Pillole amare dalla settimana
Criminali, non piromani
Un’altra settimana di questa estate rovente è passata lasciando sul nostro Paese profonde cicatrici sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista socio-politico. La moltitudine d’incendi – praticamente tutti di origine dolosa – che hanno mandato e mandano in fumo ettari di vegetazione a discapito dell’ambiente e delle popolazioni costrette ad evacuare le zone colpite, ci raccontano di un Paese in cui, nel nome dell’interesse, qualcuno è pronto a sottrarre risorse all’intera collettività e a compromettere la già precaria salute dell’ambiente. Le fonti dell’informazione definiscono spesso ‘piromani’ le persone che volontariamente provocano incendi ma essendo la piromania un disturbo della psiche e avendo appurato che in molti casi l’appiccare roghi è derivato da scopi lucrativi o dal vandalismo fine a se stesso, sarebbe più opportuno sacrificare la ‘semplificazione giornalistica’ per parlare chiaramente di attentatori della salute pubblica e ambientale. Si tratta, insomma, di criminali in senso stretto e non di persone affette da una patologia che, in quanto tale, può ammorbidire il giudizio dell’opinione pubblica e rendere complicato l’inasprimento e l’applicazione delle pene.
Cambia il clima, non le abitudini
Mentre mezza Italia brucia, stiamo assistendo anche al progressivo inaridimento dei suoli e al prosciugamento di laghi e fiumi. In questo caso è il mutamento climatico a essere il principale indiziato ma esso riceve una spinta consistente anche dalle azioni di buona parte del genere umano: si pensi ad esempio all’Aral (per il quale solo di recente è stata attivata una politica di salvaguardia che comunque non restituirà più l’ambiente originario) o alle resistenze delle potenze mondiali al mettere in pratica i protocolli sulla tutela della natura. Si pensi, ancora, alle singole azioni che ciascuno di noi compie ogni giorno senza calcolare le conseguenze future. Ci troviamo, in poche parole, stretti nella morsa del consumismo e dello spreco, due elementi che influenzano il clima e portano estrema siccità intervallata da piogge molto intense che non penetrano nel terreno ma lo dilavano causando frane e provocando spesso la morte di qualcuno. In questo senso dovrebbe fungere da monito l’evento avvenuto nei giorni scorsi a Cortina, dove la pioggia intensa ha provocato danni consistenti causando la morte di una sessantenne. Ritengo che più della ‘banda larga’, l’Italia abbia bisogno di interventi mirati – seppur dispendiosi – alla messa in sicurezza del territorio, per il quale in verità lo Stato già spende milioni ma con pochi risultati concreti.
Record per il Parlamento: 40 giorni di pausa
Se per quanto riguarda l’ambiente e il clima stiamo assistendo a una serie di record in negativo, non va meglio sul versante politico nel quale la fiducia degli elettori è pressoché scomparsa, così come i deputati e i senatori all’interno delle Camere: quest’anno, infatti, sono ben 40 i giorni di riposo (decida chi legge se meritato o meno) che i nostri rappresentanti si sono presi come ‘pausa estiva’ dal 3 agosto scorso. Un vero record, che sebbene non sia assoluto se confrontato con altri Paesi, paralizza del tutto la già stentata ripresa della situazione economica e occupazionale. Chi, nonostante il caldo asfissiante, ha ancora voglia di seguire le vicende legate alla politica, avrà avuto modo di notare che al momento il dibattito verte principalmente sulla composizione delle alleanze in vista di future elezioni. Mentre Renzi gira l’Italia presentando il suo libro (‘Avanti’) cercando di ricucire lo strappo tra la base Pd e gli esponenti, il centro destra discute sull’alleanza con Alfano: possibile in sede di amministrative (nello specifico in Sicilia) ma da escludersi in caso di elezioni politiche. Sembrerebbe un paradosso ma è tutto perfettamente legale. Il motivo sarebbe da ricondurre all’opposizione di Salvini, restìo ad avere Alfano in squadra sia perché ‘complice’ della sinistra (se mai ce ne fosse una) sia perché «con un ministro che ha sulla coscienza 500mila clandestini arrivati in Italia e molti morti», il segretario del Carroccio non vuole «avere nulla a che fare, neanche se venisse padre Pio». Insomma, anche sul fronte politico la situazione non è delle migliori, con i segretari delle rispettive forze politiche orientati maggiormente a curare il proprio orto invece di approntare programmi da presentare in Parlamento alla ripresa dei lavori.
Ancora violenze in una casa di riposo
Capita ancora, infine, di dover raccontare di episodi di violenza sugli anziani ospiti di una casa di riposo. Il personale della Rsa in questione, sita a Marina di Carrara, limitava il consumo d’acqua (non più di un bicchiere a pasto) cosicché gli anziani non ‘disturbassero’ con richieste di andare in bagno o costringendo a cambiare le lenzuola dei loro letti. Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza, agli ospiti venivano somministrate «quantità smodate e incontrollate, senza alcuna prescrizione medica» di ansiolitici e tranquillanti al fine di ridurli in stato soporoso. Gli agenti hanno parlato di un «clima di sopraffazione e violenza da parte sia della responsabile sia delle lavoratrici dipendenti che soddisfacevano il volere dell’amministratrice per compiere condotte di maltrattamento in maniera costante e giornaliera». Stando a quanto emerso dal lavoro d’indagine, la casa di riposo, che aveva iniziato la propria attività nel 2016, era gestita «in assenza di qualsiasi autorizzazione amministrativa, non avendo ottenuto l’autorizzazione prevista dalla legge regionale 41/05». Gli agenti hanno infine riscontrato la presenza «di personale non in regola con la normativa sul lavoro e comunque non qualificato per prestare assistenza sanitaria». La legale rappresentante (anche prestatrice d’opera) e due addette sono finite agli arresti domiciliari, per due loro colleghe è scattata invece la denuncia: troppo poco se consideriamo la gravità dei fatti e la totale incapacità degli ospiti di opporre una qualche resistenza alle violenze. Compito del Parlamento sarà, fin dalla ripresa dei lavori, intervenire in modo deciso per stroncare questa serie di episodi che sembra ancora – e purtroppo – non avere termine.