C’era una volta un re, una metafora sul potere al Teatro Leonardo di Milano

Presentato in prima nazionale l’11 febbraio 2014 al Teatro Leonardo di Milano “C’era una volta un re” il nuovo spettacolo della Compagnia Facchetti/De Pascalis in collaborazione con Quelli di Grock, per il testo e la regia di Gianfelice Facchetti in scena fino al 23 febbraio 2014.
Uno spettacolo che affronta il tema del potere attraverso la storia di un grande “potente”, Re Giorgio III destituito dalla sua carica di re dal suo stesso medico curante che ne certifica lo scarso stato di salute.
“Morto” un re…se ne fa un altro! ed ecco che è l’uomo con il camice bianco a prendere il comando, una corona indossata da una persona comune, uno di noi.
Ma il potere, in quanto tale, è indifferente sia nelle mani di un’alta autorità sia nelle mani di un medico, ed è qui che il testo espone degli spunti di riflessione importanti: “Che differenza c’è tra un potere che vieta e uno che incita a fare? Dire che si può tutto è dire che tutto è possibile? Cosa resta di noi a tu per tu con un potere senza nome e senza volto che si manifesta solo attraverso regole mute?”
Si definisce l’ultima rappresentazione del potere, perchè ormai non c’è più niente da rappresentare e nessuno che ci rappresenti, pensiero in cui è facile riconoscersi.
Una messa in scena che spinge a pensare al potere di cui tutti disponiamo e a non pensare che ogni cosa sia in mano a potenti più in alto, nel nostro piccolo possiamo e abbiamo il potere, per il racconto di questa metafora viene scelto il teatro, luogo per eccellenza dove vengono raccontate le grandi storie.
Ma il segreto delle grandi storie sta nel modo in cui vengono tramandate ed in questo la compagnia ha scelto degli elementi scenografici semplici e poco complessi, la corona del re è fatta di cartoncino, ed il palazzo è delineato da un telo sullo sfondo e la stanza dove viene rinchiuso il sovrano in preda alla follia è composta da un fondale di materassi, scelta azzeccata che favorisce a creare un’ottima atmosfera.
Curiosa la scelta di far provare sul palco gli attori fino a pochi attimi prima che le luci si spengano con l’attore ancora in scena, dando il via allo spettacolo vero e proprio, interessante scelta di regia dove il pubblico è coinvolto fin dall’entrata in platea.
Una drammaturgia nuova ed attuale quella proposta dalla Compagnia, un esperimento ben riuscito, soltanto qualche passaggio e momenti di silenzio troppo prolungati rallentano gli svolgimenti della storia ma con un po’ di rodaggio tutto troverà il giusto equilibrio.
Gli attori sul palco rendono i personaggi credibili e convincenti, dai due sudditi del re di poche parole interpretati da Luca Ramella e Umberto Banti con una grande mimica, fino ai più “parlanti” Claudio Orlandini nei panni del Re e Pietro de Bascalis in quelli del Medico dalle ineccepibili doti recitative (lo stesso Orlandini fu insegnante di recitazione nel 1999 di Ramella, De Bascalis e Facchetti, dopo 13 anni viene diretto da suoi tre ex-allievi).
A fine spettacolo anche un grande coinvolgimento del pubblico, cinque persone invitate sul palco a raccontare la propria esperienza con il potere, una bella “prova di coraggio” per tutti gli spettatori coinvolti ed un ulteriore momento di confronto.
APERITIVO IN TEATRO – Prima dell’inizio di ogni replica, nel foyer del Teatro, la Camera di Commercio di Perugia e l’azienda agricola Castello delle Regine allestiranno per gli spettatori una speciale degustazione con un calice di vino abbinato a prodotti d’eccellenza gastronomica della regione Umbria.
Il costo è di 5,00 € e il ricavato sarà interamente devoluto al Comitato 16 novembre Onlus.
Paolo Marco Rimmaudo
16 febbraio 2014