Quanto sono simili Donald Trump e Silvio Berlusconi
Fonte: Imago, laif [M]
Date le similitudini tra i due leader politici, quello che il passato di Silvio Berlusconi ci ha lasciato potrebbe darci un anticipo di ciò che potrebbe essere se Trump venisse rieletto. È importante però non illudersi che i loro segni distintivi non possano fare la differenza.
Molti sono gli elettori, inclusi i giornalisti americani ed i policy makers di tutto il mondo, che si interrogano sul fenomeno di Trump come fenomeno politico, ma anche come personaggio, paragonandolo spesso al caso italiano ed apparentemente simile di Silvio Berlusconi. Nel bene e nel male, ci si interroga se una futura rielezione di Donald Trump potrebbe portare a futuri scenari in America, come quelli vissuti in Italia durante l’era berlusconiana.
In vista della concorrenza per le elezioni presidenziali statunitensi di novembre, Donald Trump è sotto tutti i riflettori nazionali ed internazionali. Questa sua luce mediatica persiste già da qualche mese prima dell’inizio della campagna elettorale, essendo Trump stato oggetto di varie problematiche legali, le ultime relative ad un tentativo di ribaltare i risultati elettorali delle precedenti elezioni presidenziali del 2020.
Un ex (e forse futuro) Presidente degli Stati Uniti che deve fare i conti con problemi legali in Italia suona come un dejavù e ricorda molto la situazione vissuta in Italia qualche tempo prima con l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, conosciuto in italia come “Il Cavaliere”. Ed è proprio ora più che mai che Donald Trump viene affiancato alla figura del politico italiano, ma sono veramente simili?
SLIDE 5 Silvio Berlusconi e Donald Trump sono due politici e imprenditori di successo che hanno avuto un notevole impatto a livello nazionale ed internazionale. I loro personaggi sono spesso affiancati, definendo Trump come il Berlusconi americano e viceversa. Alcuni temono ed altri sperano che una possibile rielezione di Trump negli Stati Uniti possa riprodurre ciò che Berlusconi ha fatto in Italia. Nonostante le apparenti similitudini, è importante evidenziare le differenze per capire come e se queste possano davvero cambiare l’esito già avuto in Italia.
Come si somigliano i due leader
Negli ultimi tempi, data la viralità mediatica delle accuse legali di Trump, la prima similitudine che risalta tra i due leader é il loro coinvolgimento in problematiche legali. Le loro accuse hanno abvuto una forte rilevanza mediatica e riguardano tematiche simili relative a scandali sessuali e corruzione: nei casi “Ruby” e dei “Bunga Bunga”, Berlusconi fu accusato di rapporti sessuali con una persona minorenne e del suo tentato abuso di potere nel coprire il caso; nella situazione di Trump, il politico americano fu accusato di molestie e di aver avuto una relazione con una porno star, provando poi successivamente a comprarne il silenzio sulla questione, in vista di un possibile impatto negativo nelle elezioni del 2016.
La loro similarità negli scandali è relativa anche a tematiche fiscali: durante i suoi mandati, Berlusconi non ha ceduto il controllo delle sue imprese, creando un conflitto di interessi tra la sua posizione di imprenditoriale la carica governativa; l’allora Presidente americano ha invece illegalmente usufruito dei fondi delle sue aziende per uso personale.
Un’altra somiglianza, probabilmente la più evidente, tra i due leader è quella relativa alla loro carriera professionale slegata dalla politica: l’imprenditoria. Mentre Silvio Berlusconi è stato fondatore del gruppo televisivo Mediaset, creando un impero nel mondo della comunicazione, Donald Trump è un importante businessman nel mondo immobiliare ed anche noto al pubblico televisivo per la sua presenza dello show americano “The Apprentice.” È la loro presenza nel mondo televisivo, direttamente o indirettamente, che ha poi contribuito ad un successo senza paragoni a Trump e Berlusconi nelle loro campagne elettorali, rendendo la loro figura nota e riconoscibile al pubblico e quindi al popolo di elettori.
Dal punto di vista politico, Trump e Berlusconi vengono associati ad una visione simile delle politiche migratorie nel territorio nazionale. L’Italia è un paese con una posizione geografica strategica nel Mediterraneo, essendo vantaggiosa per i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. Per questo motivo, Berlusconi durante i suoi mandati ha esteso e promosso misure severe di regolamentazione migratoria (come nel caso della Legge Bossi-Fini del 2002) o anche retoriche anti-migrazione nelle sue campagne per promuovere una protezione dell’identità nazionale. Una simile strategia politica è stata usata da Trump durante la sua Presidenza, con l’implementazione di una maggiore protezione dei confini americani da parte di rifugiati provenienti dal Messico. Gli Stati Uniti rappresentano un paese storicamente conosciuto per il suo flusso migratorio proveniente dall’America Latina. Così, misure molto rigide sull´immigrazione sono state sviluppate, non solo diminuendo drasticamente il numero di rifugiati ammessi ma anche tramite la costruzione di un muro che dividesse il confine americano con quello messicano, scoraggiando il passaggio del confine.
