Ottantanove: la rivoluzione in letargo

Al Teatro Studio Melato, dal 25 al 29 ottobre 2023, va in scena Ottantanove di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Sul palco sono accompagnati da Marco Cavalcoli. Il trio, ben bilanciato crea geometrie veramente godibili.
89 non è un numero qualsiasi se preceduto da 17. Infatti il 1789 con la rivoluzione francese, segna uno spartiacque per l’Europa.
Sul palco tre enormi bandiere cadono come giganteschi abiti lunghi appesi ad un gancio. Sembra abbiano perso qualsiasi allure, svuotate come sembrano del loro ruolo istituzionale, ridotte a stoffa al metro penzolante. Una è quella francese, istituita per un decreto della Assemblea Nazionale Costituente il giorno 24 ottobre 1790 e simbolo di tutte le rivoluzioni.
Quelle che la hanno preceduta, come quella protestante contro la Chiesa e quelle che la hanno seguita, come quella sovietica, contro stato, chiesa e proprietà privata, o quella del ’68 che voleva demolire anche l’istituzione della famiglia, con la legge per l’aborto o per il divorzio. E quel pezzo di muro che Timpano agita in mano diventa metaforicamente un pezzo di Bastiglia, del muro di Berlino, delle Torri gemelle, del muro del Messico, del sito di Palmira.
Un materiale vastissimo, analizzato, studiato, frullato, che da vita ad uno spettacolo “energizzante”, che costringe lo spettatore a partecipare attivamente.
La cronologia sussulta, così come gli imput, i riferimenti storici, le parole importanti di grandi pensatori: Foscolo, Sografi, Diderot, Rousseau, Hugo. C’è anche un riferimento ad una serie televisiva del 1964 intitolata “I Giacobini” di Federico Zardi.
Lo spettacolo diventa così una sorta di mulinello letterario, cronologico, aneddotico, storico. Il passato si sbiadisce in una lontananza sublime e tragica o riaffiora prorompente, per scuotere, infiammare, far pensare. La verità di ieri, appare errore oggi.
A tratti, a squarciare “il cielo di carta”, appare un accenno pessimista sul ruolo che svolgono nella storia ambizioni e interessi privati che lasciano per esempio il Foscolo inizialmente giacobino, profondamente amareggiato dopo il 1814.
Ai momenti di “sbastigliamento” quando il furor di popolo pensa di vedere finalmente riconosciuti i diritti, seguono i momenti di terrore. Dunque “tutto si può cambiare purché non si turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge” . E la legge si sa, è unicamente quella dei potenti.
Allora è meglio far festa, piantare l’albero della libertà, emblema della rivoluzione francese perchè simbolo di vita, di forza e di ascensione verso l’alto. E danzarci intorno, senza pensare troppo.
Ed effettivamente sul palco compare una pianta, a ricordo di quell’albero che i rivoluzionari francesi piantavano nei vari villaggi o paesi, attorno cui invitavano la popolazione a danzare per i diritti conquistati.
Ad un certo punto fa capolino anche Margaret Thatcher con la frase tristemente nota “la società non esiste”, accompagnata dalla consapevolezza che l’economia è il mezzo, mentre l’obiettivo è quello di cambiare il cuore e l’anima degli individui.
Dunque ci vorrebbe una rivoluzione anche oggi, ma siamo diventati archeologia, invecchiamo e non abbiamo più voglia di cambiare nulla. Siamo sbiaditi e piccoli, e con gli occhi un po’ accecati.
Ma quella piantina che i tre attori si passano quasi fosse una patata bollente ci ricorda che l’albero della libertà simboleggiava anche la continuità della rivoluzione: le foglie cadono infatti, per poi rinascere.
Quindi prendiamocene cura, la rivoluzione forse è solo in letargo.
Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza), dal 25 al 29 ottobre 2023
Ottantanove
drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano
collaborazione artistica David Lescot
con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano
assistenza alla regia e collaborazione artistica Francesca Blancato; disegno luci Omar Scala
scene e costumi Marta Montevecchi; musiche originali e progetto sonoro Lorenzo Danesin
produzione Teatro Metastasio di Prato, SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione
in collaborazione con Kataklisma teatro e Teatro di Roma – Teatro Nazionale
residenze artistiche Istituto Italiano di Cultura di Parigi e Città delle 100 Scale Festival
un ringraziamento a Compagnie du Kaïros
Orari: mercoledì e venerdì, ore 20.30; giovedì e sabato, ore 19.30; domenica, ore 16.
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org