Caro lettore, sì proprio tu che vuoi saperne di più su questa storia di Shakespeare e della Sicilia: prima un paio di domande. Se ora ti chiedessi perché Shakespeare è così importante, pur non essendo un esperto di teatro, tu certo sapresti dirmi, col tono di chi debba dar ragione di un’ovvietà, che Shakespeare fu il poeta più celebre della letteratura inglese, famoso per i suoi sonetti e le sue opere teatrali. Bravo, bella risposta. Ma se aggiungessi: “Chi è Shakespeare e qual è la sua biografia?. Ecco, in questo caso sia per te che per molti altri sarebbe difficile formulare una risposta su due piedi; perché la storia non dipana mai completamente le vicende umane, né risparmia da punti interrogativi le biografie di poeti più illustri. Per fortuna però, il teatro e le sue leggende regalano agli spettatori l’illusione, almeno per una sera, di poterne colmarne le lacune.
Questo, il guanto di sfida lanciato agli spettatori da Dipasquale che fa da padrino al battesimo della quattordicesima stagione teatrale del Silvano Toti Globe Theatre, portando sul palco un’idea antica che ebbe diciassette anni fa, mentre stava camminando per Roma insieme a Camilleri.
Shakespeare ambienta “Tanto rumore per nulla” a Messina, dove una leggenda del luogo vuole che il poeta sia nato.
Michele Florio Scrollalanza (il cognome da parte materna) di origine quacquera, fu costretto, per sfuggire alle persecuzioni religiose, a trascorrere parte della sua vita nelle Isole Eolie, a Venezia e Verona, fino a raggiungere Stratford. Proprio qui Michele ricevette la benevolenza di un oste che cominciò a chiamarlo William, come suo figlio. Bastò per lui tradurre il suo cognome Scollalanza o “scrolla la lancia” in “Shake the speare”, per ottenere il cognome che lo rese poi celebre alle cronache del tempo come William Shakespeare. Una delle tante opere che Michele scrisse in messinese fu proprio Troppu Trafficu ppi Nienti, che fa da modello , cinquanta anni dopo per Much Ado about nothing.
La sua trama ruota attorno all’amore che Claudiu (Luigi Nicotra), giovane nobile, prova per Eru ( Roberta Andonico), figlia di Lionatu, governatore di Messina (Gian Paolo Poddighe).Con l’aiuto di Don Petru (Filippo Brazzaventre), Claudiu arriverà a portare Eru fin sull’altare ma Don Giuvanni Bastardu (Giorgio Musumeci), fratello di Don Petru, metterà ai giovani i bastoni tra le ruote . Su un duplice binario viaggiano invece i litigi e i battibecchi di altri due giovani Binidittu (Ruben Rigllo) e Biatrici (Valeria Contadino) che all’apparenza dicono di odiarsi, ma il cui rapporto sarà spinto a un cambiamento.
Una tragicommedia sopraffina che mescola l’amaro al dolce con i congeniali riquadri burleschi, perfettamente riusciti grazie all’humor e alla simpatia contagiosa di Mimmo Mignemi, nel ruolo di guardia.
La Sicilia forgia i personaggi a sua immagine e somiglianza: il sole batte su questa terra allo stesso ritmo con cui le passioni battono nei cuori dei protagonisti, circondati da un’aurea di vitalità ; è una terra esotica, dove a ognuno è concesso seguire i propri impulsi e ambizioni: la terra dell’anima, non della ragione. Ma in questa giungla di sensazioni , ci si può perdere, “arrovugliandosi” su se stessi, complicando quella che era partita come una “carusata”, il sentimento di un giovane “ inciammato “ d’amore per una coetanea, in una vicenda surreale: insomma creare “Troppu trafficu ppi nenti”!
In questi termini – ha raccontato Dipasquale- Moravia amava marcare la differenza tra lui e Leonardo Sciascia, tra un milanese e un siciliano: il primo che tende a rendere essenziali anche le cose più complesse, il secondo, che rende complicate anche le cose più semplici .
Ma la scenografia che si pone di fronte allo spettatore travalica anche i confini italiani: l’obiettivo del regista era quello di ambientare l’opera in contesto che richiamasse l’Oriente, come una novella Bagdad. In questa direzione convergono i tappeti arabeggianti, le stoffe colorate, gli incensi e gli splendidi vestiti che indossano i protagonisti a cura di Angela Gallaro; così gioca un ruolo fondamentale lo studio delle coreografie da parte di Donatella Capraro, costruite su musiche arabe .
In un ambiente artistico in cui si tende al livellamento linguistico il trait d’union tra Camilleri e Dipasquale, mantiene in vita un vivace plurilinguismo, prediligendo un teatro di parola, dove il termine arcaico conta quanto la parola latina,e l’espressione caricaturale quanto l’assonanza orientale: uno vale uno.
“Troppu trafficu ppi nenti” è in scena dal 22 Giugno al 2 Luglio con un cast d’eccezione, fatto da attori che durante l’anno hanno avuto modo di girare i teatri più importanti della capitale e d’Italia. Esperienze e modi di recitare diversi, giovani e non, si ritrovano al Globe, perché per tutti questa grande esperienza nata grazie alla volontà di Gigi Proietti, non è più solo una stagione teatrale, ma un grande Festival in onore del teatro, del quale tutti si sentono partecipi . Amunì !!
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Eru
Don Petru Frati Ciccio, Un Cancilleri, Messu Biatrici Corradu Borracciu Margherita Carrubba Don Giuvanni Bastardu Claudiu Lionatu Orsola Binidittu Sorba Una Guardia |
ROBERTA ANDRONICO
FILIPPO BRAZZAVENTRE PIETRO CASANO VALERIA CONTADINO FEDERICO FIORENZA LUCIANO FIORETTO VALERIA LA BUA MIMMO MIGNEMI GIORGIO MUSUMECI LUIGI NICOTRA GIAN PAOLO PODDIGHE CARLOTTA PROIETTI RUBEN RIGILLO VALERIO SANTI GIOVANNI VASTA |
REGIA E SCENE
Giuseppe Dipasquale
COSTUMI
Angela Gallaro
MOVIMENTI COREOGRAFICI
Donatella Capraro
AIUTO REGISTA
Paolo Merlini
DIRETTORE DI SCENA
Carmelo Marchese
CAPO MACCHINISTA
Claudio Cutispoto
MACCHINISTA
Filippo Tornetta
DISEGNO LUCI
Umile Vainieri
PROGETTO FONICO
Franco Patimo
SARTA
Rita Geraci Serravillo
SERVIZI ORGANIZZATIVI
Isabella Costa
SERVIZI AMMINISTRATIVI
Emanuele Condorelli
COORDINAMENTO
Rossella Messina