Ambra Jovinelli, quattro perfetti sconosciuti ‘provando… a parlare’

Provando…Dobbiamo parlare
Regia di Sergio Rubini
Con: Fabrizio Bentivoglio, Michela Cescon, Isabella Ragonese, Sergio Rubini
Due coppie, due per due quattro, banale aritmetica da seconda elementare. E invece no, perché qui in scena le varianti, le possibili combinazioni di torti e ragioni, tradimenti e pedoni, “guilty – not guilty” sono infinite, tra rapporti di coppia a geometrie variabili e confronti/scontri che si rincorrono a velocità crescente, per non finire poi da nessuna parte.
Roma, attico in centro, una sera qualunque, ci si prepara ad uscire insieme, lui e lei, una mostra, poi un’importante cena di lavoro: l’apparente normalità del vivere, l’apparente serenità di un amore sincero.
Poi l’imprevisto: piombano inattesi gli amici, prima lei poi lui. Affermati professionisti, affettuosi amici: che battuta dopo battuta, grado a grado si trasformano, si svelano, si incarogniscono nel gioco al massacro dei tradimenti, delle gelosie, dell’avidità.
Dapprima alla mercé di una guerra domestica extra moenia, deflagrata chissà perché in casa loro, l’intellettuale Vanni e la sua giovane Linda saranno (loro malgrado ?) coinvolti nella battaglia, che diventerà occasione d’una resa dei conti, di sospesi e invidie (il successo, i soldi, la giovinezza), fin là mai vissuti, sopiti ma mai superati. Riso amaro quindi: ma molto, molto riso, e molto, molto amaro.
Bello, senz’altro bello. E godibile anche, questo sedicente ‘recupero’: spiega infatti Sergio Rubini, con un incipit informale (che trascolora poi nella pièce vera e propria), che trattasi di una (intelligente) operazione di ‘riuso’ delle sessioni di prova del testo, originariamente pensato (e messo in scena) per il film dello scorso anno (“Dobbiamo parlare”, 2015, quasi lo stesso cast, regia dello stesso Sergio Rubini).
Non avendolo visto chi scrive queste righe, il paragone con il film non è – per fortuna – possibile: resta però l’apprezzamento per aver portato in scena, “in pasto” al pubblico di sala, un testo così pirotecnico e ritmato, un balletto di accuse e rinfacci che, gradino dopo gradino, scende sempre più verso un ribaltamento forse non inatteso ma senz’altro verosimile.
Con un ritmo incalzante, con un tempismo perfetto (ricorda molto Rumori fuori scena, il film di Peter Bogdanovich, con uno stupendo Michael Caine), una complicità tra i quattro attori assolutamente disarmante, naturale e istintiva (e Fabrizio Bentivoglio è eccezionale), vien voglia di dire che forse film e piéce dovrebbero scambiarsi i titoli, nel primo han fatto le prove per questo pezzo di bravura a quattro.
Senza eccessi macchiettistici, amaramente vero, Provando…dobbiamo parlare scruta, con un sarcasmo per niente buonista, le nostre quotidiane miserie affettive, il nostro via via soffocare tra le nostre ipocrisie, le nostre impietose bugie, le contraddizioni che ci strangolano. Alla fine, l’unico che si salva (forse) è quello…sano come un pesce.
Perché “l’amore non basta” (sic), perché occorre “diventare adulti e imparare a dire un po’ di bugie” (sic), per vivere, meglio forse, insieme sicuramente. Provare quindi…a non parlare.
Lectio magistralis, da non dimenticare.
Voto: 8 ½ quasi nove, se potete (specie se non avete già visto il film) non ve lo fate scappare.