Il fu Mattia Pascal in scena al teatro Quirino, per la regia di Tato Russo

Che cosa vuol dire esistere, essere un individuo unico e nella sua unicità diverso da qualsiasi altro? Che cosa rende una persona reale e non una semplice maschera, il personaggio di una sceneggiatura, che dopo aver recitato la propria battuta, scompare nel buio alle spalle del sipario, lontano dalle luci, dietro la plastica e il legno di una scenografia artificiale? Fin dalla nascita, e poi continuando nel cammino della vita, la nostra identità è indissolubilmente legata ad elementi convenzionali e burocratici che, mattone dopo mattone arrivano a costruire chi siamo o possiamo ritenere di essere: nome di battesimo, certificato di nascita, codice fiscale, lavoro, famiglia. Che cosa resterebbe di noi, se tutto ciò venisse cancellato di colpo, nascendo una seconda volta, recidendo le corde che ci legano al mondo? Saremmo finalmente liberi da ogni catena o rischieremmo di vivere un’esistenza di ombra, senza poter effettivamente esistere al di fuori della legge e della società.
Questi gli interrogativi e i dubbi esistenziali che vengono affrontati dal Fu Mattia Pascal, opera di Pirandello del 1904, magistralmente posta in scena nella versione per il teatro da Tato Russo al Quirino di Roma.
Il romanzo, adattato alla realtà del teatro dall’abile mano del regista, pur discostandosi dalla struttura letteraria originaria a favore di un linguaggio di maggiore incisione teatrale, conserva intatta tutta la forza del pensiero Pirandelliano, riuscendo a coinvolgere lo spettatore nel viaggio reale e metafisico del protagonista, Mattia Pascal, attraverso la sue finte morti, e le sue altrettanto fittizie rinascite.
Attraverso l’abile uso della scenografia e delle luci, i vari personaggi che si alternano sul palco sembrano prendere vita dall’ombra, dall’ oscurità che fa volontariamente da sfondo alla scena, apparendo allo spettatore quali maschere prive di consistenza, vere e proprie apparizioni evanescenti e eleusine.
Numerosi gli omaggi al teatro Pirandelliano, con riferimenti velati alla teoria delle maschere, punto cardine del pensiero del drammaturgo di Agrigento. Ottima la prova teatrale dello stesso Tato Russo, il quale oltre a curare la regia dello spettacolo, interpreta il ruolo di Mattia Pascal e Adriano Meis riuscendo ad restituire un interpretazione di spessore, frutto di una presenza scenica di grande impatto. Lo spettacolo sarà in scena al teatro Quirino fino al 12 Maggio.
Damiano Rossi (redazione Roma)
5 maggio 2013
INFO:
Teatro Quirino – Via delle Vergini, 7 – Roma
Il Fu Mattia Pascal
Orari spettacoli:
dal martedì al sabato 20.45
venerdì 3 – sabato 4 – mercoledì 8 e giovedì 9 ore 16.45 e ore 20.45
tutte le domeniche ore 16.45
prezzi biglietti:
da 32 a 18 euro