Fuck Me(N), immagini illusorie di se stessi

Dal 16 al 21 novembre 2021, Campo Teatrale Milano a Milano ha presentato Fuck Me(N).
Lo spettacolo è una riflessione fotografica, quantomai necessaria viste le dimensioni della violenza sulle donne, su aspetti di maschilinità tossica.
Roberto Traverso, Massimo Sgorbani e Giampaolo Spinato firmano tre testi, tre sguardi diversi con registri linguistici differenti, pensati inizialmente come tre monologhi distinti recitati da un unico attore.
La regia di Liv Ferracchiati né fa invece una tessitura incrociata. I tre personaggi maschili infatti si passano continuamente una sorta di staffetta narrativa arrivando a comporre con le loro tre storie, un unico affresco.
Emerge, pur nelle singole diversità narrative, la comune difficoltà da parte dei tre uomini, ad accettare la realtà del rapporto uomo-donna, al punto da sentirsi costretti ad aggrapparsi ad immagini illusorie di se stessi.
Forse per questo i tre attori sul palco, Giovanni Battaglia, Emanuele Cerra, Paolo Grossi, indossano abiti femminili: tutù rosa, gonne lunghe in taftà dai colori pastello, body attilati.
Questi indumenti cosi ridicoli su di loro e limitanti nei movimenti, sono simili all’insieme degli stereotipi che definiscono l’uomo all’interno di una società marcatamente patriarcale. Comportamenti e credenze che chiedono al maschio di sopprimere le emozioni e mascherare il disagio attraverso l’esercizio di violenza e potere.
Fuck Me(N), immagini illusorie di se stessi
C’è il padre separato che racconta al figlio piccolo, storie violente di incontri di box, mattanza di tonni, sangue. Il linguaggio è violento, immediato, piatto, privo di pensiero. Il bambino è spaventato, ha incubi, strane reazioni. Il processo di interiorizzazione della violenza da parte del figlio (violenza assistita), comincia proprio da qui.
Poi è il turno del professore universitario sessantenne, bulimico di sesso, che sfrutta il suo potere per farlo con le giovani studentesse, “le sue zoccolette”. Parla in toni misogeni eccitandosi al solo ricordo dei loro corpi freschi. A tratti ha anche un atteggiamento paterno. Si sente educatore, le chiama “le sue bimbe” e critica le loro famiglie che le crescono fragili, bulimiche ed anoressiche.
É rimasto senza illusioni, trascinato nel fondo della vita dal peso di sconfitte cui non ha saputo reagire. Un cinico, che si è ritirato nel privato e smodato edonismo in una deriva etica disturbante, dissacrante e mortifera che si rispecchia anche nel linguaggio tagliente e sprezzante, ostaggio delle lordure di una intelligenza che usa le ragioni per umiliare la ragione.
Il terzo, è il marito, geloso del figlio nato da poco. Comincia a nutrire un odio profondo nei confronti della moglie che, a detta sua, dedica le sue attenzioni unicamente al piccolo, sempre più visto come antagonista. Crede di aver perso il suo centro di gravità o non tollera che la moglie abbia cambiato il suo. Si sente un giocatore di “riserva”. Intuisce di essere debole. Il linguaggio è apparentemente pacato a tratti implorante.
I racconti si intersecano, si frammentano, si spogliano piano piano del pantano di menzogne in cui sono avvolti, mentre cadono gonne, tutù e body.
Resta un quadro unico, disadorno. I tre uomini sono ora davanti a noi, a terra, nudi e fragili.
Evoè!Teatro
Fuck Me(N)
con Giovanni Battaglia, Emanuele Cerra, Paolo Grossi
Scritto Da Giampaolo Spinato – il professore animale
Massimo Sgorbani – tracce mnestiche di un padre di famiglia
Roberto Traverso – sunshine
Adattamento e regia: Liv Ferracchiati
Luci: Emanuele Cavazzana
Fonica: Giacomo Agnifili
Costumi: Lucia Menegazzo
Foto Di Scena: Marco Leonardo Pieropan
Realizzato con il Sostegno del Centro Santa Chiara di Trento
con il contributo di: PAT – Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Caritro,
Comune di Rovereto, Cassa rurale di Rovereto.
con il patrocinio del Centro antiviolenza di Trento, coordinamento donne
Progetto vincitore del focus per la circuitazione regionale promosso da teatro stabile di Bolzano e
Centro santa Chiara di Trento.
Testo vincitore del Premio GReaT/miglior monologo, promosso dall’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe. Produzione: Compagnia Evoè! Teatro.