Tony Cairoli: gente di passaggio sopra nuvole di fango

Otto titoli mondiali, sei consecutivi e un passo ulteriore nella leggenda del motociclismo mondiale. Nella storia del motociclismo italiano soltanto Giacomo Agostini, Valentino Rossi e Carlo Ubbiali hanno vinto di più.
Tony Cairoli, Italiano, ha vinto in Brasile l’ottavo mondiale della sua splendida carriera con una giornata d’anticipo. Mostrando intelligenza, senza rischiare, lasciando sfilare gli avversari per poi lanciarsi in una calcolata rimonta. Regolarità, questa è la parola per descrivere Tony Cairoli e il suo motocross. Sempre costante, sempre attento a superare, con intelligenza, quel limite che i piloti possono permettersi di superare poche volte perché, altrimenti, cadono. Il fatto che poi la regolarità preveda sempre piazzamenti importante lo rende unico: non si può vincere il mondiale essendo regolari verso le ultime posizioni, vincendo si. Ed è questo che fa Tony Cairoli, vince e convince. Calcolatore con la passione per il fango e i salti, con il suo 222 che ormai è diventato un numero unico, inimitabile, sempre con il rosso a contraddistinguerlo nello sfondo (colore che indica il leader del mondiale).
Coraggioso e sicuro dei propri mezzi tanto da salutare, nel 2009, il team invincibile Yamaha per la KTM, folgorata dal pilota italiano dopo avergli visto vincere il titolo da avversario. E nonostante le difficoltà con il nuovo mezzo e l’inferiorità iniziale vince consecutivamente fino ad oggi, massacrando letteralmente tutti gli avversari: di un altro pianeta.
Un campione invincibile che, in lacrime, dedica la vittoria, a metà Maggio, al papà da poco scomparso, un atleta che ringrazia la mamma e il papà dopo ogni successo per tutti gli sforzi e i sacrifici che si sono sobbarcati. Corre con disinvoltura con una GoPro fissata sul casco e posta i video sul suo canale Youtube, in modo tale da permettere ai fans di assaporare il gusto della corsa e, spesso, della vittoria.
La sua presenza, nel Gp d’Italia a Maggiora, ha fatto raggiungere picchi d’ascolti incredibili e una presenza di pubblico mai così appassionata per un ragazzo che all’asfalto ha preferito il fango, che alla testa dietro al cupolino ha preferito i salti. Un ragazzo che ogni domenica parte, controlla gli avversari, vince e poi se ne va. Come se fosse di passaggio. Sempre e comunque sopra nuvole di fango.
Alessio Giaccone
8 settembre 2014