Gioie e dolori del volley: ferma al 60% la capienza dei palazzetti

La scorsa stagione sportiva è stata messa in seria difficoltà dalla pandemia di Covid-19 che ha chiuso le curve di stadi e gli spalti dei palazzetti al pubblico. Con il graduale miglioramento delle condizioni sanitarie, si sono susseguite nei mesi le notizie delle parziali o totali aperture delle strutture sportive ai tifosi, che da molto tempo attendevano questo momento.
Il volley, svolgendosi all’interno di strutture chiuse, purtroppo non ha potuto ripartire con la totalità del pubblico sui gradoni, ma si è dovuta accontentare di una capienza al 60%. La speranza è che presto si possa tornare ad aprire con il 100% di pubblico.
Tutto l’ambiente a inizio pandemia aveva dovuto scontare il titolo di disciplina sportiva più a rischio degli altri. Ora la fame di poter tornare ad essere un movimento attivo e fiorente come due anni fa, è molto grande.
Palazzetti dal 35 al 60%
Le prime voci che ad agosto erano circolate in merito alla capienza dei palazzetti, avevano fissato il limite della presenza del pubblico al 35%. La decisione ovviamente non aveva soddisfatto le società che auspicavano ad avere palazzetti al completo, o almeno pieni nella maggior parte dei posti. Ecco perché tutte le squadre delle Lega Pallavolo Serie A maschile si erano accordate e forti della loro unione avevano portato avanti una raccolta firme per chiedere che la capienza passasse immediatamente al 100%. Quell’iniziativa venne pubblicizzata da club e atleti ed ebbe così tanto successo che in un solo giorno si registrarono 14mila firme.
A fine settembre, con la grande ripartenza avuta in tutti settori, sono cambiate nuovamente le direttive del Comitato Tecnico Scientifico che ha aumentato la capienza degli impianti al chiuso fino al 50%, che successivamente, a inizio ottobre, in procinto dell’inizio dei campionati maschile e femminile, è stata aumentata al 60%.
La norma è entrata ufficialmente in vigore l’11 ottobre, il giorno dopo l’inizio dei campionati.
La speranza non manca
Molte squadre in seguito a questi cambiamenti hanno così deciso di aprire le proprie campagne abbonamenti ai tifosi. Questi non si sono fatti attendere e hanno infatti creato lunghe file al di fuori dei palazzetti. Le persone non vedevano l’ora di poter tornare a tifare e alzare cori per il proprio club del cuore.
Qualche settimana fa Sport24, supplemento del Sole24Ore, ha riportato alcuni dati interessanti che mettono in luce come la pallavolo, così come molte altre discipline, viva della partecipazione del pubblico al palazzetto anche dal punto di vista economico. Lo scorso anno infatti la Lega Pallavolo Serie A maschile per il mancato ingresso dei tifosi alle partite ha perso oltre 6 milioni di incassi, 2,5 milioni invece quello femminile.
Per un movimento che, come precedentemente spiegato, vive soprattutto grazie agli sponsor e agli investimenti delle aziende che decidono di sposare i progetti messi in piedi dai vari club, si capisce come avrebbe potuto voler dire il mancato ingresso di questi introiti anche per la stagione in corso. 9 milioni di euro in meno per il secondo anno consecutivo, avrebbe voluto dire mettere in crisi l’intero settore.
Questo sicuramente avrebbe potuto portare a conseguenze anche a livello degli stessi sponsor, che avrebbero nel campionato italiano una realtà non più appetibile. Ma la realtà è un’altra: la realtà è quella di sempre più atleti che, anno dopo anno, stanno scegliendo di venire a crescere nel nostro campionato, riconosciuto come uno dei più competitivi.
Alla luce di tutto questo, diventa allora comprensibile come tutto il movimento stia cercando di spingere affinché presto si arrivi ad avere una capienza dei palazzetti al 100%. La speranza non manca.