Nella splendida cornice del Teatro Sociale, il FilmFestival della Montagna di Trento ha reso omaggio alle montagne più belle del mondo, le Dolomiti, con una serata speciale condotta con passione da Piero Badaloni.
Rese finalmente Patrimonio dell’Umanità nel 2009, le Dolomiti sono state iscritte nella lista dei siti da tutelare e proteggere per l’esempio di eccezionale libro aperto sulle pricipali fasi della storia dell’evoluzione della Terra.
Il sito tocca quattro province con quattro lingue diverse e la Fondazione, nata per gestire questo patrimonio, stimola l’identità dinamica del territorio che riporta all’interpretazione del quotidiano legame delle genti di montagna con questi spazi verticali, per responsabilizzare gli attori coinvolti e riceverne gli input.
Tra i protagonisti della serata lo storico dell’arte Philippe Daverio, già presente al Festival la serata precedente con una carrellata “Sulla via delle Alpi, da Segantini a Giacometti”, il geologo Marco Avanzini, l’antropologo Annibale Salsa, e lo scrittore Erri De Luca, che hanno affrontato da diversi punti di vista l’unicità di questo paesaggio umano e ambientale.
Daverio ha saputo ricordare che la montagna odierna è diventata un divertimentificio che allontana le giovani generazioni dal concetto di luogo dell’idillio, mentre Avanzini ha raccontato la storia più bella, narrando l’evoluzione geologica delle Dolomiti dalla nascita ad oggi come se si trattasse di un parente di casa.
Salza ha raccomandato di non cadere nell’antropocentrismo, precisando come sia facile interpretare solo la parte umana della montagna e De Luca, portando l’esempio della montagna a lui più vicina, il Vesuvio, come montagna da evitare, invita a riconoscere il valore pedagogico della montagna stessa.
Nel corso della serata, infine, è stato proiettato il cortometraggio “Il turno di notte lo fanno le stelle”, di Edoardo Ponti, con Nastassja Kinski, Enrico Lo Verso, Julian Sands tratto dall’omonimo racconto di Erri De Luca.
Valentina Musmeci
6 maggio 2013