Da impegno personale a disciplina sportiva a movimento globale: l’inarrestabile crescita del “Plogging”.

2duerighe INTERVISTA Erik Ahlström, il suo fondatore.
Avevamo già parlato su 2duerighe (https://www.2duerighe.com/sport/130882-plogging-dalla-svezia-allitalia-il-movimento-altruista-che-fa-bene-a-chi-lo-fa-e-allambiente.html), di questa disciplina, capace di unire Sport ed Ecologia. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare proprio il fondatore del “Plogga”, lo svedese Erik Ahlström, e di farci raccontare da lui la nascita dell’iniziativa e la sua straordinaria fortuna. Augurandoci che sempre più persone si divertano a seguirne l’esempio.
Il Plogging è nato in Svezia almeno 5 anni fa. Qual è l’idea dietro questa iniziativa?
Quando sono tornato a Stoccolma, dopo 20 anni trascorsi ad Äre, una piccola comunità sciistica nel Nord della Svezia, ho realizzato quanto Stoccolma stessa fosse diventata sporca. Ogni giorno circa 2.7 milioni resti di sigarette si depositano sulle strade, e ci sono 10 milioni di persone in Svezia. Ho sentito di dover fare qualcosa per innescare un cambiamento! In Svezia, con le nostre acque pulite a la nostra aria fresca avremmo potuto costituire un esempio di un ambiente pulito, a partire da una tolleranza zero verso i rifiuti abbandonati, naturalmente. Se noi continuiamo a vivere come stiamo facendo, il 99% dei nostri uccelli marini saranno contaminati dalla plastica e ci sarà più plastica che pesci nei nostri oceani a partire dal 2050. Se niente sarà fatto, ciascuno di noi, inclusa te, me e i nostri figli sarà contaminato dalle microplastiche, che entreranno nel cibo attraverso il pesce quando noi lasceremo i nostri rifiuti sulla terra, da dove finiranno poi negli oceani. In Svezia abbiamo conoscenza, strumenti e risorse che ci permettono di tenere pulito, perché non introdurre questa tolleranza zero? Una visione è sempre una visione. La SwedischTransportAdministration ha la sua visione, che nessuno debba perdere la vita nel traffico; noi abbiamo la visione di una Svezia “spazzatura-free” e di un Paese di cui essere orgogliosi. Io ero letteralmente scioccato dalla quantità di immondizia presente nella natura. Gli stessi rifiuti potevano rimanere nelle strade per diverse settimane senza che nessuno li raccogliesse. E anche se mi impegnavo a tenere pulito un piccolo spazio, mi rendevo conto di non fare grande differenza per nessuno se non per me. Ora, poiché nel mio background degli ultimi 30 anni c’è la pratica di molte attività sportive a contatto con la natura, come “adventure racing”, “mountain running”, sky running”, “sky mountaineering” and “trail running”, ho avuto modo di conoscere tantissimi altri amanti, come me, dell’attività all’aria aperta. Così ho coinvolto alcuni miei amici runner, ci siamo equipaggiati con guanti e sacche, abbiamo cominciato a raccogliere rifiuti durante la corsa e qualcosa è successo! È diventata una sorta di caccia al tesoro per adulti, dove sentvamo l’adrenalina e le endorfine entrare in circolo. Siamo tornati bambini, cominciando ad inseguire i rifiuti, senza voler smettere, sentendoci bene nelle ossa, nei polmoni, nei cuori. Running per te stesso va bene e fa bene, ma improvvisamente noi possiamo fare anche qualcosa per l’ambiente e il Plogging è la chiave!

