Louis C.K., al Sistina lo stand-up comedian più irriverente del West

Attore, regista, produttore televisivo ma soprattutto comico controverso. A due anni dallo scandalo che lo ha visto coinvolto sull’onda del movimento #metoo, Louis C.K. torna con un nuovo spettacolo, il secondo in Italia dopo quello del 2018, previsto per il 25 Novembre al Teatro Sistina di Roma.

Il comico americano, che dell’uomo moderno ha fatto l’antieroe del nostro secolo, si è fatto conoscere al grande pubblico come un vero e proprio demolitore del politicamente corretto. Il suo personaggio è costruito sulle contraddizioni e le difficoltà dell’uomo contemporaneo, preda costante delle inclinazioni più abiette e in perenne equilibrio tra il socialmente ammissibile e il desiderio di trasgressione. Spingendo oltre i limiti riflessioni di vita quotidiana, Louis C.K. porta sul palco tematiche familiari dotandosi di un realismo alle volte fin troppo sincero, spesso scomodante.
Tra le tante tematiche trattate da C.K., che non risparmia nessuno dalle sue critiche pungenti, il rapporto con le donne, il sesso e la masturbazione. Questi gli argomenti che hanno creato più frequentemente sdegno tra il pubblico e che hanno portato spesso il comico ad essere tacciato di misoginia. Dopo le accuse di molestie sessuali, mossegli da cinque donne nel 2017 sulla base delle proposte e tentativi di C.K. di masturbarsi in loro presenza, il comico ha quindi deciso di ritirarsi temporaneamente dalle scene e l’opinione pubblica si è divisa in due. Da una parte, chi ha creduto che questo potesse segnare il declino di una carriera già caratterizzata da aspre critiche. Dall’altra, una schiera di difensori che, non pretendendo di legittimare quanto accaduto, hanno tentato di riportare sul giusto livello di gravità le molestie commesse. Quanto a C.K., la sua analisi ha saputo essere lucida, seppur in estremo ritardo:
“Al tempo, mi ero detto che quello che avevo fatto era ok, perché non avevo mai mostrato il pene a una donna senza prima chiedere il permesso, cosa che è anche vera. Ma più avanti nella vita ho capito, comunque troppo tardi, che quando sei in una posizione di potere chiedere loro di guardare il tuo pene non è una domanda. Per loro è un’imposizione.”
D’altro canto, va anche sottolineato che il pubblico, conoscendo il personaggio, non si è potuto certo dire sorpreso. Uno dei tratti caratterizzanti del comico infatti è proprio questo: una linea così sottile che divide finzione e realtà da non lasciar mai intendere esattamente dove finisca l’artista e dove cominci l’uomo. Ma per gli amanti del genere è questa ambiguità, e la mancanza totale di filtri tra ciò che si è e ciò che conviene, a permettere a C.K. di trattare tematiche delicate senza mai lasciare indifferenti. Provocatore e prima vittima delle sue provocazioni, nei suoi spettacoli si mette a nudo non tanto per mostrare sé stesso (che si presenta già fin troppo cristallino), quanto le perversioni che silenziose alloggiano in ogni uomo. Disegna così un’antropologia goffa, che si divide tra imbarazzi, luoghi comuni, volontà di potenza e la difficoltà dell’uomo moderno di confrontarsi con la società.
Sara Ciancarelli