emoziona, ma mentiremmo se leggendo la seconda legge di Keplero provassimo le stesse sensazioni del vedere l’alba dalle cime del Grandes Jorasses.

C’è un valore nascosto nell’orizzonte di un panorama che nessun Uomo può comprare. Questa è la parte migliore della Natura, non è in vendita.
Oggigiorno viviamo sempre più isolati da certi paesaggi ristoratori. La maggior parte di noi non vede il sole, ma ne avverte solo il calore. Il sole illumina l’occhio degli uomini, ma splende solo nell’anima di coloro che avranno saputo tenere in armonia i sensi interni ed esterni.
La gioia vissuta sulla cima di una montagna, con lo sguardo perso tra le verdeggiati colline, non risiede nella natura stessa, e neanche nell’Uomo, vive nell’euritmia di entrambi.
Macrocosmo e microcosmo.
Ralph Waldo Emerson disse “La Natura si veste sempre dei colori dello spirito” e io ci credo fermamente.
La Natura è arte.