Sogno di una notte di mezza estate incanta Villa Borghese al Globe Theatre

Sogno di una notte di mezza estate, commedia scritta da Shakespeare tra il 1593 e il 1595, ritorna, per la regia Riccardo Cavallo, sul palco del Globe Theatre di Roma per il settimo anno consecutivo, regalando agli spettatori del teatro di Villa Borghese, nel caldo agosto romano, atmosfere e visioni oniriche senza tempo.
Tre sono le storie tangenti che si intersecano e vengono a srotolarsi nel corso dell’opera shakespeariana come una matassa di filo, inizialmente informe, a cui l’abile tessitore riesce a dare forma e struttura. Motore e pretesto dello svolgersi dell’azione è il matrimonio tra Ippolita, regina delle Amazzoni, e Teseo, duca di Atene, che avendo sconfitto l’indomita guerriera decide di sposarla nel tempio della città come femmineo trofeo.
Proprio in occasione delle imminenti nozze Egeo presenta al duca il caso di sua figlia Ermia, promessa sposa dal padre al giovane Demetrio, di cui però non ricambia l’amore, essendo amata e amante di Lisandro, mentre il futuro sposo rifiutato gode delle attenzioni amorose della bella Elena, amica e confidente di Ermia.
Egeo è pronto a veder condannare a morte il suo stesso sangue purché venga rispettato il suo volere di Pater familias e il matrimonio venga celebrato secondo la sua volontà inflessibile, la quale spinge i due amanti innamorati al sogno della fuga amorosa, lontani dalla natia Atene e nel nascondiglio temporaneo di una vicina selva, inseguiti dall’imperterrito Demetrio accompagnato nella sua ricerca dalla non ricambiata Elena.
Nello stesso tempo per onorare il matrimonio del duca di Atene, un gruppo di artigiani decide di mettere in scena uno spettacolo teatrale, il tragico amore di Piramo e Tisbe, vicenda tratta da Shakespeare dal repertorio classico delle “Metamorfosi “di Ovidio, la quale si ipotizza abbia inspirato la stesura del dramma di Romeo e Giulietta. I goffi artigiani decidono di svolgere le loro buffe e strampalate prove nel vicino bosco, esilarante la loro parodia del mondo dell’arte teatrale che scaturisce nella messa in scena del comico spettacolo finale.
Nella selva contemporaneamente, regno parallelo della magia, dove si muovono dispettosi spiriti e folletti, tanto cari alla cultura celtica a cui si è inspirato Shakespeare, il re delle fate Oberon e la regina Titania, proiezioni oniriche di Teseo ed Ippolita, sono in lite fra loro per un giovane paggio, per il quale il sovrano è disposto ad ingannare la sua consorte grazie all’aiuto di un succo magico d’amore e del folletto Puck. Sarà proprio il dispettoso folletto al servizio di Oberon a coinvolger nelle sue maldestre e goliardiche gesta gli altri personaggi mortali che vagano nella selva.
Protagonista della commedia è l’amore, concepito come elemento vanesio e capriccioso, pronto a mutare in ogni istante e legato a forze esterne non controllabili dall’ uomo ed indipendenti della stessa volontà umana. Gli amanti, saldi apparentemente nei loro sentimenti, cadono in una giravolta di equivoci ed inganni, modificando i ruoli della schermaglia amorosa, in un vortice di amanti ricambiati o respinti.
La stessa figura umana appare come quella di un burattino, manovrato da fili invisibili che non dipendono dal suo volere, rendendolo un’ombra vanesia, fragile e breve, un sogno, ed proprio in questa chiave può essere interpretata la scelta del regista di concludere lo spettacolo con una celeberrima citazione di un’altra famosa opera di Shakespeare, “la tempesta”: “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”.
Di alto spessore artistico il cast, con un particolare plauso a Gerolamo Alchieri, Roberto Stocchi e Marco Simeoli i quali hanno regalato al pubblico del Globe Theatre una esilarante interpretazione, divertendo nel recitare i personaggi di Bottom, Flut e Peter Quince. Ottima la scelta scenografica, con la volontà di ricreare l’atmosfera notturna e fatata del bosco, attraverso sospese luci prigioniere in piccole gabbie a mezz’aria, fluttuanti in una tenue luce blu di fondo, notte e oscurità artificiale del magico bosco. Lo spettacolo rimarrà in scena al Globe Theatre di Roma fino al 25 Agosto.
Damiano Rossi (red. Roma)
16 agosto 2013