Durante la loro carriera politica ed istituzionale, entrambi i Presidenti hanno espresso un chiaro e simile orientamento verso una politica anti-migrazione, spesso ai limiti dei diritti umani, definendola come necessaria per la protezione dell’identità politica, economica e culturale dei relativi Paesi.
Foto: Termometro Politico
Quello che fa la differenza
Sebbene le similitudini tra i due politici siano molto accurate, è importante anche sottolineare i loro tratti distintivi che hanno fatto la differenza nella loro ascesa e consolidazione nel panorama nazionale ed internazionale.
Nella sua ascesa politica, all’inizio degli anni Novanta, Silvio Berlusconi ha fondato un suo stesso partito Forza Italia, creando una nuova identità in un contesto partito saturo, in un periodo storico segnato da insoddisfazione verso i partiti già esistenti. A differenza, l’ex Presidente Donald Trump ha conquistato un posto all’interno dell’ala repubblicana, prima di concorrere per la presidenza che raggiunge nelle elezioni presidenziali del 2016. In questo caso, la differenza è evidente, là dove Berlusconi ha utilizzato una strategia di creazione da zero di un’identità popolare, Trump ha semplicemente contribuito a consolidare una già esistente all’interno di un partito già affermato nel Paese.
Se nelle politiche migratorie i due leader politici hanno idee simili e convergenti, non è lo stesso nel caso delle politiche e dei rapporti internazionali. Trump ha fatto di “America first!” un vero e proprio motto identificativo della politica, seguendo un filo di pensiero più isolazionista, mettendo in discussione il ruolo e l’utilità della NATO. Inoltre, ha definito la Brexit come una vittoria per la riconquista della sovranità nazionale. L’organizzazione teme per la rielezione del presidente, che nel caso, vede la possibilità di essere soggetta ad un depotenziamento, come aveva già provato a fare Trump nel suo precedente mandato. Questo indebolimento porterebbe anche ad un conseguente limite nell’aiuto militare americano verso l’Ucraina, che potrebbe essere devastante per il Paese in guerra. Durante l’era berlusconiana, l’ex premier si è espresso sempre a favore di una buona alleanza con i paesi europei ed internazionali. È nota anche la sua politica protezionista adottata verso la Cina, iniziando guerra commerciale con la Cina per i rigidi dazi imposti nell’import di beni cinesi, di conseguenza impattando sulla stabilità delle relazioni tra i due Paesi
L’ex premier Italiano ha invece avuto un approccio più aperto verso le relazioni internazionali. Nonostante alcuni disaccordi, sulle politiche di austerità e la rigida burocrazia imposta dall’Unione Europea, Berlusconi ne ha ritenuto la partecipazione come vantaggiosa per il benessere economico dell’Italia. Inoltre, durante i suoi mandati come Presidente del Consiglio, ha sempre mantenuto una posizione favorevole verso la NATO, stabilendo accordi anche con Paesi fuori dall’Alleanza, come la Russia, per mantenere un equilibrio a livello difensivo per la sicurezza del Paese. Nonostante la vicinanza diplomatica del Presidente Berlusconi con il Presidente Putin abbia destato inizialmente preoccupazioni, ha come risultato portato benefici nell’economia italiana.
Un’ultima, ma non meno importante, differenza tra i due leader politici è quella della durata del potere. Mentre Silvio Berlusconi ha servito come Presidente del Consiglio per quattro mandati non consecutivi, Donald Trump ne ha esercitato solamente uno come Presidente degli Stati Uniti. È inevitabile pensare che questo distacco temporale nella durata del potere tra i due politici non abbia avuto un impatto differente nei Paesi: la linea di potere di Berlusconi ha notevolmente influenzato a lungo la politica italiana, mentre quella di Trump ha avuto un arco più ristretto di tempo per consolidarsi all’interno del Paese.
L’era berlusconiana è un prequel del futuro americano con Trump?
Trump e Berlusconi hanno dimostrato di essere due politici carismatici durante la loro presenza elettorale e governativa. I loro personaggi nella scena politica mostrano tante similitudini, ma anche molte differenze. È incorretto però illudersi che un fenomeno come quello di Berlusconi possa ripetersi, nel bene o nel male, in cui contesto più variegato e complesso di quello italiano. I due Paesi hanno vissuto due situazioni politiche, storiche e sociali diverse. Se è vero che le somiglianze di per sè siano molte, è giusto però che sia contestualizzate nell’era e nel Paese in cui si trovano. I due politici sembrano avere un modus operandi molto simile, ma il risultato delle politiche e delle strategie adottate varia, ed è anche in passato variato, a seconda del contesto in cui vengono applicate. Per questo motivo, non è possibile con sicurezza dire se quello che è successo in Italia non possa ripetersi anche negli Stati Uniti. Quello che è importante comprendere è che il tessuto sociale ed economico, insieme al contesto, ne fanno la più grande differenza, cambiando le sorti di ogni Paese. Ogni Paese è una storia diversa ed è sbagliato pensare che sia il singolo politico a determinare unicamente le sorti.