‘The Meeting’, l’incontro che scrisse la storia

Al Teatro Mr.Kaos di Roma, in via Antonio Dionisi 50, si è aperta una delle pagine più ammalianti e appetibili dell’attuale panorama teatrale. The Meeting, scritto e diretto da Emanuele Cecconi, è un costrutto artistico di rara bellezza e complessità. L’incontro tra William Shakespeare e Giordano Bruno che segnò per sempre il modo di pensare del drammaturgo inglese e ne caratterizzò gran parte delle opere postume. Un incontro chiarificatore e illuminante tra due delle menti più eccelse che l’umanità abbia mai conosciuto. Il pubblico è testimone di un incrocio tra genialità, filosofia e misticismo che travalica l’umana comprensione e apre le porte della mente ad una visione universale e ascetica. In seguito a questo scambio la storia vuole che Shakespeare abbia conseguito l’ispirazione per gran parte dei suoi capolavori, su tutti l’eterno Amleto. Un testo che divenne un ponte tra il teatro antico e quello moderno, uno sparti acque che introdusse la psicologia umana nella drammaturgia teatrale, ancorata fino ad allora ai miti e alle leggende del passato. Lo spettacolo è ripartito in due blocchi, entrambi inseriti in un’intelaiatura scenografica dal robusto, nonché fascinoso impatto visivo. Una selva oscura, in puro stile dantesco; quattro grossi alberi nodosi posti agli angoli accolgono lo spettatore nella piccola sala del teatro. Il pubblico circonda la messa in scena e un fuoco straordinariamente realistico divampa al centro, tingendo di rosso i volti degli attori.
Un viaggiatore notturno (Valerio Palozza) trova riparo intorno al piccolo falò da campo, spifferando accenni filosofici e di stampo esistenziale al suo cupo interlocutore (Emanuele Cecconi). Quest’ultimo lo incalza con domande circa i suoi propositi. L’ingresso di un terzo personaggio (Salvatore Cuomo) metterà le carte in regola, spazzando via ogni dubbio su ciò che sta realmente avvenendo. Le tre figure, simili a evocazioni astrali di un mondo tra il sogno e il reale, sono stati convocate al fine di compiere un fatidico rituale, atto a far emergere un nome, senza il quale “l’opera” non potrà essere scritta. Tra verità universali, teorie esoteriche, un crescente e sorprendente climax emozionale, il rituale giunge al suo massimo e tutta questa meravigliosa visione onirica svanisce tra le ombre di un sonno interrotto. Le luci si alzano e uno spaurito William Shakespeare viene destato dai suoi incubi. Di lì a poco avrà luogo l’incontro tra il bardo e il domenicano Giordano Bruno. I timori e le paranoie del giovane teatrante vengono sapientemente decifrati dal frate, la cui profonda conoscenza fungerà da balsamo curativo per il cuore e la mente del drammaturgo inglese. Ogni dubbio viene dissipato dagli insegnamenti del maestro.
The Meeting fa della parola il motore principale della sua riuscita. Emanuele Cecconi, in veste di autore, regista, nonché attore, si lascia accompagnare da un’intensa ispirazione, dando così luce a un testo estremamente pedagogico. Ogni battuta cela nella sua essenza una verità intensamente ricercata. Il pubblico non può permettersi distrazioni, poiché ogni sillaba proferita dagli attori in scena racchiude importanti concetti atti non solo alla comprensione dello spettacolo, ma quasi dell’intera natura del creato. L’intero complesso artistico è sbalorditivo; dalle luci alla scenografia, a ogni singolo muscolo teso dai quattro interpreti. I costumi d’epoca di Isaura Bruni sono la pennellata finale di un morbido affresco. I personaggi in tutta la prima parte orbitano con delicatezza intorno al fuoco ardente, come pianeti legati al loro sole. Se in questa fase dello spettacolo il moto crescente degli eventi può, in minima parte, destabilizzare l’attenzione o la comprensione di chi osserva, l’incontro tra Shakespeare e Bruno sarà chiarificatore per tutti. Altro fattore considerevole è senza dubbio il talento e la tecnica della macchina attoriale. I quattro personaggi, compreso quello della sacerdotessa /oracolo (Silvia Augusti), sono figli di una grandiosa caratterizzazione fisica e vocale, resa ancor più audace dall’estrema vicinanza col pubblico. I personaggi di Shakespeare e Bruno sono perfetti nella loro simbiosi. Il primo assai insicuro, tormentato da un genio ancora incompiuto che vorrebbe esplodere, si lascia ammansire dalla potenza del secondo. Questo Giordano Bruno, affaticato nel corpo nonostante la giovane età, si presenta inquieto e malinconico, ma carico di un’eredità culturale da dover trasmettere ad ogni costo.
La persona di William Shakespeare è stata consacrata sia teatralmente che cinematograficamente da numerose eminenze della recitazione, eppure Palozza non soffre alcun retaggio di sorta e da vita a un personaggio pregno, emozionante e traboccante di vitalità. Per quanto concerne questo Giordano Bruno il lavoro di Salvatore Cuomo si può misurare senza riserva alcuna con lo stesso frate interpretato al cinema da un certo Gianmaria Volonté nel lontano 1973.
I giochi di sguardi, le pause misurate e meditative tra il bardo e il maestro catturano il pubblico e lo tengono ormeggiato in un desiderio comune di apprendimento.
The Meeting nasce dall’affetto artistico del suo autore, dalla speranza di un crowdfunding e da un gruppo di ragazzi che schiuma energia e passione. Lo spettacolo, nonostante la variegata complessità di certi temi trattati, è una storia a tinte mistiche che affascina e sconcerta, offrendo a ogni categoria di pubblico in sala un gioiello di accecante e irresistibile avvenenza.
Lo spettacolo è andato in scena al teatro Mr. Kaos di Roma, in via Antonio Dionisi 50, dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile.
The Meeting
Autore: Emanuele Cecconi
Regia: Emanuele Cecconi
Aiuto Regia: Valerio Palozza
con: Emanuele Cecconi, Valerio Palozza, Salvatore Cuomo e Silvia Augusti
Luci e Fonica: Cecilia Sensi
Scenografia: PZT e Fabrizio Bellacosa
Costumi: Isaura Bruni
Organizzazione: Alessandra Romano