La responsabile dell’omicidio di Torricella Sicura si lancia da un parapetto per evitare l’arresto. Il DNA l’elemento inoppugnabile per incastrare l’assassina
di Loris Tarli
TERAMO. L’omicidio di Carmine De Luca, il commerciante partenopeo di 69 anni trovato senza vita il 28 maggio 2011 ha finalmente ha un volto. Si tratta di una donna che avrebbe accoltellato l’anziano nella sua abitazione di Piano Grande di Torricella.
Francisca Binicio Medina, dominicana di 27 anni, è stata raggiunta dai carabinieri nell’abitazione dove era domiciliata a Sampierdarena vicino a Genova , portata nel comando provinciale dei carabinieri di Forte San Giuliano, al momento della presa delle impronte digitali, si è gettata da un parapetto di circa quattro metri cadendo in un cortile dell’autosezione.
Il carabiniere del reparto operativo di Teramo per rincorrerla si è gettato anche lui nel vuoto. La donna si è rotta il gomito, il polso sinistro, una caviglia riportando un versamento al polmone sinistro. Il carabiniere si è cagionato una lesione a una vertebra. Entrambi sono ricoverati all’ospedale San Martino di Genova.
Francisca Binicio Medina è stata dapprima fermata perché senza i permessi di soggiorno, in un secondo tempo mediante l’analisi del dna è stata arrestata con prove schiaccianti.
Secondo l’accusa Carmine De Luca aveva rapporti con diverse donne,un vicino di casa lo ha visto litigare con una donna di colore il giorno in cui è stato accoltellato, sabato 22 maggio.
Sul telefono della vittima tra le chiamate in uscita sono presenti chiamate dirette al telefonino della dominicana, alcune il giorno stesso dell’omicidio, l’impronta di un piede lasciata nella pozza di sangue accanto al cadavere che corrisponde proprio alla donna, . ma è stato chiarificatore il riscontro del Dna con le tracce di sangue non appartenenti a De Luca, chiaramente derivanti da una colluttazione con l’assassino.
Dieci coltellate inferte sul volto e sul collo con un coltello da in cucina in camera da letto. L’uomo poi è stato avvolto in lenzuolo e trascinato nel ripostiglio dove è stato rinvenuto una settimana dopo. Gli inquirenti hanno subito scartato la teoria della rapina, l’uomo non era un possidente né un ereditiero. Si tratta di un delitto d’impeto, come dimostrano gli elementi isolati dal Ris sulla scena del crimine. La assassina stava a piedi nudi quando si è scatenata la tragica colluttazione. La donna si è tagliata un piede sui vetri di un bicchiere e di una bottiglia caduti a terra dal tavolo della cucina, il suo sangue è rimasto sul pavimento mischiato a quello dell’uomo accoltellato a morte.
Inutile il suo tentativo di nascondere le tracce con una grossolana pulizia, i Ris
non hanno avuto difficoltà a isolare il Dna ed inchiodare la donna.
ll Reparto Speciale dei Carabinieri di Roma ha analizzato ben130 reperti alcuni dei quali sovrapponibili al Dna femminile. Le indagini del Comando provinciale carabinieri di Teramo, coordinate dal Capitano Nazario Giuliani, si sono subito rivolte verso una persona di sesso femminile conosciuta bene dall’uomo.
A Francisca Binicio Medina si e’ giunti grazie alla convergenza dei risultati informativi e da decine di testimonianze di parenti, conoscenti e vicini della vittima, con uno studio minuzioso dei tabulati telefonici nonché dai riscontri sui reperti rinvenuti tipo tracce ematiche della donna ferita durante la colluttazione con De Luca. Il cerchio delle amichette si e’ sempre più ristretto fino alla dominicana domiciliata tra Martinsicuro ed Alba Adriatica.
La donna, subito dopo il delitto, ha lasciato l’Abruzzo e si e’ diretta al Nord, tra Genova e Pordenone pare che esercitasse la professione antica. La donna e’ stata tenuta sotto stretta osservazione dai carabinieri genovesi e da quelli teramani fino a quando, grazie agli elementi schiaccianti di colpevolezza, il 21 giugno e’ stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria per omicidio volontario.
La donna si e’ chiusa nel totale silenzio e non ha fornito riscontri utili a determinare il movente del delitto, resta dunque ricoverata e piantonata in ospedale.
Il quadro indiziario a suo carico è schiacciante. L’interrogatorio molto probabilmente si farà a Teramo dove gli atti saranno inviati per competenza. Infatti la donna non appena dimessa dall’ospedale verrà trasferita nel carcere di Castrogno.