Benvenuti nell’età dell’indifferenza, presenta Ugo Morelli
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21 Agosto 2023

Benvenuti nell’età dell’indifferenza, presenta Ugo Morelli

A fine giugno è uscito il nuovo libro di Ugo Morelli, "Indifferenza", un libro che ci ha introdotti all'epoca della crisi di legame sociale

di Giovanni M. Zinno

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A fine giugno è uscito il nuovo libro di Ugo Morelli, “Indifferenza”, un libro che ci ha introdotti all’epoca della crisi di legame sociale

L’indifferenza è un fattore umano?

Il saggio parte da una domanda. E non è affatto semplice. Se siamo esseri umani naturalmente relazionali, come possiamo essere indifferenti? Se per natura l’individuo è un essere intersoggettivo e relazionale e l’io esiste proprio perché, in primis, esiste l’altro, come possiamo entrare in crisi e non interessarci dei nostri legami sociali? Siamo nati per sentire ciò che l’altro sente, facendoci spazio tra il detto e il non detto, eppure, proprio in questi meandri, c’è una crepa profonda. Lì si insinua l’indifferenza, una delle questioni più impegnative del nostro tempo, almeno secondo il saggista Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e insegnante di Scienze cognitive applicate alla vivibilità presso il dipartimento di Architettura all’Università Federico II di Napoli.
È quindi possibile pensare a un io senza un noi? Gli studi sull’empatia direbbero fermamente di no, poiché essa è parte integrante del nostro essere, ma allora come nasce l’indifferenza?

Nascita e mutazione

L’interesse di Morelli per la tematica non nasce di certo oggi. Con la pubblicazione nel 2014 di “Contro l’indifferenza”, il professore ha tastato il terreno, ha introdotto al tema i lettori, saziati poi nove anni dopo grazie alla pubblicazione di questo ultimo saggio: “Indifferenza”, per l’appunto. Fin dalle prime pagine, ci tiene a sottolineare che il libro non ha scopo divulgativo, bensì traccia più una riflessione di ricerca, motivata da un interesse nel guadagnare, per quanto possibile, una posizione attiva nel quotidiano. Per Morelli, già il solo fare ricerca, usando la conoscenza, prendendo posizione, si è “differenti”. Il problema odierno, invece, risulta essere il mancato interesse (soprattutto non verbale) nei confronti dei discorsi dell’altro: questo, secondo Morelli, è un primo passo verso l’indifferenza nel quotidiano.

Differenze che incontrano altre differenze

Morelli ha la grandissima capacità di arrivare direttamente al lettore. Di farsi capire, di non lasciare (e non lasciarci) a questo punto, indifferenti. Quando parla di indifferenza come “sospensione eccessiva della risonanza con l’altro” si mettono in gioco molti elementi scientifici, ma comunque il libro risulta essere approcciabile anche ad un pubblico meno esperto. Il fatto fondamentale è che tale “risonanza con l’altro”, per Morelli, non è regolata da meccanismi consapevoli, bensì da meccanismi cerebrali, neuro-fisiologici, come i neuroni-specchio, che appartengono, per l’appunto, alla branca dei processi pre-intenzionali. Questo significa che l’indifferenza, per quanto vista negativamente, è quanto di più umano possa esistere. L’indifferenza è in noi, è una possibilità di scelta e, molto spesso, quando la selezioniamo, non ne siamo poi così proprio consapevoli. Una possibile via di fuga intelligente? Proprio negli spazi che in quelle dinamiche critiche si aprono, può emergere la creatività, essendo noi esseri umani in relazione delle “differenze che incontrano altre differenze”. Ognuno di noi, così facendo, può sperimentare la possibilità di riconoscere la differenza (almeno una) e di trasgredire la consuetudine e la forza dell’abitudine, componendo e ricomponendo ancora una volta, in modi in parte originali, il rapporto tra la propria responsabilità civile, gli altri e il luogo in cui si trova. Vivere, finalmente, al e il presente. Solo facendo della contemporaneità la nostra patria, possiamo riconoscere nel presente il valore di noi stessi, degli altri e dei nostri luoghi.