Vaticano e omosessualità: un dossier con oltre 50 nomi di ecclesiastici

Ricapitolando. Nella serie di articoli riguardante la posizione del Vaticano rispetto ai casi di pedofilia ad esso inerenti e ai relativi insabbiamenti e silenzi omertosi che contraddistinguono prestigiose cariche ecclesiastiche, siamo partiti dalla negazione della grazia da parte di papa Francesco nei confronti di tutti quei sacerdoti, colpevoli di aver abusato fisicamente e sessualmente di minori.
«La persona che fa questo, uomo o donna, è malata. Ma ora c’è tolleranza zero: ai colpevoli di abuso non concederò mai la grazia. Mai l’ho firmata e mai la firmerò», diceva Bergoglio a settembre 2017.
Se questo è il punto di partenza le contraddizioni si sprecano: l’atteggiamento pubblico così netto e perentorio non trova seguito in espulsioni altrettanto categoriche e lineari. Negare la grazia ai pedofili serve a prendere tempo, perché gli scandali a sfondo sessuale si susseguono ad una velocità imbarazzante. Insomma funziona come un vero e proprio specchietto per le allodole.
A dimostrazione di ciò, nella riforma del codice penale vaticano il grande assente continua ad essere l’obbligo di denunciare alla magistratura civile i crimini contro i minori, perpetrati da ecclesiastici. Insomma, quello che avviene sotto le tonache nere deve rimane affare segreto dello Stato della Chiesa.
Ma quanto e quale seguito può riscontrare una Chiesa continuamente al centro di scandali sessuali e finanziari?
La lettera rivelatrice
Questa premessa era necessaria per tirare a grandi linee le somme di quanto trattato finora e per sottolineare che questa volta non si tratta di pedofilia. L’argomento di questo articolo, infatti, non riguarda abusi su minori, ma presunti rapporti omosessuali fra sacerdoti, prevalentemente provenienti da diocesi campane, ed escort gay.
Luigi Bisignani, giornalista e cosiddetto “manager del potere nascosto”, il 25 febbraio, in una lettera indirizzata al quotidiano Tempo apre un varco su nuovi scandali interni alla Chiesa e anticipa decisioni importanti da parte del pontefice.
«Caro direttore, sempre più scosso dai casi di omosessualità nel clero, Bergoglio sta per compiere un gesto clamoroso: l’istituzione di un moderator curiae, molto più di un direttore generale del personale obbligato ad assumere informazioni su ogni nuova nomina, tramite la Gendarmeria vaticana. Una decisione forte, si pensa, perché a breve, pare, potrebbe esplodere l’ennesimo caso che coinvolgerebbe, questa volta, un riverito monsignore […] A dare invece un’accelerazione alla decisione di Bergoglio per il nuovo Super Sceriffo pare sia stata la condanna a 14 mesi per possesso di materiale pedopornografico, con sospensione condizionale della pena, di Monsignor Pietro Amenta. Esperto e docente di diritto canonico, giudice del Tribunale della Rota Romana, non era nuovo a reati simili, ma è stato denunciato ancora, nel marzo 2017, da un ragazzo romeno appena diciottenne. C’è da chiedersi come fa il sistema vaticano a stendere tali veli sulla vita dei propri funzionari chierici».
Bisignani fa riferimento anche a due inchieste segrete, di responsabilità del promotore di giustizia Gian Piero Milano, riguardanti prelati omosessuali e presunti pedofili. Queste inchieste coinvolgerebbero anche una personalità molto vicina a Bergoglio, assidua frequentatrice di un appartamento nei pressi di via della Scrofa a Roma.
Un dossier scottante: l’ennesimo scivolone
La scintilla del dossier compromettente è collegata al caso di don Morini, detto don Euro, proprio perché accusato di utilizzare in modo sconsiderato fondi della Curia. La sua udienza è fissata per l’8 marzo, quando dovrà comparire davanti al Gup di Massa. Con lui anche il vescovo Giovanni Santucci e l’ex parroco Emiliano Colombi, sospettati di aver coperto le sue attività omosessuali.
La parte importante della lettera, però, arriva dopo, quando Bisignani rivela che le intercettazioni riguardanti don Morini avrebbero scovato almeno una ventina di altri ecclesiastici delle diocesi di Massa Carrara, Pontremoli e La Spezia conniventi con queste attività.
La vicenda di don Morini è stata resa nota dal libro Il numero uno. Confessioni di un marchettaro, scritto da Francesco Mangiacapra, un avvocato che ha preferito lasciare la sua professione per intraprendere quella di escort gay, motivo per il quale si è trovato spesso a contatto con molti sacerdoti, durante vari festini.
La settimana scorsa, inoltre, Mangiacapra ha depositato a Napoli un dossier, su cd, di 1200 pagine, contenenti oltre mille copie di chat hard e più di 50 nomi di preti e seminaristi coinvolti in attività omosessuali, per la maggior parte appartenenti a diocesi campane, ma non solo, la zone interessate si estendono da Roma a Catania.
La Curia stessa ha confermato l’esistenza del documento, che al momento si troverebbe sulla scrivania del cardinal Crescenzio Sepe, arcivescovo della diocesi di Napoli. Ogni persona coinvolta sarebbe schedata tramite foto allegate e screenshot delle conversazioni. Aspettiamo di vedere quali misure sanzionatorie verranno applicate dalla Curia.
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