San Marino sceglie l’Europa: cosa cambia con il nuovo accordo con l’Unione Europea

San Marino entra ufficialmente nell’orbita del Mercato unico europeo. Dopo quasi dieci anni di trattative, la piccola Repubblica ha firmato un Accordo di associazione con l’Unione Europea, un’intesa che segna una svolta storica: da Stato “vicino ma fuori”, a partner integrato in molti ambiti della vita economica e normativa dell’UE.
Un passaggio importante non solo per il Titano, ma anche per l’Italia e per il progetto europeo nel suo insieme.
A raccontarlo in un’intervista al Sole 24 Ore è Luca Beccari, Segretario di Stato agli Affari Esteri di San Marino, che definisce l’accordo «un atto di fiducia nel futuro» e «una scelta strategica che apre nuove prospettive per l’intero spazio euro-mediterraneo»
Un’Unione “su misura” per uno Stato piccolo ma ambizioso
L’accordo non trasforma San Marino in uno Stato membro dell’UE, ma lo porta molto vicino: viene riconosciuta l’unicità del suo ordinamento e delle sue dimensioni, senza rinunciare però a una forte armonizzazione normativa. In pratica, si tratta di una “adesione funzionale”: San Marino potrà accedere a 25 settori del diritto europeo, dal commercio alla concorrenza, dai servizi alla fiscalità, dai consumatori alla protezione ambientale.
Il cuore dell’intesa è l’accesso al Mercato unico, secondo i principi delle quattro libertà europee: libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali. Le imprese sammarinesi potranno partecipare a gare pubbliche nei Paesi UE, i titoli di studio saranno riconosciuti e sarà più semplice per professionisti e imprenditori lavorare oltre confine.
Un modello anche per altri micro-Stati
San Marino non è sola in questo percorso. Con lei ha firmato l’accordo anche Andorra, mentre il Principato di Monaco si è sfilato dai negoziati qualche anno fa. Bruxelles, insomma, punta a costruire un modello di integrazione “flessibile” per i micro-Stati d’Europa, che consenta loro di partecipare al progetto europeo senza dover affrontare le complessità dell’adesione piena.
Un punto chiave sarà il periodo di transizione, durante il quale San Marino dovrà recepire le normative europee in modo graduale. In particolare, per il settore finanziario sono previsti fino a 15 anni di tempo.
Più trasparenza, più cooperazione (anche con l’Italia)
Un altro aspetto importante riguarda la finanza. Dopo anni difficili e la chiusura del lungo caso giudiziario Varano sul presunto riciclaggio, San Marino si presenta oggi all’Europa con un sistema più trasparente e riabilitato. L’accordo – rafforzato da un addendum tecnico – supera il vecchio Memorandum del 2006 con la Banca d’Italia, aprendo a una nuova stagione di collaborazione nel settore bancario e finanziario.
E per l’Italia? «È un’opportunità unica», dice Beccari, «per costruire politiche di sviluppo coordinate, sinergie imprenditoriali e cooperazione trasparente con un Paese vicino, ora pienamente integrato nel quadro europeo».
Una governance mista e l’accesso alla Corte UE
L’accordo prevede anche la nascita di un Comitato misto San Marino–UE, incaricato di monitorare l’attuazione delle regole comuni. In caso di controversie, sarà la Corte di giustizia dell’Unione europea a garantire l’interpretazione uniforme. Per la prima volta, le autorità e persino le imprese sammarinesi potranno rivolgersi direttamente ai tribunali europei per difendere i propri diritti.