18 Novembre 2013… La Sardegna ricorda l’alluvione

Era un lunedì con un cielo scuro, era illuminato solo dai numerosi fulmini che scendevano dal cielo, pioveva ormai da giorni. A metà mattina le prime notizie da Uras, i canali e i fiumi che attraversano il paese sono esondati, allagando quasi tutto il centro abitato. Nella serata l’emergenza prosegue, a Terralba, dove si decide di far evacuare una zona del paese, poco più tardi sarà sommersa dalle acque del vicino Rio Mogoro. Le notizie si rincorrono nella tv e sul web, anche dal nuorese, dalla baronia e da Olbia, un fiume di acqua e fango sommerge paesi e città portando distruzione, disperazione e causando 19 vittime.
Da quel momento è scattata la macchina della solidarietà: volontari arrivati da ogni parte della Sardegna per ripulire i centri abitati invasi da acqua e fango, i cosiddetti “Angeli del fango”. Gli “Angeli delle Botti”, così a Terralba hanno soprannominato gli agricoltori e gli allevatori che sono giunti da Arborea per aspirare con le loro autobotti l’acqua dalle strade e dalle case, donazioni con materiali di prima necessità da tutta Italia e dall’estero, che si sono susseguite nei mesi grazie anche alle diverse associazioni di volontariato.
La Sardegna, con diverse iniziative nei vari centri colpiti, un anno dopo non dimentica, anzi vuole ricordare quel giorno e le sue vittime, perché la paura quando piove è ancora tanta, quelle immagini sono rimaste indelebili nella memoria di uomini, donne e bambini.
Per questo si chiedono fondi per la sistemazione dei canali, delle strade, case, aziende distrutte quel tragico lunedì, perché poco è stato fatto fino ad ora, i 200 milioni di euro promessi dal Governo Letta non sono mai arrivati, un impegno durato il tempo dell’emergenza. I danni stimati ammontano a oltre 650 milioni di euro, i fondi disponibili sono solo 185,1milioni: 16,3 milioni del fondo di solidarietà dell’Ue, 20 milioni statali da cui sono stati peraltro detratti i costi dei soccorsi, 50,8 milioni dell’Anas, 52 milioni di risorse regionali, 40 milioni del fondo comunitario per l’agricoltura-Feasr e 5,9 milioni dall’accordo di programma Regione-Ministero dell’Ambiente. E la parte del leone per i contributi l’ha fatta la Regione, mentre il governo è rimasto a guardare. Stamane il Governatore, Francesco Pigliaru, nella giornata organizzata da #18undici e Sardegna chi_ama per ricordare l’alluvione ha detto: “Lo Stato è in ritardo, ma in questi giorni riusciremo a recuperare il tempo perduto. Il Governo ha annunciato la creazione del piano per affrontare il dissesto idrogeologico con un finanziamento per la Sardegna di 500 milioni di euro”. “La sicurezza delle persone – ammonisce Pigliaru – non dipende solo dai soldi, ma dall’organizzazione”, richiamando l’attenzione sulla semplificazione della macchina organizzativa, partendo da quella regionale. Intanto i sindaci a gran voce richiedono di poter sforare il “Patto di stabilità”, per eseguire i primi lavori necessari per mettere in sicurezza i loro paesi, appello che a distanza di un anno non è mai stato ascoltato.
La Sardegna non dimentica perché vuole che simili tragedie non si ripetano, anche se purtroppo basta accendere la tv e rivedere che il passato nulla ha insegnato. “S’abba tenet memoria” “L’acqua ricorda” dicono gli anziani nell’isola e qualcuno dovrebbe ricordarselo.
Marilena Tuveri
19 novembre 2014