Il mare di Richard Hamblyn

Esistono libri da ombrellone e libri di mare; l’ultima fatica di Richard Hamblyn, Il mare tra natura e cultura, rientra sicuramente nei secondi. Edito per Odoya, l’opera di Hamblyn è una piccola enciclopedia di circa duecento pagine interamente dedicata al mare in tutte le sue forme e culture.
Era il lontano 1736 quando il reverendo William Clarke decise di “prendere il sole sulla spiaggia di Brighthelmstone “ e non volendo, secondo lo storico Alain Corbin, inventò la così detta “vacanza al mare” dei giorni nostri. Hamblyn nelle sue pagine non racconta il mare ma si fa solo voce narrante dello stesso elemento dalla storia infinita e con un futuro, dato l’inquinamento delle acque, sempre più incerto. Non mancano storie di naufragi, preghiere di marinai, relitti, false luci di terra e relativi saccheggi alle imbarcazioni in acqua. Per gli amanti degli aneddoti storici e delle curiosità il libro è una fonte inesauribile di fatti, dalla prima traversata a nuoto del canale della Manica di Matthew Webb alla nascita del termine “miramare” passando per la spiegazione del gergo marinaro.
L’autore inglese è consapevole dell’indeterminata cultura legata al mare ed è per questo che non si ferma solo alla conoscenza storia o artistica (dal Rising Gale dell’olandese Willen van de Velde alla famosa La grande onda di Kanagawa firmata Hokusai passando per il “trittico sinfonico” La mer di Claude Debussy) che vi ruota attorno. Ci sono capitoli dedicati agli abitanti marini, alle sue profondità ad oggi non del tutto conosciute all’uomo nonostante l’avanzare della tecnologia. Le creature che abitano il mare sono state e lo sono ancora, elemento d’attrazione per l’essere umano: animali mitologici con dimensioni fuori dal normale ed il suo predatore per eccellenza: lo squalo.
Hamblyn aiuta il lettore a sfatare anche falsi miti o fraintendimenti vari, un esempio su tutti è quello legato al moto delle onde marine…un’onda che si infrange sulla battigia potremmo pensare abbia finito il suo lungo viaggio, in realtà si è a malapena mossa.
In Occidente l’uomo traccia rotte commerciali dal 1800 a.C. con i Minoici, da allora, nonostante di tempo ne sia passato, il mare di Hamblyn continua a regalarci, vita, cultura e arte…dal canto nostro potremmo magari iniziare a rispettarlo di più, purtroppo il nemico continua ad essere l’uomo.