La foto del carabiniere di Boccaccini: storia e memoria al Sala Umberto
La foto del carabiniere di Claudio Boccaccini è un intenso spettacolo teatrale che ripercorre la scoperta della figura di Salvo D’Acquisto da parte di un ragazzo in una Roma degli anni ‘60. Il monologo di poco più di un’ora e mezza si inserisce all’interno della rassegna ‘Incursioni’ del teatro Sala Umberto di Roma, che accompagnerà il pubblico fino a marzo con 11 appuntamenti in programma.
Il titolo dell’emozionante prova di Boccaccini, ‘La foto del carabiniere’, si riferisce alla casuale scoperta da parte del giovane protagonista di una foto di un militare sconosciuto, custodita all’interno della patente del padre. Il ritratto è quello di Salvo D’Acquisto, un vice brigadiere neanche 23enne che sacrificò la propria vita per salvare quella di 22 persone dall’esecuzione da parte dei nazisti nel settembre del 1943.
La riscoperta dell’eroe accade allo spettatore quasi per caso, mostrandosi inizialmente come un’appendice alle vicende narrate. Avviene progressivamente, in un intreccio inestricabile con il rinvenimento della storia familiare, profondamente ancorata all’atto dell’eroico carabiniere. Gli eventi, raccontati con una comicità irresistibile e esilarante, riportano alla luce la quotidianità della Torpignattara di allora, tra i giochi in cortile, le serate davanti alla televisione, le gite al mare. Ci si ritrova così proiettati all’interno dell’atmosfera di quegli anni circondati da uno stuolo di personaggi e di situazioni di un altro tempo che, d’un tratto, la magia del teatro fa tornare attuali.
Ad una vita improntata all’allegria e alla leggerezza fa da contrappunto la misteriosa foto di un carabiniere custodita all’interno della patente di Tarquinio padre del protagonista. La persona di Salvo D’Acquisto emerge nell’andirivieni delle vicende, seguendo un percorso imprevedibile e percorso inavvertitamente tanto dal giovane protagonista quanto dal pubblico. Una scoperta che si salda con la comprensione dell’ammonimento del padre Tarquinio, secondo il quale “i gesti valgono più delle parole”.
Staccare il profilo di Salvo D’Acquisto dalla mitizzazione, e riportarlo nel contesto a cui appartiene come persona è il grande merito di Claudio Boccaccini. La ricostruzione riuscitissima della drammatica vicenda consumatasi a Palidoro viene fatta passare attraverso lo sguardo della storia familiare, delle memorie individuali, delle persone che l’hanno vissuta. L’effetto è quello di ridare vita e spessore al sacrificio, grattando via la patina di sacralità che spesso intralcia la comprensione del passato e del valore che gli atti dei singoli hanno nel poterlo determinare.