Guano visibile e guano invisibile

Quanto guano c’è in circolazione?
Parecchio. A sufficienza da invischiare pure le persone che, divenute loro malgrado (ma a volte di buon grado) parte dell’insalubre palude, neppure si accorgono di farne parte e continuano a sperare nel futuro e nella ripresa portata da altri, proprio quelli che stanno riempiendo la nostra bella terra con le loro scorie. Eppure di guano si riempiono i media, pagine di giornale e pure le città ma quello di cui le fonti parlano – il guano prodotto dai volatili – si rimuove abbastanza facilmente rispetto a quello invisibile e molto più pericoloso in cui ci troviamo immersi e che, nonostante questo, non fa notizia.
Il guano dei volatili – tra l’altro – aveva ed ha alcune virtù che l’altro guano – quello invisibile – non potrà mai avere: dalle deiezioni dei pipistrelli, ad esempio, gli antichi ottenevano salnitro mentre in epoca più recente è noto l’utilizzo del guano anche come fertilizzante. Va detto che la situazione in alcune grandi città sta precipitando, diverse specie d’uccelli trovano favorevole il clima metropolitano e lì si riproducono senza alcun controllo formando veri e propri nuvoloni che poi – è natura – bombardano di feci tutto ciò che si trova al suolo. Assodato questo aspetto, occorre però tener presente il fatto che la questione andava risolta a monte ma, come al solito, la miopia della politica e delle amministrazioni non riesce a vedere a un palmo dal naso e la colpa ricade puntuale su chi di colpe non ne ha, gli uccelli.
Il guano invisibile e il deodorante
Nel frattempo prosegue lo scarico del guano invisibile; è sufficiente un poco di deodorante marca ‘Italia riparte’ qua e là (ma solo dove non c’è protesta) e il gioco è fatto. Poco importa se muoiono 5 persone in 7 giorni in sala parto, i nosocomi italiani sono tutti ‘centri d’eccellenza’ (eppur si muore… parafrasando Galileo) e la colpa di queste morti assurde ricade su qualche bacillo a cui nessuno potrà mai chiedere di presentarsi in un’aula di tribunale. Per lo streptococco! viene da esclamare, specie se si considera anche la recente scomparsa di Gianluca Forestiere, il 41enne a cui è stato impossibile praticare una tac allo stomaco perché il macchinario – il solo disponibile per circa un milione di abitanti – era fuori uso per via di un guasto a un componente. Alcune fonti parlano di presunta malasanità; non avessero a sbilanciarsi oltre il consentito.
Guano nei media
Altra notizia che sembra trovare sempre ampio spazio è la movimentazione dei rappresentanti del M5s. Appena si muove una pedina, giù valanghe di panegirici basati fondamentalmente sul nulla: la realtà, infatti, ci racconta che la vita di un partito – o movimento – è di per sé dinamica e i cambi di rotta di alcuni rappresentanti altro non sono che la prova di questo tratto più che mai caratteristico delle forze politiche. Ecco perché la recente decisione del prof. Becchi di lasciare il M5s andrebbe esaurita in poche righe invece d’investirvi pagine d’opinioni, tempo e denari (di riflesso anche quelli del finanziamento pubblico all’editoria) che potrebbero essere spesi per denunciare gli sversamenti descritti poc’anzi e mettere alle strette gli esecutori.
Contro il guano, poca reazione
Certo, se l’esecutore è colui che ti finanzia, è difficile andargli contro ma proseguendo con questa linea non ci sarà solo un’appiattimento d’agenda ma presto celebreremo la fine del giornalismo come professione qualificata e libera. Se il mandante degli sversamenti può permettersi di sostenere pubblicamente l’abolizione dell’Odg senza che vi sia una poderosa reazione dei diretti interessati, significa che qualcosa nella stampa non funziona. E non solo nella stampa.