Tu puoi cambiare il mondo, un libro di valore
Il libro che presentiamo oggi ha un sottotitolo che è una ottima sintesi dell’opera: la reputazione personale, promuovere il talento, condividere il valore.
Gianluca Comin e Gianluca Giansante sono due professionisti delle relazioni pubbliche e del public affairs. Sono due colleghi con i quali è sempre piacevole e arricchente condividere momenti di analisi, di approfondimento ed anche momenti di svago. E dopo varie opere incentrate sulle tecniche delle relazioni pubbliche e della comunicazione, del lobbying e della diplomazia internazionale pubblicano un libro particolare, nuovo, entusiasmante, evocativo e allo stesso tempo un manuale di pratiche buone che sono anche pratiche “belle”.
Mi stupisce, e allo stesso tempo mi entusiasma, l’incipit del libro, al posto delle dediche, come se fosse una dedica postuma: “E’ nel dare che si riceve”, firmato Francesco d’Assisi.
Eppure il libro si intitola: “Tu puoi cambiare il mondo”. E non trovi il rivoluzionario di Asssisi nel testo, ma lo ritrovi qui, nella prima pagina, prima del prologo e ti aspetti che sia Francesco ad ispirare gli autori: e credo, che laicamente, sia stato proprio così. Non che sia una ispirazione confessionale, ma ti rendi conto subito che gli autori hanno voluto mettere al servizio del grande pubblico un’esperienza profonda, una conoscenza fatta di cose, relazioni, contesti, dossier. Un libro al servizio del lettore: un libro che vuole dare coscienza e consapevolezza a chi legge e dargli gli strumenti per non perdersi nel mare della complessità e del vociare eccessivo del nostro presente. Un libro che prende le mosse dall’ardire di una sedicenne, Greta, che a partire da un tweet, è riuscita a cambiare l’agenda setting dei grandi della terra. Un libro che fa la lode alla competenza e al valore condiviso e che mette da parte, si spera per sempre, l’invidia sociale, i pensieri disfunzionali, i non detti che alimentano il brutto e la sensazione che anche in mancanza di competenza ci possa essere successo. Sono chiari gli autori: prima del successo c’è sacrificio, lavoro, impegno e una grande dose di capacità strategica di comunicazione.
Nell’introduzione gli autori scrivono: “Analizzare il proprio posizionamento, progettare una strategia di costruzione della reputazione, utilizzare gli strumenti a disposizione per diffondere il proprio brand. Sono alcuni dei temi trattati nel testo, che mette al centro la capacità di promuovere un’immagine autentica e di dare contenuti di valore al proprio pubblico di riferimento”.
Come vedete tutto gira intorno alla parola autentica e a contenuti di valore. E continuano: “…il personal branding è efficace non quando lavora alla costruzione dell’ego ma quando si concentra sul dare all’altro. La reputazione personale, infatti, non esiste senza una relazione, senza il riconoscimento della comunità. Se è fine a sé stessa, se è l’attività narcisistica di un individuo alla ricerca di applausi non nutre il gruppo e, di conseguenza, non aumenta nemmeno il riconoscimento della propria immagine”. È un cambio importante e sostanziale di paradigma. Un cambio di passo che ci consente di fare in viaggio nella competenza e nella condivisione che sono due dei parametri fondamentali delle relazioni pubbliche.
Un manuale quello di Comin e Giansante che ci offre un percorso tecnico, strategico e tattico e che ci impone di lavorare su noi stessi dal punto di vista del percepito e del comunicato oltre che offrirci la possibilità di intervenire su tutte quelle competenze soft che sempre di più faranno la differenza in un mondo in continuo cambiamento.
Il libro declina in modo completo le diverse dimensioni della reputazione personale: attraverso un percorso di disseminazione delle competenze delle relazioni pubbliche, rendendole disponibili per ogni tipologia di manager, studente, dipendente pubblico e privato, il sistema delle PR si rende disponibile per ogni esigenza. E torna prepotente in ogni pagina l’autenticità e la condivisione della creazione di valore. Infatti curare la propria immagine e la propria reputazione significa offrire a se stessi e agli altri un vantaggio competitivo. Se la valorizzazione della propria offerta è un elemento distintivo, raccontare chi sei ti consente di esprimere la tua unicità, cosa questa che ci obbliga ad iniziare percorsi di consapevolezza e di autoanalisi per poter esprimere al meglio il potenziale di ciascuno. E che il personal branding non è solo competenza ma anche relazione è testimoniato dal fatto che la qualità del proprio agire va sempre accompagnata dall’attenzione e dal rispetto per gli altri, costruendo asset qualitativi e non quantitativi, che significherebbe costruire solo “immagini” e non competenze e intersezioni di saperi. Così come diventa esiziale contribuire all’accrescimento del sapere dei nostri pubblici di riferimento, per dire ciò che veramente sei e per mettere le proprie qualità al servizio degli altri. Ecco una nuova buona pratica per fare in modo che le relazioni pubbliche possano essere un sistema complesso di gestione della managerialità che pone il valore del sistema a favore dei singoli, delle comunità, dei territori per la massimizzazione dei risultati per tutti gli appartenento al sistema.