‘L’anima buona di Sezuan’, il naufragio dell’amore.

Il Teatro Quirino, in una Roma vaporosa e autunnale, accoglie l’omaggio ad uno dei più insigni maestri del linguaggio teatrale del nostro tempo, Giorgio Strehler, con L’anima buona di Sezuan, capolavoro ormai senza tempo di Bertolt Brecht. Alla regia Monica Guerritore, la quale si distingue con elegante qualità in un tipo di teatro estremamente complesso e arduo da rappresentare, il teatro epico tipico del drammaturgo austro tedesco.
In una remota regione della Cina, il Sezuan, si manifestano tre divinità in cerca di un’anima buona. Trovano ricovero per la notte presso la generosa prostituta Shen Te, la quale verrà ricompensata con una cospicua somma di denaro, insieme al comandamento di continuare a praticare la bontà. La brava donna aprirà una tabaccheria e attirerà su di sé una schiera petulante di parenti parassiti e approfittatori, che abuseranno della sua indole generosa per appropriarsi delle poche fortune che le appartengono. Shen Te si troverà costretta a difendersi e una notte si traveste da cugino cattivo, il quale in realtà cattivo non è, ma antepone la generosità al buon senso e al pragmatismo. La storia si disloca attraverso queste due figure, una bianca e candida, l’altra nera e carismatica. A rendere il tutto ancor più intricato sarà l’amore della donna verso un giovane aviatore.
L’anima buona di Sezuan potrebbe essere definita un’opera profondamente antropologica, nella quale viene sondata con accuratezza la natura umana, la sua fragilità sottoposta alle condizioni più estreme. La povertà assoluta riporta l’essere umano ad uno stato quasi primordiale, i buoni sentimenti sono rimpiazzati dallo spirito di sopravvivenza, dall’egoismo, l’ipocrisia e la prevaricazione. Sulla scena figurano uno stuolo di personaggi ambigui e volutamente sopra le righe che orbitano intorno al personaggio principale, tentando di insinuarsi nella sua esistenza, divorandone i beni e l’anima gentile. La miseria crea delle maschere sociali, qui esemplarmente rappresentate e Shen Te è l’unico personaggio a conservare la propria dignità e la propria vera natura. Shui Ta, il cugino cattivo, incarna il male necessario, la maschera con la quale Shen Te riesce a difendersi e tenere testa alla massa di miserabili che la tormentano.
La messa in scena è complessa e multiforme e la regia si mostra estremamente rispettosa nei confronti della pièce. Nulla è lasciato al caso e le azioni che maturano sono scandite da un respiro comune di una squadra attoriale di primissimo livello, nella quale ogni interprete ha il proprio momento di grazia. La regia della Guerritore fa sì che gli attori ricerchino il senso dei rispettivi personaggi attraverso il linguaggio del corpo, manifestando un gioco di biomeccanica che ricorda molto da vicino la scuola russa dei grandi maestri, da Mejerchol’d a Karpov. Monica Guerritore si abbandona alle emozioni e a un raffinato gioco di tecnicismi, dando vita a due personaggi che insieme rievocano lo Yin e lo Yang della filosofia taoista cinese. Lo spettacolo è in continuo movimento, le giornate scorrono veloci e il concetto di tempo e moto è scrupolosamente identificato da una pedana circolare al centro del palco che ruota insieme agli attori.
L’anima buona di Sezuan è uno spettacolo politico, sociale, ma altresì sentimentale e passionale. L’amore viene esibito nella sua forma più autentica, costretto a sopravvivere in un mondo che contempla la barbarie emotiva e i sentimenti puri sono merce di poco interesse. Uno spettacolo intrigante che conduce lo spettatore in una dimensione parallela, abitata da personaggi grotteschi, resi maestosi da un esercizio attoriale superlativo e una regia vibrante e sognatrice.
L’ANIMA BUONA DI SEZUAN dal 29 ottobre 10 novembre al Teatro Quirino di Roma
La Contrada Teatro Stabile di Trieste / ABC Produzioni
presentano
in collaborazione con ATA Carlentini
MONICA GUERRITORE
omaggio a Giorgio Strehler
L’ANIMA BUONA DI SEZUAN
di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin
regia MONICA GUERRITORE
ispirata all’edizione di Giorgio Strehler (Milano 1981)
personaggi e interpreti
(in ordine alfabetico)
MATTEO CIRILLO Yang Sun, un aviatore senza lavoro/ il falegname LinTo
ALESSANDRO DI SOMMA Secondo Dio/ il bambino/la vedova Li
VINCENZO GAMBINO Wang, un venditore d’acqua/ il fratello zoppo
NICOLO’ GIACALONE il barbiere Shu Fu/ il marito
FRANCESCO GODINA il poliziotto/il nipote gagà/ Primo Dio
MONICA GUERRITORE Shen Te alias Shui Ta
DIEGO MIGENI Terzo Dio/la Signora Mi Tzu
LUCILLA MININNO Signora Yang/ la moglie
scene da un’idea di Luciano Damiani
disegno luci Pietro Sperduti
costumi Valter Azzini
direttore dell’allestimento Andrea Sorbera
collaborazione musicale Paolo Danieli
assistente alla regia Ludovica Nievo
regista assistente Leonardo Buttaroni