Riconsideriamo il nostro umanesimo, con Mabanckou

Otto lezioni sull’Africa, nuovo libro di Alain Mabanckou, edito da edizioni e/o, si propone come saggio per imparare (veramente) a leggere il continente, in una chiave fresca e “altra”, riuscendoci molto bene.

È il 2016, siamo al Collège de France e Alain Mabanckou sta tenendo le sue lezioni. Tante le domande a cui dare una risposta: dal concetto di “Negritudine” a tematiche più ampie che riguardano l’importanza e l’indipendenza della letteratura africana, passando per alcuni argomenti scivolosi come i bambini-soldato o il genocidio del Ruanda.
Tutte queste lezioni oggi rappresentano il compendio “Otto lezioni sull’Africa”, edito da edizioni e/o.
Non sappiamo se sia propriamente il termine corretto da utilizzare, ma la lettura si rivela appassionante: essa getta una luce molto chiara su delle tematiche che ci riguardano da vicino, perché, più banalmente, parlano, in primis, di noi, come esseri umani.
Mabanckou è quello che si definirebbe propriamente un autore puro, dall’autocoscienza purissima e forte: uno scrittore franco-congolese che, pur senza ripeterlo costantemente, tra le righe, mostra una rivendicazione molto forte delle sue origini. Oggi, vive da più di quindici anni a Los Angeles, ma continua a concentrarsi sulla questione identitaria, focalizzandosi, lui, scrittore dalla doppia cittadinanza, sul rapporto tra le opere africane in lingua francese e quelle appartenenti alla narrativa franco-europea. Questo il fil rouge delle varie lezioni, compresa la prima (la più importante, anche per stessa ammissione di Mabanckou): l’oscurantismo che nei secoli gli uomini europei hanno perpetrato a tutto il mondo africano. Si cambia, perciò, il punto di vista, lo si rivolta di 180° gradi e non è cosa da poco; altroché. Probabilmente è il motivo principale per cui consigliare questa raccolta di saggi, perché rappresenta una decisa novità nel panorama editoriale italiano.
Otto lezioni sull’Africa è un libro prezioso perché va ad indagare un qualcosa che ci siamo sempre chiesti ma non abbiamo mai avuto il modo o la volontà (o il coraggio?) di approcciare di petto: Mabanckou lo fa per noi, scrollandoci di dosso anche un enorme peso. È giusto dire che è un libro che ci ha “decolonizzato la mente”, soprattutto quando alla lezione sulla letteratura nazionale e demagogia politica, si va man mano sostituendo il rapporto complesso tra “Francia nera” e Francia, quest’ultima messa direttamente a fare i conti e a dialogare con l’autore. Ecco spiegato, allora, il perché dell’inserimento, a fine libro, di un post-scriptum: una lettera aperta (brevissima, ma molto d’impatto) al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Quest’ultimo viene invitato a riflettere sul concetto di “francofonia” e del perché molto spesso, nel linguaggio comune, si cerchi quasi sempre di separare ed ergere su un piedistallo più alto il concetto di Francia rispetto a quello di altri stati che parlano e scrivono in francese.
Un discorso difficile: Mabanckou, però, non scivola mai nella retorica e Otto lezioni sull’Africa, alla fine, si rivela un importante tassello per chi vuole tuffarsi entro una tipologia di letture che cercano di ampliare il pensiero critico di noi occidentali.