Ritorno sulle spiagge libere: guerra all’ultimo posto
Effetti della crisi in estate nelle località di mare? Tanti. Nei locali meno consumazioni ai tavoli a favore di quelle al banco, più pizza a taglio passeggiando e quindi meno gente nelle pizzerie, meno viaggi all’estero e sempre meno lontano da casa.
Ciò che si può notare con più facilità passeggiando su qualsiasi lungomare, dal nord al sud, è però il massiccio ritorno dei bagnanti sulle spiagge libere. Si risparmia anche così, rinunciando a ombrelloni e lettini in affitto negli chalet (seppur in molte regioni i prezzi si sono praticamente dimezzati) per andare sulla spiaggia libera in pieno ‘fai da te’.
Le spiagge diventano così più variopinte, ombrelloni e lettini di ogni dimensione e colore affollano le spiagge (free) dando anche un po’ di caos e allegria in più: un ritorno a mezzo secolo fa, quando gli chalet (o stabilimenti che dir si voglia) erano una rarità e le persone andavano al mare con più semplicità creando quel sottofondo, di chiacchiere e schiamazzi, che rendevano quei momenti di gioia e spensieratezza ancora più unici.
Nel 2013 però quella spensieratezza e gioia vengono conquistati dai bagnanti con una vera e propria guerra di trincea: la guerra all’ultimo posto libero per piazzare l’ombrellone. Ombrellone che dovrà poi rimanere al suo posto non per tutta la giornata, no! Dovrà rimanere al suo posto per tutta la durata della vacanza. Così al tramonto mentre i bagnanti, lemmi lemmi, tornano nelle loro dimore, ombrelloni, lettini, gadgets (dei più disparati) e sdraie rimangono fedelmente ancorati sulla spiaggia, pronti ad affrontare umide notti, così da non far perdere ai loro padroni il tanto agognato e sudato posto in riva al mare.
Ma si sa la notte è amica del criminale (come scriveva Baudelaire) e così quando l’oscurità scende fitta infiltrandosi anche nei granelli più fini, i concorrenti entrano in azione pronti a sabotare, sradicare, estirpare, insomma far un po’ di spazio sulla spiaggia per conquistare un posto, il più vicino al bagnasciuga possibilmente.
Le ultime serate le ho passate così: a guardare seduto su una panchina in riva al mare, da una parte i vacanzieri appena arrivati, quelli invidiosi del vicino o ancora sprovvisti di un buon posto, pronti a spostare più in là quell’ombrellone, anzi no quell’altro, per piazzare il proprio (nei casi più disperati farlo ‘fuori’ del tutto), dall’altra i ‘turnisti’. Si, i turnisti quelli che un posto già l’hanno preso ma che, con la scusa di guardare le stelle, per non farselo fregare rimango quatti quatti fino a notte fonda sui lettini dandosi anche il cambio.
Insomma nel bel Paese succede anche questo: andare in vacanza in tempo di crisi è diventata una vera e propria guerra, non solo per le mancanza di pecunia ma anche per le nuove, insalubri, abitudini che rendono quelli che dovrebbero essere momenti di svago e relax stressanti partite di risiko.
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
10 agosto 2013