Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: prima di finire sotto la lama della ghigliottina, Lavoisier ci ha regalato un principio fondamentale che caratterizza la materia, compresa quella nociva per l’uomo e l’ecosistema, riassumibile con la sigla Pm10. In questi giorni, esperti, giornalisti e meteorologi hanno parlato a proposito del particolato salito a quote vertiginose in diverse città d’Italia, augurandosi l’arrivo della pioggia (talvolta anche del freddo) e con essa la pulizia dell’aria. Ebbene, la pioggia è arrivata e certamente ci saranno effetti positivi (temporanei) sullo smog ma quest’ultimo – Lavoisier insegna – non sparisce nel nulla, ricade sulla terra e viene assorbito contribuendo – anche sotto questa nuova forma – all’inquinamento ambientale.
La pioggia, accolta come una benedizione, altro non fa che spostare la polvere sotto il tappeto; una sorta di metafora che ben si accosta alla politica attuale e ai provvedimenti assunti, come l’inutile blocco del traffico o i divieti (ancor più assurdi) in alcune aree di utilizzare addirittura il forno a legna, come se quest’ultimo fosse una pericolosissima fonte di radiazioni ionizzanti. Accanto allo stop alla circolazione, alcune amministrazioni hanno imposto orari e limitazioni per quanto riguarda l’uso del riscaldamento, specie negli edifici pubblici: una buona – seppur parziale – soluzione ma che è stata – e probabilmente lo è ancora – disattesa proprio dalle stesse amministrazioni che l’hanno proposta, come quella di Milano. Giorni fa, infatti, Striscia la notizia ha verificato se l’ordinanza fosse rispettata ma in tutti gli edifici pubblici in cui ha proceduto al controllo, sono emerse gravi mancanze del rispetto dei limiti imposti, compreso Palazzo Marino.
È chiaro che i provvedimenti presi dalla politica sono insufficienti e mal congegnati; se a questo si aggiunge anche l’inadempienza di chi dovrebbe dare l’esempio, è chiaro che d’emergenza smog si tornerà presto a parlare, deviando in tal modo l’attenzione da altre problematiche che la politica ancora non ha risolto, come la disoccupazione, la malasanità o i suicidi e gli omicidi legati alla scarsità di denaro e opportunità lavorative. Certo, lo smog è una tematica da cui non ci si può sottrarre e la natura presto chiederà dazio per le violenze subìte dall’uomo ma secondo la nostra opinione l’arrivo dell’agognata pioggia non dovrebbe essere celebrato sulle prime pagine come se si fosse manifestato Gesù Cristo. Uscire di casa – mentre piove – e comprare un giornale in cui l’articolo d’apertura titola ‘finalmente è arrivata la pioggia’ sembra quasi un affronto nei confronti del lettore e lo stesso vale per i media televisivi e online.
Notiamo, inoltre, un pericoloso livellamento dell’offerta: i Tg sembrano prodotti in serie e con essi le notizie trasmesse; dallo smog, all’immancabile Papa Francesco fino alla ripresa dei consumi (su cui ho parecchie riserve). Si sta verificando – non si sa quanto volutamente – una normalizzazione dell’agenda setting e con essa la tendenza a considerare notiziabili solo certe tipologie d’eventi, un grave fatto che impoverisce l’offerta e sminuisce il ruolo del giornalista, almeno quanto ha fatto lo stesso signor primo ministro quando – nel discorso di fine anno – ha esordito dicendo “Abolirei l’Ordine dei giornalisti”.