I Giganti della Montagna, la profezia delle morte della bellezza

Il Teatro della Contraddizione di Milano ha aperto la sua nuova stagione il 22 ottobre 2020 con I Giganti della Montagna, di e con Valentina Banci.
Purtroppo il Dpcm ha obbligato anche questa sala milanese a chiudere temporaneamente, nonostante tutte le modifiche apportate per adattare spazio e spettacoli.
Ed è stato in questo contesto di “adattamento” che è nato lo spettacolo di Valentina Banci che, sola sul palco, interpreta l’ultima opera di Pirandello. Scritta infatti tra il 1933 e il 1936, è rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte dello scrittore. Il figlio Stefano l’ha terminata seguendo il volere paterno.
I Giganti della Montagna, un testamento che diventa profezia.
I Giganti della Montagna sono quindi una sorta di testamento che diventa profezia. Quanto mai attuale per la verità. Racconta della morte della bellezza, della poesia, del teatro, impersonificati dalla contessa Ilse, per mano dei Giganti.
La Contessa Ilse, teatrante, si ostina infatti a voler rappresentare una pièce di teatro, La Favola del Figlio Cambiato. Ma nessun teatro la vuole. Si mette quindi in cammino con la sua compagnia ed arriva alla Villa Scalogna, isolata, abitata da un gruppo di persone, gli Scalognati appunto.
Sono poeti, che danno coerenza ai sogni. Privi di tutto il necessario, hanno il superfluo, e anche il tempo, sempre più prezioso. Capeggiati dal mago Cotrone, vivono modestamente di incantesimi, “come agli orli della vita. Gli orli, a un comando, si distaccano; entra l’invisibile: vaporano i fantasmi”. I sogni, la musica, la preghiera, l’amore… tutto l’infinito che c’è negli uomini che ancora conservano umanità e spiritualità, prende vita all’interno della Villa.
I Giganti della Montagna: la morte della bellezza
Il mago Cotrone offre la Villa come luogo di rappresentazione ma la contessa desidera un vero teatro, per portare bellezza e poesia nel mondo e al mondo. Allora Cotrone propone di andare davanti a I Giganti della Montagna grandi costruttori di città, come Caino, con enormi muscoli, ma duri di mente e un po’ bestiali.
Loro accettano ma, non avendo tempo da perdere, pur pagando gli attori, vi mandano i loro servi. Che, sgomenti davanti a qualcosa che non capiscono, uccidono la Contessa.
Questa è la conclusione scritta dal figlio, nel rispetto del volere di Pirandello.
Sola sul palco con camicia bianca, abito e cappello nero, Valentina Banci diventa un centro vitale di potenza fisica, alternando lirismo e cabaret. Il suono della sua voce, arriva con una potenza emotiva a dare vita e corpo ai diversi personaggi. La voce diventa un mantice che fa prendere fuoco alla nostra immaginazione.
E se il figlio di Pirandello scrive la fine dell’opera, facendo morire Ilse, la Banci la continua ancora una volta.
I Giganti della Montagna di ieri e di oggi
Dopo l’attimo di buio della morte di Ilse, improvvisamente si staglia sulla scena scura, con un grido acuto, il suo pugno alzato e chiuso, guantato di nero.
Ricorda quello degli atleti di colore Smith e Carlos, alle olimpiadi di Città del Messico del 1968. Salirono sul podio con quel pugno nero alzato, il colore della rabbia della loro gente ancora discriminata.
La stessa rabbia di Valentina Bancio, (ma anche del teatro, della bellezza, della poesia) che lancia un j’accuse al potere analfabeta che finge di amare la cultura, ma in realtà l’affossa distruggendo e disumanizzando il mondo, strappando “i seni alle mucche, le uova alle galline”, straccando le magnifiche piume dei pavoni e dei galli e rendendo ogni animale mentecatto di paura e dolore, (come non pensare alla moria di gennaio 2020 in Australia), rubando i nostri soldi.
Probabilmente i Giganti di Pirandello, molto hanno a che fare con le ombre fasciste che dal 1920 calano rapidamente sul paese con le loro violenze squadriste. Sono comunque, anche senza connotazioni politiche, i padroni del mondo, carichi di una potenza metaforica e distruttrice. Li conosciamo così fin dalla mitologia greca, quando fanno guerra agli dei dell’Olimpo.
Pertanto non si discostano da quelli di oggi, i padroni del mondo che, secondo i dati Oxfam 2019, rappresentano l’1% della popolazione che detiene più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. Quel pugno alzato e nero di Valentina Banci, è per loro: I Giganti della Montagna dei nostri tempi.
Teatro della Contraddizione
025462155 – via della Braida 6 – 20122 Milano – MM3 Porta Romana
per info e prenotazioni: prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it
Prima nazionale
I Giganti della Montagna
Voce Sola
da Luigi Pirandello
di e con Valentina Banci
spazio scenico Lorenzo Banci