La morte, l’amore, le onde: la sublimazione di questi tre concetti in “Amore” di Yasushi
Recensioni
31 Maggio 2023

La morte, l’amore, le onde: la sublimazione di questi tre concetti in “Amore” di Yasushi

Tre racconti. Tre differenti tipologie di amore, di affetto, di perdita. Abbiamo recensito per voi "Amore" di Inoue Yasushi

di Giovanni M. Zinno

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Tre racconti. Tre differenti tipologie di amore, di affetto, di perdita. Abbiamo recensito per voi “Amore” di Inoue Yasushi

Sekitei (o Giardino di rocce)

“In questa occasione ti prego anche di perdonarmi per averti nascosto alcuni incidenti sentimentali che fanno parte del mio passato.” Queste le parole di Mitsuko, moglie di Uomi Jirō, i protagonisti del primo racconto, datato 1959 ma di un’attualità, a tratti, disarmante. Yasushi apre il libro con un racconto di un amore debole, con due sposi che vanno a Kyōto per il loro viaggio di nozze e, una volta arrivati, decidono di andare a visitare il giardino delle rocce del Ryōanji. Lì, Uomi viene oppresso dai ricordi: anni prima aveva lasciato la sua ragazza del tempo, Rumi, a causa del conflitto con il suo migliore amico. Questo ricordo innesca uno stream of consciousness che lo affligge a tal punto da non sentire più la giovane sposa che gli parla. Qui Yasushi parla di amore fragile, con una forte analessi in cui Uomi rimembra i suoi ricordi da studente: una analisi catartica dell’introspezione dello sposo novello che prepara brillantemente gli altri due racconti.

Kekkon kinenbi (o Anniversario di matrimonio)

Qui si celebra, invece, l’amore “semplice”. C’è una luna di miele, ma, a differenza del primo racconto, si consuma in una sola notte, a Hakone. Evidente è la metafora delle due strade parallele, sinonimo di difficoltà e diversità di vedute che una coppia può affrontare nella propria vita e nel rapporto quotidiano con l’altro. L’importante è, comunque, ritrovarsi. Yasushi riesce magistralmente a descrivere questo bivio geografico alludendo ad uno più sentimentale e il racconto risulta, anche per questo motivo, essere il migliore tra i tre.

Shi to koi to nami to (o La morte, l’amore, le onde)

È il racconto che chiude il cerchio, nonché il più lungo dei tre. Tra collegamenti e chiari rimandi agli altri due racconti, sottolineiamo l’importanza della stanza d’hotel con Sugi Sennosuke intento a leggere l’ultimo libro della sua vita prima di un imminente suicidio, gettandosi da un dirupo. Il racconto è l’esemplificazione della solitudine interrotta dalla conoscenza di una donna che potrebbe ribaltare il modo di essere di Sugi che è combattuto fino all’ultimo e prova a “tentare di vivere”. Sarà l’amore della vita o meno? Il tempo soltanto aiuterà a capirlo, ma nel mentre l’indecifrabile e ingannevole universo dipinto da Yasushi termina tra le pieghe del tempo (e delle pagine del libro) e spalanca in prima pagina una parola che racchiude tutto, anche, seppur paradossalmente, la morte stessa: ossia l’amore.
“Allora mi dica, se non è l’amore, che cos’è che desidererebbe di più?”