Global Sumud Flotilla. Quali barche sono state intercettate

Stando alle ultimissime notizie, quasi tutte le barche della Global Sumud Flotilla diretta verso la Striscia di Gaza sono state intercettate da Israele, e le persone che erano a bordo sono state fermate. Gli equipaggi italiani saranno portati nel porto israeliano di Ashdod, e poi saranno espulsi. La Mikeno, che dal tracker risultava entrata nelle acque territoriali palestinesi occupate da Israele, ha mandato le ultime comunicazioni ore fa e quindi è probabile che sia stata intercettata nel frattempo. La Flotilla non ha dato informazioni in merito per ora. Allo stato attuale, due barche della Sumud Flotilla si stanno ancora dirigendo verso Gaza: la Fair Lady e la Marinette. Lo affermano attivisti ai media panarabi.
Tra le navi già intercettate figurano la Alma, la prima a essere abbordata, la Adara e la “Morgana”, a bordo della quale viaggiavano, secondo gli attivisti, il senatore M5s Marco Croatti e l’europarlamentare Avs Benedetta Scuderi. Sono circa 200 gli attivisti fermati finora. Le persone trattenute (tra cui l’attivista Greta Thunberg) dovrebbero essere espulse nei rispettivi Paesi, ma non ci sono tempistiche definite. Intanto in Italia e in diversi altri Paesi europei si moltiplicano cortei e manifestazioni di solidarietà per la Flotilla e il genocidio a Gaza. A Milano gli studenti della Statale hanno bloccato l’università. Dalle 21 di oggi 2 ottobre fino alle 21 di venerdì 3 ottobre è indetto lo sciopero generale, attesa per la manifestazione a Roma sabato 4 ottobre.
Secondo l’esperta Marina Castellaneta, le navi della Flotilla si trovano in acque internazionali, dove vige il principio della libertà di navigazione e la piena sovranità dello Stato di bandiera, e dunque Israele non avrebbe potuto procedere a controlli a bordo se non in casi eccezionali come sospetti di pirateria o traffico di esseri umani. Dall’altro lato, Israele giustifica gli interventi invocando il blocco navale attivo dal 2009; tuttavia, le norme internazionali – come quelle sancite dal manuale di Sanremo del 1994 – vietano che tale blocco impedisca il passaggio di beni essenziali quando la popolazione civile non dispone di cibo o mezzi di sussistenza, limitando quindi la legittimità di un simile provvedimento.
Le imbarcazioni in partenza dall’Italia sono in tutto 25, la metà di tutta la spedizione (ne salpano anche da Barcellona, da Tunisi e dalla Grecia). Sono tutte barche a vela di medie o piccole dimensioni, tra i 12 e i 16 metri di lunghezza, maneggevoli ma in grado di reggere a lungo navigazioni in mare aperto. La scelta di barche non molto grandi non è stata casuale: gli attivisti l’hanno fatta per apparire meno aggressivi. Tutte le barche sono state acquistate in Italia sul mercato dell’usato, «spulciando tra i siti specializzati e attraverso il passaparola», racconta Luca Poggi, il responsabile logistica della Flotilla. Sono state pagate in media tra i 30mila e i 50mila euro ciascuna, prezzi che gli organizzatori considerano favorevoli. «Molti venditori, quando hanno saputo che ci servivano per portare gli aiuti alla popolazione di Gaza, ci hanno fatto pagare meno di quello che chiedevano all’inizio, chiedendo di essere coinvolti nell’iniziativa», aggiunge Poggi.
Parlando alla Camera stamattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che gli italiani fermati da Israele sono 22 e «in buone condizioni». Tajani ha aggiunto che il consolato a Tel Aviv e quello generale a Gerusalemme li assisteranno sia al porto di Ashdod, dove li stanno portando i militari israeliani, sia durante le procedure di rimpatrio. A quel punto le italiane e gli italiani potranno decidere se accettare l’espulsione volontaria immediata, che dovrebbe essere fatta a breve, oppure se rifiutarla e dunque accettare la detenzione in carcere forzata prima di essere rimpatriati. Nel secondo caso, le persone dovranno aspettare il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che dovrebbe arrivare tra le 48 e le 72 ore dopo la convalida dell’arresto.