Erik Ahlström prima di “Plogga”: qual era il tuo sentire e il tuo impegno sui temi dell’ecologia?
Per molti anni avevo provato a cambiare comportamenti che vedo come segnali di una società disfunzionale, senza rispetto gli uni degli altri e verso la terra. Era destino forse che mi inventassi qualcosa.
Il nome, “Plogga” è geniale. Semplice e facilmente diventato virale. Lo hai scelto tu?
No. Carina Svensson, che possiede l’umorismo tipico della Svezia della costa occidentale, di Gothenburg, ha inventato la parola Plogga (Plocka(Pick) + Jogga). Il nome è buffo e sembra buffo quello che facciamo; noi corriamo in giro, elargendo ampi sorrisi, vestiti sportivamente. Esibiamo gambe forti, occhi che ridono e sorrisi attraenti. Nessuno è costretto a raccogliere la spazzatura, non siamo pagati, ma lo facciamo perché sentiamo che i rifiuti non appartengono alla nostra terra. E questo è tutto. La tv, i giornali, le radio, i social media inziano a prestare attenzione a quello che stiamo facendo, e il resto è storia! Plogga è la base, un nome collettivo in cui riconoscerci nella nostra volontà di cambiamento, che porti ciascuno a sentirsi un “orgoglioso raccoglitore di rifiuti”.
La corsa è necessaria o nelle Vostre intenzioni quella del Plogging è un’attività che è possibile fare in ogni caso, anche esercitandoci in una diversa attività sportiva?
No, non è obbligatorio fare jogging. Plogging può essere fatto anche semplicemente camminando su strada, o all’interno di campi da golf, o giocando a paddle, nuotando o dovunque tu sia.
Per esercitarsi nel Plogging le persone devono essere equipaggiate di guanti e sacchetti. Dove portano poi i rifiuti così raccolti? Nella tua esperienza in Stoccolma per esempio? Ci sono posti assegnati oppure ognuno provvede come crede? Immaginiamo che sia difficile provare anche a riciclare ciò che le persone raccolgono durante la corsa. È già importante che l’immondizia venga tolta dalla strada e dalla natura!
Ove possibile proviamo anche a destinare al riciclo parte di quello che raccogliamo. Ma la nostra priorità è toglierlo dall’ambiente e dalle strade in modo che non arrechi danno alla natura e all’ecosistema. Talvolta sponsor locali ci danno una mano, ma non sempre. Dipende da evento ad evento. Normalmente abbiamo con noi buste riciclabili o lavabili oppure ci serviamo di contenitori trovati durante il cammino o la corsa per la raccolta di rifiuti. Tutto funziona, la cosa più importante è che i rifiuti siano raccolti.
Restiamo in Svezia ancora per un momento. Tu organizzi ancora personalmente le tue corse e i tuoi eventi di Plogging da solo? Se sì, lo fai principalmente in Stoccolma o anche in altre aree del Paese?
Le sessioni di Plogging sono prevalentemente organizzate attraverso Facebook. Io viaggio nel Paese mettendo in piedi eventi di Plogging con singoli, gruppi, organizzazioni, politici e così via. Il tutto ha preso decisamente piede in Svezia, con oltre 200 eventi organizzati da quando abbiamo cominciato, con un record di 450 Ploggers nello stesso tempo. Abbiamo anche un gran numero di Ambasciatori che stanno facendo un fantastico lavoro. Ogni gruppo è autorizzato ad organizzarsi come meglio crede! Un buon primo passo è creare un gruppo Facebook per le persone interessate e da lì creare l’evento. Normalmente cerchiamo di coprire un’area con un gruppo in modo da riuscire a mantenerla costantemente pulita e libera dai rifiuti.
Qual è il numero medio di persone partecipanti ad una sessione di Plogga in Svezia?
Dalle 5 alle 30 persone.
Sai quale sia il numero medio di persone che fanno Plogging ogni giorno nel mondo?
Mi risulta che siano circa 20.000 persone, al momento.
La disciplina del Plogging ha raggiunto quasi tutti i Paesi del mondo. Potevi immaginare agli inizi un tale successo per la tua idea? Cosa è cambiato in te e per la tua iniziativa dopo che un così gran numero di persone ha dimostrato di condividerla e di applicarla?
Non potevo immaginarlo, ma ci speravo! Io sono un ottimista! Sicuramente siamo andati oltre quanto avevamo immaginato e sognato. Il movimento è senz’altro cambiato. È nato qui in Svezia con il proposito di cambiare i nostri luoghi e le nostre abitudini, ora stiamo facendo la differenza, positiva, a livello globale, il che è bellissimo!

Quale ruolo per i social media agli inizi e quale ora per “Plogga”?
Il loro ruolo nella condivisione del proposito e dell’iniziativa è stato fondamentale sin dall’inizio. Per maggiore ispirazione, noi ora abbiamo un Gruppo Plogga globale con persone da oltre 60 Paesi nel mondo. Lo scopo del gruppo è creare un dialogo tra gli organizzatori e i ploggers nei diversi Paesi, al fine di ispirarsi gli uni con gli altri. Il gruppo Facebook si chiama “Plogga World”. Peraltro, attraverso il nostro account Instagram @Plogga a la nostra pagina Facebook @Plogga, sono i ploggers stessi ad offrire quotidianamente ispirazione e motivazione per alzarsi ed iniziare a raccogliere rifiuti.
L’attività del Plogging sta ricevendo anche critiche o solo reazioni positive?
La maggior parte delle persone risponde positivamente quando noi siamo fuori a fare Plogging! È un modo talmente facile di contribuire a rendere migliore la nostra società e per lo più alla gente che incontriamo risulta facile condividerlo ed apprezzarlo.
Voi correte per e con uno scopo specifico. Può dirsi comunque che fate …jogging, nel senso sportivo del termine?
Sì, indubbiamente noi corriamo con uno scopo. Ma è lo stesso un buon modo di fare jogging con i suoi propri benefici di fitness. Plogging indica che tu stai correndo e raccogliendo rifiuti ad un tempo. Tuttavia, è dimostrato che il Plogging conduce a bruciare calorie in misura maggiore che in una semplice sessione di corsa, perché incorpora più movimenti ed impegna diversi muscoli, come gli squats quando ti chini a raccogliere i rifiuti. È anche richiesta una maggiore forza nelle braccia per sostenere i rifiuti raccolti. Mezz’ora di Plogging permette così di bruciare 288 calorie di media contro le 235 calorie di una normale sessione di jogging.
Cosa ti senti di dire oggi incoraggiare i Ploggers, anche attraverso il nostro giornale?
Innanzitutto, trovate un gruppo di persone con cui farlo! Più siete, più sarà divertente e più sarà facile tenere pulita un’area più grande, stimolandovi gli uni con gli altri a fare sempre meglio. Poi, condividete cosa state facendo con altre persone. Ogni volta che siamo fuori a fare Plogging, ci sono sempre persone che fanno domande su quanto stiamo facendo. Prendetevi tempo, dedicate loro del tempo, sorridete e parlate con loro. Grazie, e un saluto ai lettori di 2duerighe!