Regionali, Calabria ed Emilia Romagna al centrosinistra ma è boom di astenuti

ROMA – Calabria ed Emilia Romagna da oggi hanno due nuovi governatori, rispettivamente Mario Oliverio e Stefano Bonaccini, entrambi del Partito Democratico, il secondo partito, dopo quello dell’astensione che ha incontestabilmente vinto questa tornata elettorale con percentuali bulgare (in Emilia Romagna oltre il 60% e in Calabria poco sopra il 55%).
Terminato lo scrutinio delle schede, il modenese Stefano Bonaccini si è affermato in Emilia Romagna con il 49,05% dei voti, seguito dal leghista Alan Fabbri, candidato del centrodestra, che ha avuto il 29,85%. Al terzo posto, con il 13,30%, si è piazzata la candidata del Movimento 5 Stelle, Giulia Gibertoni, mentre gli altri tre candidati non hanno oltrepassato il 4%.
In Calabria lo spoglio è andato a rilento e anche se il dato non è ancora ufficiale (sono state scrutinate 2386 sezioni su 2409 ) non c’è dubbio sul risultato finale: Mario Oliverio è il nuovo presidente della Regione con oltre il 61% delle preferenze (ma alla lista Pd va poco meno del 24% dei voti mentre la lista con il nome di Oliverio ha conquistato quasi il 13%). Il centrodestra, che si presentava diviso è stato maggiormente penalizzato dall’astensionismo e i due candidati si sono divisi l’esigua posta dei voti ottenuti: Wanda Ferro (Fi-Fdi) si è attestata poco sotto il 24% mentre il candidato di Ncd (e Udc) Nico D’Ascola ha conquistato l’8,7%. Poco sotto il 5% Cono Cantelmi del Movimento 5 Stelle, che non dovrebbe entrare in consiglio.
“Adesso dobbiamo ricostruire e rimettere in piedi la Calabria, aprendo una fase nuova”, ha commentato Oliverio stamane. “E’ stato un risultato straordinario ed il consenso largo che i calabresi ci hanno tributato rappresenta un grande atto di fiducia. Siamo consapevoli della responsabilità che si carica su di noi. La situazione economica e sociale della Calabria è grave. La nostra regione è in ginocchio”, ha concluso.
Affermazione dei candidati del centrosinistra a parte, il crollo vertiginoso dell’affluenza ha toccato livelli mai visti. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso: 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti. Trenta punti percentuali in meno. In Calabria è andata un po’ meglio, ma solo perché si partiva da un dato più basso: hanno votato il 44,1% degli aventi diritto, contro il 59 del 2010. Il calo è del 15%, ma il dato è comunque lontano dal 50%: hanno votato meno di un elettore su due.
Sebbene qualche giorno fa, il premier Matteo Renzi invitava a non dare una lettura nazionale del voto, le Regionali in Emilia-Romagna e Calabria non potranno non avere una qualche ricaduta sulla mappa dei partiti e sullo stesso dibattito politico nazionale.
La soddisfazione per il risultato dei suoi candidati, insieme a una personale disamina sull’esito complessivo della tornata elettorale (inclusa una lieve preoccupazione per l’astensione), il premier, come di consueto, l’ha affidata ad alcuni tweet:
Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla dx in 9 mesi. Lega asfalta forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Novembre 2014
Vittoria netta, bravissimi @sbonaccini e @Oliverio_MarioG Massimo rispetto per chi vuole chiacchierare. Noi nel frattempo cambiamo l’Italia
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Novembre 2014
Significativo il dato all’interno del centrodestra: in Emilia Romagna la Lega Nord di Matteo Salvini ha doppiato Forza Italia, 20 a 8 per cento. Il sorpasso atteso e previsto c’è stato effettivamente, e questo potrebbe causare un terremoto nella coalizione di centrodestra e nei pesi relativi dei vari partiti, come ha sottolineato lo stesso Fabbri: “Prendere più del 20% nella maggior parte dei seggi dell’Emilia Romagna è un dato importante e ha un’importanza fondamentale anche per quello che riguarda il voto politico a livello nazionale”. Un voto che “cambia gli equilibri a livello italiano”, ma non solo nel centrodestra. “Si apre un fronte anche nel centrosinistra – sostiene Fabbri – perché mette sotto i riflettori una politica che non ha entusiasmato”. Disamina simile quella del leader del Carroccio, che in un tweet scrive:
Il pallone #Renzi si sta sgonfiando. La #Lega vola, la nostra Comunità cresce ovunque. Pochi amici fra i potenti, tanti Amici fra la gente.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 24 Novembre 2014
Salvo poi concentrarsi sul risultato significativo della sua Lega in Emilia Romagna:
Per la #Lega in Emilia-Romagna un risultato storico! GRAZIE. Ora non ci fermiamo: costruiamo l’Alternativa a Renzi in tutta Italia. #Salvini
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 24 Novembre 2014
Donato Notarachille
24 novembre 2014