Omeopatia: approfondiamo.

Articolo complementare (https://www.2duerighe.com/scienza-e-tecnologia/35487-omeopatia-conosciamoci-meglio.html)
L’omeopatia esiste o no? La sua efficacia è reale o no? Tanto per sgombrare il campo di battaglia io sono favorevole. La grande intuizione fu di S. Hahnemann agli inizi del 1800, di conseguenza sono oltre 200 anni che la lotta fra accaniti oppositori e altrettanti accaniti fautori è in corso. L’omeopatia autentica, costituita quasi esclusivamente da granuli, prevede di usare i principi attivi che curano la malattia ma che fanno ammalare l’uomo sano. Questa è la sepoltura per chi pensi di attribuire all’omeopatia una funzione preventiva semplicemente perché ci farebbe ammalare. Se poi si vuole fare una cura preventiva ognuno è libero di scegliere ma non è omeopatia. Nessun medicamento omeopatico è di sintesi ma deriva solo da diluizioni provenienti dal mondo naturale sia esso animale, vegetale o minerale. La risposta alla inevitabile domanda: ma come si trova un principio omeopatico curativo? Come in ogni medicina, testando o più precisamente facendo “ammalare” momentaneamente un volontario sano o quantomeno determinare dei sintomi. Personalmente la seguo da 30 anni anche se ho utilizzato altre medicine e con questo voglio sottolineare che ogni filosofia medica, ivi compresa l’allopatia, è in taluni casi necessaria avendo punte di eccellenza, salvo poi proseguire con una cura omeopatica per sanare il “terreno” cioè il nostro organismo, dove è germinata la malattia. L’omeopatia mette al centro della malattia il tipo omeopatico o meglio la “tipologia fisica dell’individuo” cosicché la stessa malattia può essere curata con medicamenti diversi per tipologie individuali diverse risultando quindi una medicina per il singolo ammalato. Non solo, una malattia da raffreddamento nello stesso individuo si cura in modi diversi a seconda che sia stata contratta in ambiente freddo e asciutto o umido e piovoso. Dunque la medicina omeopatica è molto più complessa e delicata di quanto comunemente si pensi, non dovrebbe essere auto prescritta e di contro può essere pericolosa se sottovalutata, richiede sensibilità ed intuito da parte del medico oltre che preparazione e apertura mentale senza dimenticare che, raro ma possibile, alcuni individui sono intolleranti ad essa. Di conseguenza, per quanto detto sopra, poiché la salute è la mia, mi arrogo il diritto di scegliere e giudicare la medicina ed il medico che mi spiegherà la mia malattia, mi consiglierà la cura che io giudicherò, dandogli o meno la mia fiducia perché io sono il mio capo e sono io che decido. Da qui scaturisce la romantica figura del medico di fiducia. Mi è capitato di veder uscire dalla farmacia persone con buste piene di farmaci allopatici e non ho potuto fare a meno di pensare se la persona a cui erano destinate fosse malata di malattia o di medicine costose. Un bombardamento mediatico di consumismo farmaceutico (allopatico) anche in confezione da 36 o in tubo gigante uso famiglia perché così si risparmia; se uno soffre di cefalea basta prendere una pillola (36) e via a cena con gli amici. Forse sarebbe opportuno indagare sulla genesi del problema medico sperando di risolverlo, senza trascinarsi per anni, intossicarsi ed esborsare denaro (alle multinazionali del farmaco allopatico). Naturalmente parliamo di piccoli problemi di cefalee, digestione, insonnia, dolori muscolari, mal di schiena, irritabilità. ma…. no, in vero non sono poi tanto piccoli principalmente se ricorrenti e la causa. è ignota. Messi tutti insieme però, a livello globale, cielo anche qui la globalizzazione! costituiscono una stratosferica fetta di mercato. Si, fetta di mercato per paesi occidentali ricchi e freneticamente ansiosi di curarsi, mentre intanto quelli africani possono morire per la mancanza di un antibiotico generico, con l’intenzione di farci consumare medicine dagli effetti collaterali anche mostruosi (dal vecchio Talidomide alla recente Fluoxetina) ingozzandoci come polli di batteria. Parliamo ora delle contestate diluizioni come fondamento omeopatico e le sue vittime. In pratica si contesta all’omeopatia che a causa delle diluizioni non esistono più nel rimedio quantità significative o rilevabili di principio attivo. Per quanto concerne le vittime, ree di aver studiato e pubblicato argomenti che potessero dare un fondamento logico all’omeopatia, la prima vittima fu lo stesso S. Hahnemann, l’ultima in ordine di tempo il Premio Nobel 2008 L. Montagnier (dalle stelle alle stalle perché precipitato dall’onore del Nobel al dileggio internazionale) passando da J. Benveniste. Mi riferisco alle pubblicazioni per quella che oggi chiamiamo “memoria chimica dell’acqua”. Mentre da una parte si fulmina con coro (quasi) unanime chiunque osi accennare che anche a forti diluizioni può rimanere stampata una informazione nel solvente acqua, dall’altra si abbassa la concentrazione di diossina negli alimenti, con tendenze ancor più restrittive, a 1 – 4 pg/kg che significa la quantità accettata in 1 kg di peso corporeo. Questa unità di misura, il pg o pico grammo, significa una diluizione di dieci alla meno dodici che detto in altre parole significa che parliamo di quantità di 1 bilionesimo di grammo cioè 0,000000000001 grammi. Ho l’impressione di essere in stato confusionale e “penso alla faccia della diluizione e della pericolosità”! Mi si ritiene la diossina pericolosa in quantità di miliardesimi di milligrammo per ogni chilogrammo di peso corporeo ma dall’altra parte mi si contesta l’efficacia farmaceutica di una diluizione alla 1000 , di 1 parte su 1000, perché non contiene molecole significativamente rilevabili. Che ci siano sotterranei interessi economici perché la medicina omeopatica è economica ma in particolare guarisce sottraendoci al continuo bisogno di medicine allopatiche? In fondo, scusate l’espressione ma “quando ce vò ce vò”, siamo in mutande nei confronti delle infezioni batteriche perché abbiamo fatto un uso consumistico, inutile e dannoso di antibiotici provocando l’evoluzione di ceppi batterici resistenti mentre da 200 anni si usa la stessa medicina omeopatica per curare per esempio una tonsillite batterica. Allora: La diluizione non contiene medicamento? L’effetto è placebo? Non ho l’approvazione internazionale? Se raggiungo comunque lo stato di benessere e la guarigione, constatata da me e solo da me, allora delle critiche non me ne importa 1 millimetro cubo di vuoto cosmico (Asimov) e neanche un pico grammo di materia cosmica perché sarò sempre e soltanto io a giudicare e scegliere. Forse gli odierni studi sulle nanotecnologie e l’interesse sull’infinitamente piccolo getteranno un po’ di luce sul perché l’omeopatia sia efficace ma mi rimane il sospetto che comunque forse non sapremo mai la verità.
Amigurumi
15 settembre 2014