The Effect, l’amore è un farmaco in provetta

Il teatro è quello straordinario apparato artistico in cui le regole e le strutture preimpostate diventano morbida argilla nelle mani degli artisti, che, come dèi, modellano questa pasta primordiale per favorire i propri drammi e le proprie creature. Dal 17 al 29 aprile la Karamazov Associati ha portato al Teatro Sala Umberto il pluripremiato talento della giovane autrice britannica Lucy Prebble, con un testo di straordinaria complessità: “The Effect”, per la regia di Silvio Peroni.
Un concentrato di talento, energia e fame di palcoscenico, sia per chi calca la scena che per chi la dirige.
Tristane e Connie (Giuseppe Tantillo e Sara Putignano) sono due giovani, entrambi con vite completamente agli antipodi l’una dall’altra, che si offrono come cavie da laboratorio per testare gli effetti di un nuovo antidepressivo. Sotto la costante e austera supervisione della dottoressa Lorna James (Alessia Giangiuliani), i due saranno i testimoni diretti di una progressiva metamorfosi della psiche umana sotto l’influsso di questo nuovo e controverso medicinale.
Ciò a cui si assiste è una messa in scena dal sapore tragicomico, dove gli elettrocardiogrammi proiettati sul fondale gestiscono una calma tesa che esplode in dialoghi dalle forti vibrazioni emotive e monologhi che mettono in discussione ogni cosa; dal concetto di neuroscienza all’essenza stessa dell’amore, qui visto quasi come un effetto collaterale.
Il farmaco agisce sulla biologia umana dei due giovani, i quali sprigionano un’involontaria attrazione l’uno per l’altro che degenera con l’aumento dei dosaggi e dell’inflessibilità del ricovero. Una terapia che innesca un vortice incontrollato da cui nessuno può trovare riparo, su tutti la dottoressa Lorna, la cui maschera sociale della diffidente e distante psichiatra si incrina fino a frantumarsi a favore di un involucro umano impolverato di ombre nere del passato e di sciagurate relazioni che ne hanno logorato la mente.
Il testo offre notevoli spunti su un quadro sociale moderno sempre più complesso, che ricalca l’eterno interrogativo su quanto la scienza possa spingersi oltre per comprendere e giustificare gli impulsi più remoti della mente, al fine di catalogarli, studiarli e approcciarli come semplici reazioni chimiche. Ciò annulla l’astrazione del sentimento e persino dell’anima. L’amore è una variante, una circostanza medica analizzata a tavolino come semplice effetto collaterale di un farmaco sperimentale.
Lo spettacolo è un folgorante riflesso del suo regista, e ogni rifinitura viene toccata dalla luce di un’ideale drammaturgico di spessore. Silvio Perone disegna lo spettacolo a sua immagine e somiglianza, con un taglio tutto cinematografico, offrendo allo spettatore un fortissimo impatto visivo grazie al fondale animato da dinamiche proiezioni di carattere ospedaliero, suoni aspri e aggressivi, insieme a un gioco dinamico ma essenziale di buio/luce.
Tutto rende le quasi due ore di rappresentazione un piacevole intrattenimento mai tediante. Gli attori coinvolti hanno un’intera scena su cui spaziare, far evolvere le proprie circostanze e donare al pubblico un’importante prova di appassionata convinzione.
Da segnalare il gigantesco lavoro di Alessia Giangiuliani e Alessandro Federico, capaci di dar vita a una coppia di ex amanti impegnati nell’ambizione della ricerca scientifica, ma che col tempo comprendono quanto tutto sia vacuo e impossibile da racchiudere in una provetta da laboratorio. I loro dialoghi sono graffianti, violenti e sinceri. Entrambi fanno da motore catalizzate anche per gli altri due giovani attori, altrettanto appassionati ma che ancora non disintegrano la scena con quella presenza e quella attenta comunicazione, anche non dialogata, degli altri due.
The Effect è di per sé un dramma complesso, figlio del nostro tempo. Un intreccio nodoso che sconquassa la psiche dei personaggi. Sembra di essere osservatori di un quadro neo naturalista, che strizza l’occhio al movimento letterario ottocentesco, il quale donava totale e incondizionata fiducia alla scienza. Tutto è catalogabile e analizzabile, nulla viene abbandonato nell’etere. L’amore, visto come apostrofo rosa, secondo Rostand, è una normale reazione chimica; la normale conseguenza di scariche concentrate di dopamina.
Tuttavia, alla fine l’umanità e il sentimento prevalgono sulle decisioni e la domanda su quanto di spiegabile ci sia nella natura umana resta ancora sospesa.
Informazioni:
“The Effect”
di LUCY PREBBLE
Traduzione di Andrea Peghinelli
Regia: Silvio Peroni
Con: Alessandro Federico, Alessia Giangiuliani, Sara Putignano, Giuseppe Tantillo
scene: Katia Titolo
luci: Omar Scala
video: Luca Ercoli
aiuto regia: Claudio Basilico
Produzione: Pierfrancesco Pisani – Progetto Goldstein – Ass. Capotave
con il sostegno di Kilowatt Festival
17 – 29 aprile 2018, Teatro Sala Umberto, via della Mercede 50, Roma